a cura di Stefano Chiappalone
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Ucraina: il conflitto si ripercuote sul calendario liturgico

Il Sismografo

Come annunciato dall'arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, oggi sarà resa pubblica la decisione del sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina in merito alla riforma del calendario liturgico.

L'arcivescovo maggiore lo ha anticipato venerdì scorso durante un incontro con gli studenti di Medicina di Ternopil', aggiungendo che è un passo da compiere «per molte ragioni» e che ora è «il momento migliore per farlo» (Il Sismografo). Inevitabile il collegamento in particolare al Natale e alla Pasqua, che cadono in date differenti rispetto ai cattolici latini, poiché i riti orientali (sia cattolici sia ortodossi) seguono il calendario giuliano.

Il vescovo latino di Kyev, mons. Vitaliy Kryvytskyi, spiega che «alla fine però in molte famiglie si festeggiava tutti e due i giorni», essendo in gran parte costituite tanto da cattolici di entrambi i riti quanto da ortodossi. Verosimilmente tra le «molte ragioni» alla base della riforma del calendario c'è il conflitto in corso e la conseguente volontà di distanziarsi dai russi anche sul piano liturgico. Il patriarca di Costantinopoli in proposito aveva detto che «se il processo andrà in porto, i russi resteranno da soli non solo a Natale ma anche nel giorno di Pasqua».