Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Lutgarda a cura di Ermes Dovico
il report popolazione

Unfpa in cortocircuito: si lagna della denatalità e spinge sull'aborto

Ascolta la versione audio dell'articolo

Fine del mito della sovrappopolazione, ma non della lucrosa ideologia abortista. Il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA) denuncia come il mondo stia attraversando una crisi di fertilità. Ma la ricettà è un maggior accesso all'aborto e alla contraccezione. 

Vita e bioetica 16_06_2025

Il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA) ha pubblicato martedì scorso il suo annuale "Rapporto sullo Stato della Popolazione Mondiale", nel documento si denuncia come il mondo stia attraversando una crisi di fertilità e la maggior parte delle politiche attuate per contrastarla siano inefficaci. La dottoressa Natalia Kanem, direttore esecutivo dell'UNFPA, ha dichiarato che «il problema è la mancanza di scelta, non il desiderio... Questa è la vera crisi della fertilità, e la risposta sta nel rispondere a ciò di cui le persone dicono di aver bisogno: congedi familiari retribuiti, cure per la fertilità a prezzi accessibili e partner di supporto. Il 39% delle persone ha dichiarato che i vincoli finanziari li hanno portati ad avere meno figli di quelli desiderati o che probabilmente lo faranno». Insomma, secondo l’UNFPA c’è una reale mancanza di libertà di scelta delle persone che vorrebbero avere più figli ma non possono assecondare il loro desiderio a causa di norme ingiuste e mancanza di investimenti. Tuttavia, tra le soluzioni caldeggiate dall’UNFPA, ci sono quelle di promuovere la contraccezione e la libertà di aborto libero, facendo meno discorsi allarmistici sulla scomparsa dell’umanità. Una follia totale. 

Fine del mito della sovrappopolazione ma non della lucrosa ideologia abortista, contraccettiva e malthusiana che ha caratterizzato gli ultimi 50 anni del secolo scorso e i primi due decenni del XXI secolo. I profittevoli genocidi delle multinazionali abortiste non si fermeranno, lo abbiamo descritto su queste pagine, illustrando le nuove linee guida dell’OMS, pubblicate a fine aprile, a favore della contraccezione “per sempre” per bimbi, adolescenti e giovani dei paesi in via di sviluppo. Un programma sostenuto, nei fatti, dal maggior donatore privato dell’OMS. Quel Bill Gates, co-fondatore di Microsoft e co-presidente della Bill & Melinda Gates Foundation, che ha annunciato, il 6 giugno, di donare la maggior parte della sua fortuna di 200 miliardi di dollari entro i prossimi 20 anni, per migliorare la salute e l'istruzione in Africa, tra cui il miglioramento della salute materna, la nutrizione infantile e l'utilizzo di tecnologie come l'intelligenza artificiale per migliorare l'assistenza sanitaria e l'istruzione. In questo contesto, assurdo e omicida, il documento dell’UNFPA denuncia come la crisi demografica sia causata dalle lacune dell'educazione e dell’uso dei contraccettivi e limiti alla libertà sessuale e abortiva. Pochi figli perchè pochi aborti o pochi profilattici? Un azzardo indegno. 

Nel documento, frutto  di un sondaggio condotto su 14.000 persone in 14 paesi, si legge che «la maggior parte delle persone desidera avere figli», ma molte di loro si sentono «escluse dalla genitorialità» perché, per oltre la metà degli intervistati, ci sono «preoccupazioni finanziarie, tra cui costi per l'alloggio, l'assistenza all'infanzia e l'insicurezza lavorativa». Il report valuta negativamente anche alcune politiche familiari e pro natalità, come i «pagamenti forfettari alla nascita di un bambino» e l’instabilità degli aiuti per «ridurre i costi di assistenza all’infanzia o di alloggio».

Sin qui tutto bene, condivisibile se si fosse passati ad una richiesta forte e proposta indifferibile a favore di investimenti per la maternità, la stabilità matrimoniale ed equità fiscale. Invece, la bizzarria dell’ONU non conosce freni e la soluzione proposta dall'UNFPA è quella di rendere l'aborto più facile e smettere di parlare di declino demografico: uccidere, censurare e tacere! Si legge nel documento, tra l’altro, che «i paesi dovrebbero ampliare la scelta in materia di riproduzione e…migliorare l'accesso ai servizi di salute riproduttiva per tutti, soprattutto per coloro che sono attualmente esclusi: persone con disabilità, minoranze etniche, migranti e altri…Può anche significare estendere il supporto familiare, inclusi i servizi per la fertilità e l'adozione, a persone troppo spesso escluse: le persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+, le persone single e le donne un tempo considerate "troppo anziane" per essere madri adatte». 

La crescita demografica tuttavia, oltre a misure fiscali, previdenziali, economiche ed incentivi alla stabilità matrimoniale, richiede un ambiente ed una cultura civile e sociale favorevoli all’accoglienza e alla cura e, non di meno, una quota sostanziale della popolazione femminile abbia più figli, all’interno di una unione stabile. Gli autori del rapporto UNFPA hanno ipotizzato che le gravidanze indesiderate, comuni anche nei paesi con tassi di natalità molto bassi, rendano difficile per le persone pianificare attentamente le auspicabili famiglie numerose che altrimenti avrebbero desiderato, ma nel documento non ci sono prove del fatto che un accesso completo all'aborto possa contribuire a superare questa ipotetica ansia.

Nella sintesi finale del documento, si ricorda come le «persone hanno bisogno di speranza. Hanno bisogno di speranza per il proprio futuro e per il futuro dei figli che desiderano avere. Per questo, i politici devono ascoltare i bisogni delle persone» e, per questo, secondo l’UNFPA l'allarmismo sul declino demografico potrebbe creare un circolo vizioso, rendendo i giovani nervosi all'idea di avere figli. Il rapporto critica anche le campagne che incoraggiano le persone a creare famiglie stabili, laddove vi si afferma che i «crediti d'imposta per i genitori possono offrire un aiuto fondamentale, ma possono anche stigmatizzare le persone che ottengono i benefici e che gli incentivi per famiglie più numerose o più piccole possono portare a limitazioni della scelta riproduttiva». 

Oggi di soluzioni facili non ce ne sono, nè ci si può illudere di risalire la china in tempi brevi, ma ciò non giustifica assolutamente la promozione di contraccezione e aborto, nè la pavida scelta di governi nazionali, istituzioni internazionali ed europee di non fare nulla, nè a favore della stabilità matrimoniale, nè per quella della giustizia fiscale delle famiglie con figli. Subire l’estinzione di intere nazioni senza batter ciglio, non è la soluzione, è solo grave complicità.