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Asia

Altre chiese bombardate nel Myanmar

L’esercito governativo ha lanciato delle bombe su due chiese uccidendo almeno 15 persone, inclusi otto bambini, e ferendone decine

Almeno 15 persone, forse 19, tra cui otto bambini, sono state uccise e una trentina ferite in Myanmar domenica 7 gennaio quando un aereo dell’esercito governativo ha bombardato il loro villaggio nel distretto nord occidentale di Tamu. Il bilancio è destinato ad aumentare perché alcuni dei feriti sono in gravi condizioni. In tutto sono state lanciate sei bombe, sostengono dei testimoni. Le prime hanno colpito due chiese. Subito dopo c’è stato un secondo attacco, quello più letale perché ha fatto strage tra le persone che erano corse fuori dalle due chiese per cercare di mettersi in salvo. Anche alcune case vicine hanno subito danni. L’ultima bomba è caduta nei pressi della scuola del villaggio. I mass media di Stato hanno negato il bombardamento sostenendo che quel giorno nessun aereo governativo era operativo nella zona, ma fonti attendibili lo hanno confermato. Il villaggio è sotto il controllo di uno dei People’s Defence Force, i tanti gruppi ribelli che dal colpo di stato del 2021 lottano contro il regime militare e che per il governo sono terroristi. Quel giorno era previsto l’arruolamento di nuove reclute che si è svolto nella vicina giungla. “Se avessero colpito l’area in cui avveniva il reclutamento si poteva capire – ha commentato una fonte – e invece hanno bombardato delle chiese e delle aree pubbliche”. Altre chiese e fedeli sono già stati vittime della guerra. Il 26 novembre è stato attaccato da truppe governative persino il complesso della cattedrale di Cristo Re di Loikaw e l’annesso Centro Pastorale, nello stato di Kayah. Il complesso è stato bombardato infliggendo danni anche alla chiesa e, siccome la città ha una importanza strategica, i militari hanno deciso di stabilirvi una loro base. Il vescovo della diocesi di Loikaw, monsignor Celso Ba Shwe, dieci sacerdoti, 16 religiosi e diversi dipendenti, in tutto 82 persone, sono stati costretti a lasciare la struttura il giorno successivo e sono tuttora sfollati.