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Covid e donne, i sogni di Melinda (Gates)

Un saggio di Melinda Gates sulla rivista di affari internazionali Foreign Affairs svela l'ideologia umanitarista ed elitaria che sta dietro alla filantropia delle grandi Fondazioni. Si batte per la salute della donna, ma lamenta la scarsità di contraccettivi disponibili. E alla fine emerge che il vero scopo è il controllo.

Editoriali 20_07_2020 English Español
Melinda e Bill Gates

Bill e Melinda Gates sono senz’altro i personaggi del momento. La Fondazione che porta il loro nome, la più ricca al mondo con oltre 50 miliardi di dollari di dotazione, è attivamente coinvolta nella lotta al Covid, finanziando sia la ricerca sulle possibili terapie sia soprattutto la ricerca sul vaccino. Proprio quest’ultimo aspetto, unito alla notizia della simulazione degli effetti di una pandemia globale con milioni di morti, richiesta a un istituto di ricerca pochi mesi prima dell’esplosione del Covid, ha reso Bill Gates l’obiettivo preferito delle teorie complottiste riguardo l’origine del virus.

Pur senza entrare in questo genere di polemiche, è proprio perché i coniugi Gates sono i principali finanziatori privati di tali ricerche, che è importante cercare di comprendere la mentalità che li muove e gli obiettivi della loro filantropia. A questo proposito è di sicuro interesse l’articolo che Melinda Gates ha scritto per Foreign Affairs, certamente tra le più importanti e autorevoli riviste per quel che riguarda gli affari internazionali. È un articolo a cui la stessa Melinda e la direzione di Foreign Affairs evidentemente danno molta importanza, al punto che in occasione della pubblicazione la signora Gates ha concesso un’intervista a tre giornali internazionali, tra cui la nostra La Stampa.

Dunque, sostiene Melinda, nel mondo sono le donne a soffrire le maggiori conseguenze del virus, malgrado negli uomini sia molto più alta la mortalità. E tutto l’articolo è a questo dedicato, ovvero esso è la descrizione di quanto le donne paghino il conto più salato al Covid e di come però la pandemia possa essere l’occasione di riparare a questa disuguglianza. Aumento della mortalità materna, aumento delle violenze subite, maggiori possibilità di malnutrizione, maggiori difficoltà nel mantenere il posto di lavoro: sono questi in sintesi – secondo la Gates -  i principali effetti del coronavirus sulle donne di tutto il mondo, soprattutto per quelle che vivono in paesi a basso-medio reddito.

Già questo approccio pone dei problemi, perché è l’assolutizzazione di un aspetto che impedisce di vedere la realtà in tutti i suoi fattori. Ed è una assolutizzazione che ha una matrice ideologica: Melinda Gates parla in fondo come qualsiasi rappresentante delle agenzie delle Nazioni Unite, dove ci sono alcune parole d’ordine che vengono imposte come chiave d’interpretazione della realtà. Il cosiddetto Gender gap, ovvero la disuguaglianza di genere (tra maschi e femmine) è una di queste, anzi la più importante.
Non c’è fenomeno globale che non debba essere interpretato alla luce di questa disuguaglianza. Già questo pone evidentemente dei problemi: se si riconosce che i maschi muoiono dalle 2 alle 4 volte più delle femmine a causa del Covid, su che base si può affermare che le donne sono le più colpite? Dice la signora Gates che la crisi dei sistemi sanitari sotto la pressione della pandemia, ha forzato molte donne a partorire in casa, aumentando così nei paesi poveri la mortalità materna e dei neonati.

Ma a dover rinunciare agli ospedali non sono state soltanto le donne in procinto di partorire; qualsiasi persona con patologie anche gravi ha trovato difficoltà, anche nei paesi ricchi, tanto che ci si aspetta di vedere – quando i dati saranno disponibili – un aumento rilevante della mortalità per cause non Covid. E se proprio dobbiamo pensare a una categoria di persone che maggiormente hanno subito gli effetti della pandemia dovremmo casomai pensare agli anziani: costituiscono oltre il 90% dei decessi, ma anche degli effetti collaterali, non ultimo i danni fisici e psicologici causati dal lungo isolamento, lontano dagli affetti e dalle relazioni sociali. Ma per l’ideologia mondialista quello che conta è la condizione della donna, preferibilmente in conflitto con l’uomo.

Dietro queste analisi e relativi rimedi, poi, c’è una forte concezione elitaria: Melinda Gates offre il suo pensiero di “illuminata” ai leader mondiali che quindi dovranno agire di conseguenza. Le cose sono andate o stanno andando male, ma se seguirete le mie indicazioni – dice Melinda – trasformeremo un fenomeno negativo nell’opportunità di costruire un mondo nuovo, più bello e più giusto.

Quello che sfugge a questi personaggi è che lo stato di inferiorità delle donne (ma bisognerebbe aggiungere anche i bambini) in tanti paesi – vedi soprattutto l’Africa, i paesi musulmani, l’India – è il frutto di una cultura che non si cambia per decreto delle Nazioni Unite. E ogni cultura ha dietro una concezione religiosa. L’imposizione per legge di un comportamento può avere un impatto solo superficiale. Solo un principio nuovo che genera una nuova cultura può avviare un processo vero di cambiamento. Solo il cristianesimo, ad esempio, può portare il valore assoluto della persona, la pari dignità di ogni essere umano, il valore positivo del lavoro, così come ha fatto nella civiltà occidentale. Ma è proprio il cristianesimo che in fondo queste élite internazionali vogliono superare, con l’imposizione di un’etica globale frutto dell’individualismo e del relativismo.

C’è poi un aspetto nell’articolo di Melinda Gates che va messo in rilievo e meglio spiega la concezione di questo umanitarismo. Melinda lamenta infatti che a causa del Covid 49 milioni di donne in più sono rimaste senza contraccettivi, e questo – dicono le stime – significherà 15 milioni di gravidanze non pianificate aggiuntive. E qui Melinda diventa molto dura nell’attaccare la comunità internazionale che ha trascurato questo aspetto: tutto può accadere nel corso di queste crisi sanitarie, ma i contraccettivi non devono mai mancare.
Non per niente la Fondazione Bill e Melinda Gates è fortemente impegnata nel finanziare progetti di diffusione della contraccezione, secondo la tradizione delle Società di Eugenetica di cui la famiglia Gates è erede. Il controllo delle nascite è uno dei pallini fissi di Bill e Melinda, e il Covid diventa ancora una volta lo strumento per fare avanzare la propria agenda.

Si presentano come benefattori dell’umanità, ma in realtà lavorano per contenerla e ridurla, grazie alla loro abbondante disponibilità finanziaria. Soprattutto il vero scopo di questi personaggi – non solo i Gates ovviamente - è il controllo dell’umanità, la possibilità di determinare comportamenti e pensiero, rendere tutta l’umanità a loro immagine e somiglianza.
Molto più pericoloso di eventuali complotti per vendere vaccini.