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Missionari

Ancora prigioniere nove persone rapite ad Haiti

Sono la missionaria laica Gena Heraty, direttrice di un orfanotrofio, sette dipendenti della struttura e un bambino di tre anni disabile

Cresce la preoccupazione per le nove persone sequestrate ad Haiti il 3 agosto, tuttora nelle mani dei loro rapitori. È rimasto inascoltato anche l’appello di Papa Leone XIV che durante l’Angelus del 10 agosto ne aveva chiesto il rilascio immediato. Autori del sequestro sono i membri di una delle innumerevoli bande armate che tengono in ostaggio la capitale Port-au-Prince. La mattina del 3 agosto il gruppo ha attaccato l’orfanotrofio Saint-Hélène, situato nell’area metropolitana, e hanno prelevato la direttrice, Gena Heraty, una missionaria laica irlandese che presta il suo servizio nel paese da 30 anni, sette dipendenti della struttura e un bambino disabile di tre anni. L’orfanotrofio, che ospita oltre 200 bambini, è gestito dalla Nos Petits Frères et Soeurs (NPH), un’organizzazione umanitaria fondata in Messico da padre William B. Wasson nel 1954, specializzata nell'assistenza a bambini disabili. “NPH gestisce diverse altre strutture ad Haiti – spiega l’agenzia di stampa Fides – tra cui l’Ospedale Pediatrico St Damien di Tabarre, l’unico ospedale che offre cure oncologiche pediatriche. In seguito ai rapimenti, NPH e la Fondazione St Luke per Haiti, una missione gemella fondata da haitiani cresciuti nelle case di NPH, hanno annunciato la chiusura delle loro attività fino alla liberazione dei rapiti”. In una dichiarazione congiunta hanno detto: “Non ci arrenderemo. Continueremo a lottare per un’Haiti giusta, dove vi sia rispetto per la dignità umana e la vita”. L’arcidiocesi di Port-au-Prince in un comunicato ha definito il rapimento “un nuovo atto di barbarie” e “un attacco ai più nobili aspetti della società”, una prova “del fallimento dello Stato e di una società che sta perdendo sensibilità verso la vita”, in cui “l’inimmaginabile diventa routine” e in cui “i luoghi dedicati all’assistenza, all’istruzione, al rifugio e alla speranza stanno diventando bersagli”. Non intervenire contro tali attacchi – conclude il comunicato firmato da monsignor Max Leroy Mesidor, arcivescovo della capitale – equivale a essere complici della lenta, ma certa distruzione del paese”. Le bande armate controllano il 90% del territorio di Port-au-Prince. In tutta Haiti, secondo dati delle Nazioni Unite, in tre mesi, da aprile a giugno, sono state rapite almeno 185 persone. Una forza di sicurezza Onu, proposta e guidata dal Kenya, è dispiegata nella capitale dallo corso anno. Nonostante le rassicurazioni del governo kenyano di una rapida e risolutiva operazione, la presenza dei poliziotti kenyani, circa 800 arrivati in più riprese, e di alcune centinaia di militari e agenti di polizia inviati da Belize, Giamaica, Bahamas, Guatemala, El Salvador, finora è risultata pressoché irrilevante.