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GUERRA IN EUROPA

Ucraina: la Russia prepara la rappresaglia e gli Usa si sfilano

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In assenza di concrete prospettive negoziali, le uniche vere notizie della guerra in Ucraina sono gli sviluppi sul campo, la minaccia russa di una rappresaglia e l'annuncio degli Usa sulla riduzione degli aiuti all'Ucraina. 

Esteri 12_06_2025
Ucraina, bombardamenti su Kharkiv (La Presse)

Le notizie più rilevanti dalla guerra in Ucraina riguardano gli sviluppi militari, le possibili rappresaglie russe per gli attacchi alle basi dei bombardieri, al ponte di Crimea e ai ponti ferroviari e infine il progressivo distacco degli Stati Uniti dai negoziati e dai coinvolgimento nel conflitto.

Ieri il ministero della Difesa russo ha affermato in un comunicato che unità militari del Raggruppamento Centro hanno raggiunto il confine occidentale della Repubblica di Donetsk "e continuano ad avanzare nella regione di Dnipro”, regione in cui finora i russi non erano penetrati.

I progressi dell’esercito russo continuano ogni giorno nelle regioni di Sumy, Kharkiv e Donetsk mentre in quella di Dnipro non è chiaro quali siano gli obiettivi di Mosca. Gli ucraini temono un'offensiva su vasta scala, mentre il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov, ha riferito della volontà di controllare una fascia di territorio lungo il confine con la regione di Donetsk che è una delle quattro che la Federazione Russa si è annessa (insieme alla Crimea) pur non controllandole ancora per intero.

Nelle ultime notti Mosca ha intensificato ulteriormente gli attacchi con droni e missili contro le installazioni militari e industriali ucraine, bersagliate ormai da oltre 400 ordigni ogni notte: un’offensiva favorita dal progressivo crollo delle capacità missilistiche antiaeree ucraine dovuto al sempre più scarso numero di armi disponibili e fornite dall’Occidente e dalle rotte di volo più alte utilizzate dai droni, che rendono di fatto inutili le difese aeree a bassissima quota costituite da mitragliatrici pesanti e cannoni di piccolo calibro. 

Mosca ha messo sotto tiro anche il Regno Unito, accusato di aver fornito supporto satellitare e intelligence alla messa a punto dei recenti attacchi ucraini in profondità sul territorio russo dopo che Trump ha detto a Vladimir Putin che gli Usa non hanno avuto nessun ruolo né erano stati informati degli attacchi.

La Russia ha accusato ieri formalmente il Regno Unito di essere direttamente coinvolto nei recenti attacchi di sabotaggio condotti dall’Ucraina contro infrastrutture interne russe. Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha dichiarato che vi è una “certezza del 100%” circa il coinvolgimento britannico in quelli che ha definito “attacchi terroristici”.

Secondo Lavrov, l’Ucraina non avrebbe potuto portare a termine attacchi così complessi senza l’assistenza esterna dei servizi segreti britannici. Ha inoltre suggerito un possibile coinvolgimento statunitense, anche se ha puntato il dito soprattutto contro Londra. «È ovvio che siano stati messi in atto dalla parte Ucraina, ma sarebbero stati impotenti senza l'aiuto degli inglesi», ha affermato.

Restano quindi gli interrogativi sulla rappresaglia che Mosca ha preannunciato, anche nel recente colloquio Trump-Putin, e sull’incognita se la risposta militare di Mosca colpirà solo l’Ucraina o anche qualche suo alleato coinvolto a vario titolo negli attacchi alla Russia. 

Un’ipotesi che non può essere esclusa è che la rappresaglia russa si manifesti in occasione del Vertice Nato dell’Aja il 24 e 25 giugno in cui i nodi dei rapporti sempre più critici tra Usa e alleati europei potrebbero venire al pettine. Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Pete Hegseth ha detto ieri in Senato che «abbiamo ripetuto più volte che il presidente Trump è impegnato per la pace in questo conflitto. In definitiva, la pace serve i nostri interessi nazionali, e pensiamo agli interessi di entrambe le parti, anche se tale esito non sarà preferibile a molti in quest'aula e a molti nel nostro Paese».

Hegseth ha affermato che la politica dell’Amministrazione Biden ha avvicinato Russia e Cina. Ha inoltre sottolineato che Pechino «preferirebbe un conflitto prolungato» tra Russia e Ucraina che manterrebbe gli Stati Uniti "vincolati". Dichiarazione che sembra anticipare la riduzione delle forze statunitensi in Europa a favore di un maggiore concentramento di truppe nel Pacifico, che Hegseth potrebbe annunciare al prossimo vertice della Nato in Olanda.

Il 10 giugno il responsabile del Pentagono aveva rivelato al Congresso che gli Stati Uniti ridurranno i fondi stanziati per l'assistenza militare all'Ucraina nel loro prossimo bilancio della difesa e per la prima volta Hegseth ha fatto mancare la presenza statunitense alla riunione del “Gruppo Ramstein” che riunisce i 50 paesi che aiutano l’Ucraina.

Anche nel governo tedesco sembrano emergere elementi che mettono in discussione la linea dura contro Mosca sostenuta dal cancelliere Friederich Merz. Esponenti del Partito Socialdemocratico tedesco hanno chiesto, in un manifesto interno, visionato dall’agenzia di stampa Dpa, la ripresa delle relazioni diplomatiche dirette con la Russia, in contrasto con la linea promossa dalla leadership del partito, in coalizione al governo con l'Unione Cdu/Csu. Il documento è stato firmato, tra gli altri, dall'ex capogruppo parlamentare Rolf Muetzenich, dall'ex leader del partito Norbert Walter-Borjans, dall'esperto di politica estera Ralf Stegner e da diversi membri del Bundestag tedesco e dei parlamenti dei Länder.

I firmatari chiedono «la ripresa del dialogo con la Russia - una volta messe a tacere le armi - su un ordine di pace e sicurezza per l'Europa che sia sostenuto e rispettato da tutti». Dopo la rivelazione del contenuto del documento, il Ministro della Difesa Boris Pistorius, socialdemocratico, ha definito il manifesto una "negazione della realtà" perché «viola il desiderio del popolo del nostro Paese di porre fine alla terribile guerra in Ucraina», ha dichiarato.

Il manifesto è firmato da oltre 100 esponenti politici, non è chiaro se siano tutti dell’Spd che è comunque forza di governo nell’esecutivo Merz, e potrebbe causare polemiche interne al partito in vista del congresso di fine giugno.

Merz, in imbarazzo, ha dichiarato che «noi del governo federale, Cdu, Csu e Spd, siamo completamente d'accordo sulla nostra valutazione della guerra che la Russia sta conducendo contro l'Ucraina e sulle conseguenze che ne devono derivare. E conto sul fatto che questa unità continui», ha aggiunto il cancelliere.