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INTERVISTA/IL VESCOVO GINOUX

«Cattolici soffocati dall'aggressività di laicismo e islam»

Le chiese incendiate in Francia sono solo la punta dell'iceberg di un clima di ostilità nei confronti dei cristiani. C'è una convergenza evidente tra forze laiciste e una presenza sempre più significativa dell'islam. Mentre si costruiscono moschee, le chiese cristiane - il cui mantenimento spetta allo Stato - vengono abbandonate a loro stesse e chiuse. Parla il vescovo di Montauban, Bernard Ginoux, che su Santa Sofia dice: «L'accordo di Abu Dhabi è stato vanificato, Erdogan sta attuando una politica di espansione ed egemonia nel Mediterraneo in nome dell'islam, con lui il dialogo è impossibile».
- DUE ISLAM SI SCONTRANO SU CHIESE E SANTA SOFIA, di Anna Bono

Libertà religiosa 24_07_2020 English Español

Le immagini della cattedrale di Nantes in fiamme hanno provocato, purtroppo, un effetto déjà-vu. Difficile non tornare con la memoria al tragico incendio che poco più di un anno fa divorò un simbolo della cristianità come Nôtre Dame. Assistere a scene di chiese in fiamme, quando non vengono vandalizzate in maniera blasfema o demolite per far spazio a parcheggi, sta diventando tristemente comune nella ex cattolicissima Francia. Molti commentatori hanno sottolineato l'aspetto simbolico di questi episodi, ma la dimensione del fenomeno è tale da richiedere una presa di coscienza. Paure, attese e speranze della Chiesa d'oltralpe: la Nuova Bussola Quotidiana ne ha parlato con monsignor Bernard Ginoux, vescovo di Montauban, nella regione occitana.

Eccellenza, davanti all'incendio di Nantes i cattolici francesi si sentono più impauriti o più abbandonati?
L'incendio - apparentemente intenzionale - divampato nella cattedrale di Nantes sabato mattina arreca molta sofferenza alla diocesi di Nantes, ai fedeli e a tutti i cattolici. I media hanno mostrato tante immagini, fatto molti commenti. Sono arrivati ​​i ministri, ha parlato il presidente della Repubblica. Un uomo è stato preso in custodia e poi rilasciato. Oggi l'indagine continua per "incendio doloso" nelle parole del procuratore. Ma dobbiamo preoccuparci di cosa succederà dopo, come ci insegna il precedente delle indagini sul fuoco di Notre-Dame de Paris avvolte, fino ad oggi, dal silenzio.
È difficile non includere questo incidente in un elenco che è in crescita da due o tre anni sul territorio francese. A ciò si aggiunge il degrado e la profanazione di chiese o cappelle. È triste vedere che la maggior parte delle volte gli autori di questi illeciti non vengono identificati e le indagini falliscono.

Lo storico italiano Marco Gervasoni ha scritto che gli incendi e i crolli di tante chiese ogni anno in Francia dimostrano "un congenito disinteresse degli ultimi governi". Questa noncuranza può nascondere le ragioni ideologiche di chi vuole andare oltre la laicità dello Stato e puntare alla laicizzazione della società?
In Francia, lo Stato possiede le cattedrali costruite prima del 1905 in virtù della Legge di separazione tra Chiesa e Stato. Inoltre, secondo questa legge, le chiese parrocchiali costruite prima del 1905 sono di proprietà dei comuni. I proprietari hanno quindi il dovere di mantenere questi edifici per consentirne un uso sicuro. Ma forti correnti frutto della mentalità secolarista stanno cercando di scavalcare questo obbligo, sostenendo che lo Stato non dovrebbe finanziare il mantenimento di edifici religiosi. Inoltre, la presenza significativa dell'islam che costruisce moschee è un pretesto per non "favorire" un'altra religione. L'egualitarismo sembra essere un imperativo per non mantenere le chiese cattoliche.
Bisogna essere pazienti e insistere per ottenere ciò di cui si ha bisogno. Sempre più spesso, quando edifici o cappelle presentano rischi per gli utenti, è più facile chiuderli che trovare i fondi necessari per il loro restauro.

Commentando l'incendio di Notre Dame, Macron ha parlato di "letteratura", di "immaginario" ed ha persino tirato in ballo "il destino", ma nessun accenno all'identità cristiana. 
Il presidente della Repubblica ha definito la cattedrale di Notre Dame un tesoro culturale. Questo non è falso ma essa è innanzitutto l'espressione della fede cristiana dei nostri antenati e di questi secoli che hanno modellato la Francia, vale a dire le "radici cristiane" della nostra nazione. È stato detto che "le cattedrali sono lo specchio della Francia" perché c'è la vita degli uomini e il loro incontro con il Dio che diventa uomo. È certo che una corrente secolarista, con un'ideologia aggressiva, vuole strappare l'anima della Francia in questo modo.

