Un sacerdote liberato in Camerun, un altro ucciso in Kenya
Mentre in Camerun la Chiesa festeggia la liberazione di don Mbaibarem, in Kenya piange la morte di don Maina, ucciso a scopo di rapina

Nella notte tra il 15 e il 16 maggio, dopo otto giorni di prigionia, è stato liberato in Camerun don Valentin Mabibarem, il parroco della chiesa di San Giovanni Battista di Madingring che era stato rapito il 7 maggio insieme ad altre cinque persone mentre percorreva la strada che collega Guidjiba e Tcholliré, una arteria pericolosa lungo la quale i sequestri di persona a scopo di estorsione sono frequenti. La buona notizia è stata data da monsignor Faustin Ambassa Ndjodo, arcivescovo di Garoua. Don Mbaibarem è in buone condizioni fisiche, ha detto monsignor Ndjodo all’agenzia di stampa Fides che lo ha contattato. È stato l’ultimo dei sei ostaggi a essere rilasciato, ha spiegato. Quattro sono stati liberati prima e un quinto è deceduto mentre era nelle mani dei rapitori. Don Mbaibarem ha raccontato che l’uomo, un insegnante, era ammalato: “i rapitori hanno costretto gli ostaggi a marce forzate nella foresta. Visto che lui non riusciva a tenere il passo con gli altri, lo hanno picchiato per costringerlo a camminare. Alla fine purtroppo il suo fisico non ha retto”. Monsignor Ndjodo sostiene che la diocesi non ha pagato alcun riscatto per la liberazione del sacerdote: “non abbiamo pagato nessuna somma per il rilascio del nostro sacerdote. Non so se altri lo abbiamo fatto”, ha dichiarato. Mentre in Camerun la comunità cattolica si rallegra per il ritorno a casa di don Mbaibarem, in Kenya la Chiesa piange la perdita di un sacerdote, John Maina, parroco di Igwamiti, che quasi sicuramente è stato vittima di una aggressione a scopo di rapina. Il 15 maggio un motociclista lo ha trovato gravemente ferito sul ciglio della strada che collega Nakuru alla capitale Nairobi, lo ha soccorso e lo ha portato al più vicino ospedale dove purtroppo è deceduto. Don Maina prima di morire è riuscito solo a dire di essere stato rapito. Si ritiene che sia stato seguito e aggredito per rubargli il denaro donatogli alcuni giorni prima dall’ex vicepresidente Rigathi Gachagua che, insieme ad altri politici, aveva presenziato a una messa da lui officiata per celebrare il giubileo d’argento della sua parrocchia e l’ordinazione di padre Simon Thuita. I suoi parrocchiani lo ricordano così: “padre Maina era più di un semplice uomo di chiesa. Era una voce per chi non aveva voce, un pilastro di pace e un servitore del popolo”.