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PALINSESTI

Tv 2011 sconfortante, con qualche eccezione

Aumenta l'offerta con il digitale, ma la qualità si appiattisce verso il basso. Ma alcuni programmi culturali salvano il panorama.

Attualità 07_01_2011
telecomando tv

Difficile trovare tra le proposte televisive per il 2011 programmi che valga la pena seguire. Con l’arrivo del digitale l’offerta è sì quadruplicata, ma è come cercare in un giardino pieno di rovi il piccolo fiore nascosto. Vogliamo vederla in positivo? Il telespettatore può crearsi un proprio palinsesto.

L’impressione, scorrendo la programmazione per il nuovo anno dei canali ex analogici sia Rai che Mediaset o La7, è che ci siano più che altro conferme, mentre  le novità sono da ricercare soprattutto in tre o quattro nuovi canali digitali, come Rai Storia, che già dalle prime ore della giornata alterna sceneggiati d’epoca (Rewind), ad argomenti di attualità (Magazzini Einstein). Nel 2011 moltissimi saranno gli argomenti affrontati nel programma di punta, Dixit, dalle biografie di personaggi che in ogni campo hanno fatto la storia, a temi specifici attorno ai quali la puntata si costruisce, oltre che con interviste e filmati attuali, utilizzando quella preziosa miniera di materiali storici che proviene dalle teche Rai. Tra i prossimi speciali, ImpareRai. 50 anni di storia della TV educativa dal maestro Manzi ai giorni nostri, 23 Novembre 1980. Obiettivo Irpinia e La Rai racconta la storia della Mostra del Cinema di Venezia, nel solco del viaggio nella memoria collettiva che la rete si propone di percorrere.

Giovanni Minoli, direttore della rete, è tra i pochi a credere nel ruolo pedagogico della televisione e nelle produzioni il cui costo sia inversamente proporzionale alla qualità (una puntata di Dixit costa circa 35.000 euro, quanti invece gli eccessi e gli sprechi negli show di prima serata di Rai1 o Canale5 ?). Un giornalista laico capace di affrontare i temi più diversi senza preconcetti, con rigore, lucidità di analisi e con una pacatezza rara sugli schermi televisivi.

Sul fronte dei telegiornali segnaliamo l’arrivo del TG2000 targato TV2000, canale promosso dalla Conferenza episcopale italiana. Gli orari, le 12, le 16 e le 19.40, non essendo concorrenziali con i seguitissimi TG 1 e TG5, danno la possibilità di allargare il ventaglio dell’informazione nazionale, spesso appiattita sulla cronaca nera affrontata morbosamente e  le dichiarazioni dei leader politici.
Ma Tv 2000 è una televisione che attrae anche un pubblico alla ricerca di buone proposte culturali. Difficile incontrare altrove programmi quotidiani di qualità come La grande musica, tre appuntamenti (ore 9/15.30 e 20) diretti agli intenditori, agli appassionati o a chi solo ogni tanto vuole farsi trasportare da brani e opere eseguite dalle migliori orchestre, o come Tesori di Arte Sacra, “catalogo” filmato tra le ricchezze artistiche delle nostre Regioni, oltre le tappe consuete e le più note raccolte museali, giunto alla quarta edizione con 64 documentari all’attivo e condotto da storici dell’arte del calibro di Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani.

Tra gli spiragli che si sono aperti, segnaliamo alcune produzioni interessanti targate Rai 5 dedicate al design, alle grandi città, da Los Angeles a S.Paolo a Shenzhen a Tokyo (Megalopolis) o divertenti e leggere come Q.B. Quanto basta per un gastro-viaggio,  il mondo percorso attraverso ristoranti, bar e pasticcerie sia innovativi che tradizionali, ma soprattutto Passepartout e Emporio Daverio. Philippe Daverio, critico d’arte, gallerista e autore di programmi televisivi, propone percorsi artistici non canonici, capaci di legare in modo sintetico e brillante temi e aspetti della società, sollecitando l’attenzione degli specialisti e di chi non ne sa niente. Tutto senza spocchia da accademico, ma nel tentativo di fare cultura opponendosi al concetto di nazional-popolare, “serve solo a legittimare la mediocrità della stampa e l’assoluta modestia della televisione”.

In generale i modelli di comportamento che passeranno attraverso la televisione nel 2011 sono sconfortanti come l’anno passato, e non si dice una cosa nuova. Pensiamo agli show di punta come “Il grande fratello”o “Amici”, o a tutti i numerosi format che spingono a credere nella realizzazione individuale attraverso i famosi 15 minuti di celebrità, pagandola a qualsiasi prezzo, ma pensiamo anche a telefilm apparentemente “neutri”, come quelli del genere “medical” (Doctor House e Grey’s Anatomy). I medici si sono trasformati in sacerdoti di una tecnica che ha in suo potere la vita degli uomini, lontanissimi da una concezione della scienza che pone al centro l’uomo nella sua complessità. Il paragone con il celebre sceneggiato Rai del 1964, “La cittadella”, tratto dal libro di Cronin, ci dà l’idea della trasformazione della figura del medico avallata dalla televisione, se allora il dottore nella professione non dimenticava la pietas cristiana e interpretava la cura del paziente anche come una missione, adesso i professionisti appaiono in gara con sé stessi e i pazienti, trattati come casi clinici, non sono considerati uomini, ma insiemi di parti malate.

Nota positiva: i nuovi canali facendo a meno della diretta e riproponendo le stesse trasmissioni in momenti e giorni diversi della settimana, non costringono l’attenzione dei telespettatori ad un unico orario prestabilito. Sono i programmi che si adattano al nostro tempo libero e non il contrario.