Secondo le statistiche del Ministero dell'Interno, tra il 2008 ed il 2018 gli episodi di cristianofobia in Francia sono aumentati del 250%. Nel 2019 ci sono stati più di mille attacchi a luoghi di culto ed il 90% di questi hanno riguardato chiese cattoliche. Quand'è che la Francia ha smesso di essere, riprendendo una citazione di De Gaulle, la "figlia maggiore" della Chiesa?
Gli atti contro i luoghi di culto cattolici, i sacerdoti come padre Hamel e gli attacchi fisici e morali sono aumentati negli ultimi anni e sono poco perseguiti nei tribunali. Si ricorda spesso che "la Chiesa deve perdonare"! La Francia ha da tempo cessato di essere "la figlia maggiore della Chiesa" oppure è una figlia che dimentica le sue origini. Siamo in un momento di forte scristianizzazione in cui la tradizione cristiana non irriga più la cultura contemporanea. I giovani per la maggior parte ignorano totalmente la religione dei loro padri. Possono quindi essere trascinati in vicoli ciechi mortali.

Monsignor Dominique Rey, vescovo di Fréjus-Toulon, sostiene che questa intolleranza sia frutto della convergenza tra il laicismo e l'emergere schiacciante dell'islam. Lei è d'accordo? 
Monsignor Rey ha ragione nel sostenere che la società francese si sta indurendo sotto l'influenza del secolarismo, che denuncia qualsiasi cosa che sembra favorire il cattolicesimo, e sotto l'influenza di una corrente islamica che vuole imporre la sua presenza. Il secolarismo ha vietato i manifesti anti-aborto o ha impedito agli oratori di parlare in determinati luoghi (Sciences-Po a Parigi). In questi giorni un deputato nel suo discorso all'Assemblea nazionale ha sostenuto che un vescovo non ha il diritto di esprimere un'opinione sulle proposte di legge. I simboli religiosi come le croci non possono essere indossati negli uffici pubblici. D'altra parte, il velo islamico è diventato ampiamente accettato, i prodotti halal hanno scaffali molto importanti nei supermercati che, come i media, pubblicano pubblicità speciali per il Ramadan. La società è sempre più segnata dalla presenza dell'islam. Ovviamente descrivere questa realtà non è una critica perché i musulmani devono essere cittadini a pieno titolo, ma se il secolarismo è una lotta contro la religione, deve evitare il pregiudizio sistematico di attaccare la Chiesa cattolica. Altrimenti è un atteggiamento puramente ideologico.

C'è una persecuzione fisica che vediamo con gli incendi dolosi alle chiese, ma anche una persecuzione mediatica che si è manifestata, ad esempio, nel caso giudiziario del cardinale Barbarin, poi totalmente assolto dalle accuse contro di lui ma nel frattempo delegittimato dall'opinione pubblica. Perché i cattolici sono così nel mirino in Francia e quale delle due persecuzioni è più pericolosa?
È indubbiamente attraverso i media che gli attacchi contro la Chiesa sono più forti perché questi attacchi sono presentati come la verità. Nel caso del cardinale Barbarin, i media ci tengono a ricordare l'affaire Preynat per evocare lo scandalo che ha colpito il cardinale. Sappiamo che i media possono distruggere chiunque e l'abbiamo visto ampiamente nell'arena politica. Sono anche la causa di molte paure: la paura dei media paralizza molti leader della Chiesa. È vero che non siamo liberi da peccati e difetti, ma la Chiesa per 2000 anni ha portato al mondo un bene di cui esso vive (uguaglianza, fratellanza, rispetto per la vita, attenzione per i più deboli ...) anche se c'è ancora molto da fare.

A proposito di islam; su Twitter ha scritto che la decisione di Erdogan di riconvertire Santa Sofia in una moschea è un "rifiuto del documento di Abu Dhabi" e dimostra che il "dialogo è impossibile". Perché la pensa così? 
In seguito alla vicenda di Santa Sofia, ho detto che il dialogo con Erdogan è impossibile e che il documento di Abu Dhabi è stato vanificato. La penso così perché il presidente turco sta attuando una politica di espansione ed egemonia nel Mediterraneo in nome dell'islam. Non lo nasconde e compie azioni coerenti. Dobbiamo distinguere tra il dialogo con i musulmani, nel rispetto reciproco e nell'ascolto, dal dialogo con l'islam, la cui essenza è la conquista. Conoscersi bene è una necessità per il dialogo tra le persone. Il dialogo sulla vita deve essere sempre cercato, il dialogo politico e religioso è molto più difficile perché i nostri approcci si confrontano con diverse realtà culturali e religiose.

Riprendendo il titolo di un libro dell'ex ministro Philippe De Villiers: le campane suoneranno ancora domani in Francia o hanno già smesso di farlo?  
Sì, le campane suoneranno di nuovo domani! La Francia, come l'Europa, sta attraversando un periodo doloroso in cui la fede cristiana non è più il punto di riferimento. Le leggi della società dette di bioetica vogliono essere il trionfo di un mondo senza Dio. L'uomo contemporaneo vuole credere nella sua autorealizzazione. Rifiuta di essere una creatura e si fa giudice del bene e del male. Questo è l'antico peccato delle origini "diverreste come Dio". Quando pensa di aver raggiunto questa pienezza, l'uomo vedrà il suo fallimento. Ma il Dio sempre presente gli ha mandato un Salvatore. In quel momento gli occhi si apriranno e vedranno Dio. Questa è l'incrollabile speranza cristiana. Vorremmo semplicemente che l'uomo nella sua follia non venga oggi per distruggere se stesso e annientare il mondo. Quando è privato di tutta l'ideologia, il rispetto ambientale procede da questa speranza: se l'uomo accetta la salvezza di Dio, vedrà la salvezza del mondo.