Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Venerdì Santo a cura di Ermes Dovico
DOVE GUARDARE

Tra Vincent e Salvini, il dramma della Chiesa

Quello che abbiamo davanti in questi giorni è un quadro drammatico della situazione della Chiesa, è schiacciata in una dimensione esclusivamente orizzontale. In Francia si sta consumando un omicidio di Stato, l'immagine mortifera di una società senza Dio che si impone in Europa. E per i vertici della Chiesa il problema più grave è il rosario di Salvini...

Editoriali 21_05_2019

Quanto sta avvenendo in questi ultimi giorni è provvidenziale perché ci fa andare alle radici della crisi che viviamo che, come ha recentemente ricordato il cardinale Robert Sarah, è una crisi di fede. Quello che abbiamo davanti in questi giorni è un quadro drammatico della situazione della Chiesa che - nei suoi vertici, ecclesiastici ed associativi – è schiacciata in una dimensione esclusivamente orizzontale. È interessata solo alla politica, ma non quella con la p maiuscola, come chiesto da Papa Francesco; no, proprio alle beghe partitiche, è una Chiesa in campagna elettorale permanente.

Guardiamo ai fatti: in queste ore in Francia si sta consumando un omicidio di Stato, l’ennesimo caso esemplare che serve a far passare l’eutanasia come pratica normale. Dopo Eluana Englaro in Italia; dopo Charlie Gard, Isaiah Haastrup e Alfie Evans in Inghilterra; ora tocca a Vincent Lambert in Francia. Guardate bene il video (clicca qui) girato di nascosto l’altra sera dalla mamma di Vincent, dopo che gli era stato comunicato che sarebbe stato ucciso. Come Eluana, come Alfie, altre strutture sanitarie erano disposte ad accoglierlo, ma medici, giudici, governo, Corte Europea dei Diritti umani, tutti hanno lavorato per non lasciargli scampo.

Guardatelo bene il video, e inorridite, questa è l’Unione Europea che stanno costruendo, questi sono i valori su cui stanno fondando l’Europa. Hanno strappato le radici cristiane dai trattati fondanti la Ue, e ora di conseguenza fanno fuori l’uomo, immagine e somiglianza di Dio. Vogliono costruire l’europeo nuovo. Nel XX secolo abbiamo visto a quali immani tragedie ha portato questa folle utopia dell’uomo nuovo. E ora tocca all’Europa, tocca a noi.

E di fronte a questa ennesima tragedia che si consuma davanti ai nostri occhi, qual è il problema più grosso che la Chiesa pensa di dover affrontare? Il rosario di Salvini. Tutti concentrati su questo: Il segretario di Stato vaticano, cardinale Parolin, Avvenire, Famiglia Cristiana, La Civiltà Cattolica; e poi i soliti tweet di padre Antonio Spadaro, Enzo Bianchi, gli articoli di Alberto Melloni, giù tutti con l’artiglieria pesante. Parole di fuoco, parole che non si sono mai sentite per condannare gli attacchi ai cristiani o i sacrilegi che si compiono ormai sistematicamente nelle chiese in Europa. Niente, l’unico vero sacrilegio per costoro è un politico che in piazza si affida al Cuore Immacolato di Maria.

Pensare che avrebbero potuto inchiodare Salvini con ben altri argomenti, beccarlo sulle sue contraddizioni: subito dopo il comizio a Milano ha rilasciato una lunga intervista a Sky dove, tra l’altro, ha difeso il diritto della donna ad abortire e ha condannato la legge anti-aborto in Alabama; non ha bloccato le registrazioni, avvenute in alcuni comuni, di figli comprati all’estero tramite utero in affitto; non si è mobilitato perché il Parlamento legiferi in modo da evitare che a settembre la Corte Costituzionale introduca in Italia anche il suicidio assistito. Ma no, nulla. Perché di queste cose qui – diciamocelo chiaramente – non frega niente a nessuno in alto nella gerarchia ecclesiastica. Come potrebbero rimproverare a Salvini lo scarso impegno sui temi della vita quando sono tutti impegnati a fare propaganda elettorale per il Partito Democratico? Quel partito il cui leader Nicola Zingaretti ha detto chiaramente che la priorità per l’Italia è approvare la legge sull’eutanasia. Come potrebbero quando la preoccupazione principale della Pontificia Accademia per la Vita è la salvaguardia degli ecosistemi e la roboetica?

Da questa Accademia sul caso di Vincent Lambert non è arrivata una parola che sia una; niente dal Segretario di Stato. Nulla neanche dalla Comunità di sant’Egidio che pure da anni conduce una crociata contro la pena di morte, ma evidentemente questo non vale per gli innocenti e gli indifesi.

L’unico criterio di giudizio per costoro è l’apertura o la chiusura dei porti agli immigrati irregolari, e sottolineiamo irregolari: perché qui non si sta parlando dell’immigrazione in generale, ma solo di quella irregolare, di chi non ha titolo per essere accolto in un paese terzo. In ogni caso un tema opinabile è stato fatto diventare dogma.

La Chiesa, nei suoi vertici ecclesiastici e associativi, non ha altro interesse che una situazione politica particolare. È questo il vero dramma dei nostri giorni, la testimonianza di Cristo confusa con la campagna elettorale per un partito o contro un altro. La Chiesa trascinata nella polvere di una competizione partitica. È il dramma di una Chiesa che si concepisce nel solo orizzonte della vita terrena; attore mondiale che sente il compito di risolvere i problemi dell’umanità (o quelli che pensa siano tali); che capisce la salvezza solo in termini di riscatto sociale. Niente più vita eterna, niente più paradiso e inferno, niente più Giudizio universale, niente più timor di Dio. Dare impulso all’Unione Europea e ai partiti europeisti è diventato più importante che salvare la vita di un uomo – e quindi di tanti uomini – dalle grinfie di quella stessa Europa.

Quello che oggi dà ancora una speranza è vedere che, malgrado questo triste spettacolo, il Signore ancora parla agli uomini attraverso preti e comunità che vivono concretamente la speranza, che nasce dalla certezza di un disegno buono che Dio ha su di noi anche nella sofferenza e nell’ingiustizia; ci parla attraverso testimonianze - a volte impreviste e imprevedibili – che ci mettono davanti l’evidenza della Sua Grazia; si manifesta anche attraverso l’intervento della Madonna, che viene a soccorrere i Suoi figli. Insomma non ci fa mancare i santi se solo siamo capaci di guardarci intorno. Ed è a questo variegato popolo che dobbiamo guardare, perché è qui che vive la Chiesa di Cristo, perché è da qui che rinasce la Chiesa, come già tante altre volte è accaduto nella storia. A questi modelli di santità concreta dobbiamo guardare, perché non si avveri anche per noi la profezia di Osea: “Chiamati a guardare in alto, nessuno sa sollevare lo sguardo”.