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Jihad

Cinque villaggi cristiani attaccati in Congo

Jihad

 

Tra il 12 e il 14 agosto diversi villaggi cristiani nell’Ituri, una delle province orientali della Repubblica democratica del Congo, sono stati attaccati dalle Adf, Allied Democratic Forces, un gruppo jihadista costituitosi in Uganda  negli anni 90 del secolo scorso che si è trasferito in Congo da oltre 20 anni e dal 2018 si è affiliato all’Isis, lo Stato Islamico. Il 12 agosto le Adf hanno attaccato Madududu dove hanno ucciso due persone, ne hanno rapite diverse e hanno dato fuoco a molte abitazioni. Gli abitanti del villaggio superstiti sono fuggiti in quelli vicini. Il giorno successivo hanno presi di mira i villaggi di Bana Congo, Anditongo e Kawame. Il bilancio nei primi due villaggi è di due morti e un ferito. Inoltre hanno rubato i medicinali dell’ambulatorio e hanno incendiato delle abitazioni. A Kawame hanno ucciso tre persone. Il 14 agosto, prima che facesse giorno, hanno raggiunto Mapili dove hanno ucciso quattro persone, ne hanno ferito gravemente una e ne hanno rapite molte, delle quali finora non si sa che ne sia stato. Un abitante del villaggio, scappato insieme a diversi altri, ha raccontato di aver sentito gli aggressori gridare più volte “bismillah”, che in arabo vuol dire “nel nome di Allah”, un’espressione spesso usata all’inizio delle preghiere islamiche. La frequenza degli attacchi jihadisti ormai è insostenibile. La popolazione reclama interventi urgenti da parte delle autorità governative. “Questi atti terroristici – spiega monsignor Cyrile Kambale, vescovo della diocesi di Beni – non sono soltanto una minaccia per la nostra sicurezza, ma continuano anche a impoverire la popolazione cristiana locale. Come cristiani viviamo nella paura ogni giorno, non possiamo continuare a vivere nel terrore che in qualsiasi momento potremmo essere attaccati dagli islamisti”.