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Turchia, la nuova Costituzione sia “come una madre che abbraccia tutti i suoi figli”

Una Costituzione che sia “come una madre che abbraccia tutti i suoi figli”: è questo il desiderio delle comunità cristiane in Turchia, invitate a esprimersi dalla Commissione parlamentare che si occupa di redigere la nuova Carta costituzionale per la Turchia. Come riferiscono fonti di Fides, la volontà di un contributo delle minoranze religiose è già “una prova di come la nuova Costituzione sosterrà le libertà. Come cittadini cristiani, chiediamo gli stessi diritti dei cittadini turchi musulmani” ha detto l’Esarca Patriarcale Yusuf Sag, leader della chiesa siro-cattolica nel paese, all’indomani dell’incontro.

 

Istanbul (Agenzia Fides) – Una Costituzione che sia “come una madre che abbraccia tutti i suoi figli”: è questo il desiderio delle comunità cristiane in Turchia, invitate a esprimersi dalla Commissione parlamentare che si occupa di redigere la nuova Carta costituzionale per la Turchia. Come riferiscono fonti di Fides, la volontà di un contributo delle minoranze religiose è già “una prova di come la nuova Costituzione sosterrà le libertà. Come cittadini cristiani, chiediamo gli stessi diritti dei cittadini turchi musulmani” ha detto l’Esarca Patriarcale Yusuf Sag, leader della chiesa siro-cattolica nel paese, all’indomani dell’incontro.

La Commissione ha ricevuto ieri i rappresentanti di alcuni gruppi minoritari, inclusi i cattolici, e vari segmenti della società civile per ascoltare i loro suggerimenti. Hanno partecipato all’incontro, fra gli altri, Sua Ecc. Mons. Ruggero Franceschini, Presidente della Conferenza Episcopale della Turchia, Mons. Georges Khazzoum per gli armeno-cattolici, Mons. Yusuf Sag, per i sirocattolici.
Come riferito a Fides, Mons. Yusuf Sag ha rimarcato: “Speriamo che la nuova Costituzione metterà in evidenza le libertà. Vogliamo una costituzione che accetti e abbracci tutti come una madre con i suoi figli. Non abbiamo aspettative diverse da quelle dei musulmani turchi: come siriaci che vivono su questa terra da 4500 anni, ci aspettiamo di avere gli stessi diritti dei cittadini musulmani turchi”.
Secondo i rappresentanti presenti ieri, il problema più grande è la mancanza di riconoscimento giuridico per la Chiesa cattolica. Mons. Franceschini ha riferito di “un incontro sincero e cordiale”, raccontando di un “confronto aperto, in cui tutti hanno potuto esprimere le proprie opinioni”.

La questione cruciale, ha spiegato “è ricevere il riconoscimento giuridico ufficiale: alcune chiese cattoliche debbono svolgere i propri servizi dando vita a associazioni e Ong. Noi cattolici non possiamo nemmeno riparare le nostre chiese o gestire in modo adeguato le nostre proprietà”. Le chiese storiche – ha rimarcato “sono un patrimonio di tutta l'umanità, non solo delle persone appartenenti a una sola comunità”. Una nota della Conferenza Episcopale, inviata a Fides, informa che “nei prossimi incontri si esamineranno i problemi delle proprietà delle chiese, delle scuole, degli ospedali, e di altri beni di cui la Chiesa cattolica Latina attualmente possiede titoli di proprietà”, concludendo: “Con pazienza, dai colloqui intercorsi fra le due parti, si intravedono possibilità di raggiungere buone intese.

Da Agenzia Fides del 17 aprile 2012