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Grecia, isola di Lesbo

Una croce offende gli emigranti, dei vandali la abbattono

A Lesbo è stata abbattuta una croce di cemento che una Ong sosteneva essere stata eretta per impedire agli immigrati ospiti dell’isola di nuotare nel mare sottostante

Migrazioni 19_10_2018

L’intolleranza religiosa si manifesta in modi e situazioni inimmaginabili. All’inizio di settembre sull’isola di Lesbo, che ospita migliaia di emigranti irregolari e richiedenti asilo, era stata eretta su una roccia a picco sul mare una enorme croce di cemento. Pochi giorni dopo, l’organizzazione non governativa “Coesistenza e comunicazione nell’Egeo” aveva scritto al sindaco per chiedergli di toglierla: “il crocifisso è stato eretto per impedire ai migranti e ai rifugiati di venire qui a nuotare. Questo atto è illegale e offensivo soprattutto verso il simbolo della cristianità che è un simbolo di amore e sacrificio, non di razzismo e intolleranza. Si sbarazzi di questo simbolo religioso inappropriato in un luogo dove la gente nuota”. Giustamente Leone Grotti, autore dell’articolo pubblicato sulla rivista “Tempi” l’11 ottobre in cui sono riprodotti brani della lettera, ha commentato: “non è chiaro perché una croce dovrebbe impedire a chiunque di nuotare”. Sta di fatto che nella notte del 7 ottobre qualcuno ha abbattuto la croce. Le autorità locali non hanno finora commentato ufficialmente l’atto vandalico. I principali quotidiani della Grecia riportano la notizia che gli abitanti autoctoni di Lesbo hanno intenzione di ricostruirla, proprio nel punto in cui sorgeva quella distrutta, sotto il castello di Mitilene.