Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Luigi Maria Grignion di Montfort a cura di Ermes Dovico
I NOSTRI SOLDI

Ue, milioni a pioggia per finanziare l'agenda Lgbt con l'Erasmus

Ascolta la versione audio dell'articolo

L’“Erasmus+” vede finanziati cospicui progetti di promozione del transgenderismo che, secondo i mandarini europei, possono aprire la mente dei ragazzi del continente. Uno spreco di denaro pubblico che serve per promuovere l'agenda omosessualista e che vede l'Italia in prima fila con centri e università. 

Esteri 03_02_2024

Erasmus+” è il programma dell’UE per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport in Europa. Con una dotazione oltre 26 miliardi di euro di euro del bilancio per sette anni (2021-2027), coinvolge oltre 4 milioni di partecipanti e pone un forte accento sull’inclusione sociale, sulla transizione verde e digitale e sulla promozione della partecipazione dei giovani alla vita democratica o meglio, come dice la front page del sito dedicato, «Erasmus+ arricchisce la vita, apre la mente». Ebbene, in perfetta linea con le indicazioni del Parlamento e della Risoluzione 2021/2557 approvata lo scorso 11.03.2021, la proclamazione dell’Europa come «zona di libertà LGBTQ”, anche per questo 2024, l’“Erasmus+” vede finanziati cospicui progetti di promozione del transgenderismo che evidentemente, secondo i mandarini europei, possono aprire la mente dei ragazzi e giovani del continente. 

Sul sito web della Commissione europea è possibile cercare i progetti completati e in corso di realizzazione tra quelli di Erasmus+, introducendo il filtro di ricerca “LGBTI+”, si possono trovare 210 progetti completati negli scorsi anni e 51 in corso di attuazione. Tra gli attuali, sono almeno 21 progetti che ricevono ingenti finanziamenti dell'UE e si concentrano fortemente sulla promozione esplicita della ideologia e del trasformismo LGBTQ+, obiettivo dichiarato da questi progetti.

Grazie a questa semplice ricerca che ciascuno può verificare e controllare, anche nei prossimi mesi, si scopre che il finanziamento totale che i 21 progetti in corso ricevono ammonta a 2.429.266 euro, tutti provenienti dal bilancio dell'Unione Europea. Se è vero, lo ripetiamo che l’obiettivo generale del programma Erasmus+ è sostenere lo sviluppo educativo, professionale e personale delle persone coinvolte nell'istruzione, nella formazione, nelle politiche giovanili e nello sport attraverso l'apprendimento permanente, come viene speso il denaro dei contribuenti dell'UE in questi 21 progetti?

Ne abbiamo scelti alcuni che possano ben dimostrare lo spreco, anzi il danno, che sia arreca alle giovani generazioni di europei quando si gettano soldi nelle mani di lobbies dedite alla diffusione della ideologia gender e della depravazione sessuale. Il progetto dedicato al “DragTivism”, cioè un maschio, che usa abiti sgargianti e trucco pesante per imitare ed esagerare i significanti di genere femminile dedicato a giovani maggiorenni. DragTivism, anch'esso finanziato con fondi dell'UE, dal 2021 ad oggi con cifre che vanno dai 25 ai 32 mila euro annui, condivide sui propri social media le proprie iniziative e commenti dei partecipanti «da Portogallo, Spagna, Italia, Grecia e Slovacchia» ed altri paesi europei, tra i quali “studenti” che si sono formati «sviluppando una personalità drag e imparando le abilità drag, i giovani saranno in grado di trasferire le competenze che hanno acquisito nella loro vita quotidiana».

Non si può infatti dimenticare come il progetto di “DragTivism, abbia secondo gli organizzatori, gli studenti e i burocrati che lo finanziano, «poteri curativi contro il bigottismo, la meschinità mentale e l'odio».

Il “Training to Raise Awareness and Inclusion of Transgender (TRAIT), 250 mila euro di finanziamento, che si propone di «raggiungere i seguenti obiettivi specifici: aumentare le conoscenze e le competenze dei professionisti sulla questione LGBTQ+; arrivare alla descrizione di unità di risultati di apprendimento che possano essere valutati e utilizzati nella descrizione e valutazione dei profili professionali; ridurre la vittimizzazione secondaria, i pregiudizi, gli stereotipi e la discriminazione;  aumentare la consapevolezza pubblica dei bisogni LGBTQ+. A questo progetto partecipa, oltre ad associazioni d Spagna, Slovacchia e Repubblica Ceca, anche l’Associazione Paradigma di Caserta.

Il “GAMe-based tools to Foster an INtegrative model for early Gender Equality Education”, finanziato con 361 mila euro e che promuove l’attenzione alla diversità di genere è una sfida nell'attuale sistema educativo in Europa, si rivolge a famiglie, insegnanti, esperti di giochi e tematiche LGBTI e bambini dagli 9 ai 15 anni e riguarderà istituzioni e associazioni di Spagna, Repubblica Ceca e Romania;

Il “LGBTIQ Youth affermative mental health approaches”, finanziato con 242 mila euro coinvolge associazioni e lobbies di Ungheria, Irlanda, Grecia e Montenegro e si propone di «aumentare la qualità della salute mentale nella popolazione giovane LGBTIQ…e rafforzare le capacità delle organizzazioni nel campo della salute mentale LGBTIQ».

Il “Promoting pluralistic education in European universities to combat invisible discrimination related to LGBTQ+”, sostenuto con 250 mila euro, coinvolge Polonia, Lituania, Grecia e ha l’Università di Siena come coordinatrice del progetto che ha lo scopo di «promuovere una cultura capace di contrastare l'omofobia o la transfobia invisibili e di promuovere una cultura delle differenze; a produrre un cambiamento culturale, non lavorando solo con il gruppo specifico, ma agendo sulle ragioni strutturali che hanno causato il disagio» responsabilizzare gli studenti e l'intera comunità universitaria.

Infine, altro progetto coordinato dal  nostro paese, il “Pride Network Lead, finanziato con 250 mila euro e che coinvolge Polonia, Grecia, Spagna e l’Accademia IRSEI di Palermo, allo scopo di «creare, promuovere e testare un nuovo standard per il ruolo professionale di "Pride Network Lead", che sosterrà l'inclusione delle persone LGBTQ+ nell'ambiente di lavoro e costruirà l'apertura alla Diversità e all'Inclusione all'interno delle organizzazioni». L’Italia è in prima fila e, in questo caso, state pur certi che lobbies ed istituzioni dedite alla promozione del verbo LGBTQ del nostro paese spenderanno tutti i soldi fino all’ultimo centesimo.