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Islam

Confermate in Pakistan due condanne a morte per blasfemia

L’Alta corte di Lahore ha confermato in appello la condanna alla pena capitale a due fratelli accusati di blasfemia per aver pubblicato su Internet materiale offensivo sull’Islam

La sezione di Rawalpindi dell’Alta corte di Lahore l’8 giugno ha confermato la sentenza di condanna alla pena capitale a due fratelli cristiani, Qaiser Ayub e Amoon Ayub, entrambi accusati di blasfemia. I due fratelli sono in carcere dal 2011, anno in cui sono stati denunciati da un imam con l’accusa di aver offeso il profeta Maometto pubblicando materiale blasfemo su Internet. L’imam ha affermato che, mentre stava navigando in rete, si è imbattuto in un blog contenente delle affermazioni blasfeme attribuite a Qaiser Ayub, identificato con nome, numero di telefono e indirizzo di posta elettronica. Lo stesso blog riportava anche il numero di telefono e l’indirizzo dell’ufficio di Amoon Ayub. In sostanza l’accusa è che il blog fosse stato aperto dai due fratelli che pertanto sono stati condannati a morte nel dicembre del 2018. A nulla sono valse le obiezioni degli avvocati difensori secondo i quali chiunque può creare un sito web e far credere che sia stato aperto da altri. I fratelli Ayub potrebbero essere vittime di alcuni musulmani con i quali avevano litigato e che avrebbero creato il sito internet con i loro nominativi per vendicarsi. Durante il ricorso, aperto a febbraio, gli avvocati difensori hanno rimarcato la totale mancanza di prove a carico dei fratelli Ayub non essendo stato possibile individuare chi effettivamente aveva aperto il blog che li incrimina. Tuttavia l’Alta corte ha ignorato le argomentazioni degli avvocati e ha confermato la condanna a morte. “Questo è un altro passo indietro per il Pakistan, dove le minoranze religiose vengono imprigionate e uccise a causa di false accuse di blasfemia da oltre tre decenni” è il commento inviato all’agenzia Fides, che riporta la notizia, dall'European Center for Law and Justice che sta preparando un ricorso da presentare alla Corte Suprema del Pakistan.