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PROTOCOLLO IN CANADA

Telemorte, anche l'eutanasia si adegua al Coronavirus

Compassion and Choice, una delle più attive organizzazioni pro eutanasia del Canada, ha chiesto nella sua ultima newsletter di raccolta fondi di poter attivare l'“eutanasia remota” o "teledeath".

Vita e bioetica 26_03_2020

Compassion and Choice, una delle più attive organizzazioni pro eutanasia del Canada, ha chiesto, nella sua ultima newsletter di raccolta fondi, di poter attivare l'“eutanasia remota” o "teledeath". Questo accade proprio nel periodo nel quale i casi di pandemia da Coronavirus nel paese stanno aumentando e gli Stati Uniti stanno pensando di chiudere le frontiere con il Canada

Nell'e-mail di raccolta fondi del Presidente Kim Callian afferma che l'attuale crisi COVID-19 offre una nuova opportunità per il suicidio assistito e per la reale possibilità di eutansia per tutti. Siamo alla follia.

La lobby della morte sta promuovendo l'approvazione del suicidio assistito e la prescrizione di droghe letali tramite la telemedicina. Ciò significa che una persona potrebbe essere autorizzata a morire assumendo farmaci letali, senza essere esaminata o persino incontrare il medico prescrittore della propria morte.

Nella NewsLetter si scrive: “Come sempre, stiamo rispondendo rapidamente ai bisogni e alle opportunità dei tempi. Mentre la forza lavoro è alle prese con la pandemia, la telehealth sta guadagnando importanza come modalità critica per fornire assistenza medica ai pazienti che chiedono l'eutanasia e il suicidio assistito. Ciò offre un'opportunità unica per assicurarsi che i sistemi sanitari e i medici stiano utilizzando la telemedicina, se del caso, per i pazienti che cercano di accedere alle opzioni di assistenza di fine vita. Questi sforzi dovrebbero migliorare l'accesso agli aiuti medici nel morire a breve e lungo termine”.

Purtroppo questa tremenda idea non è nuova, l'unica novità diabolica è quella di voler sfruttare un tempo di emergenza sanitaria per promuovere nuovi strumenti di morte e nuove forme di genocidio legalizzato. Negli Stati Uniti, un disegno di legge per il suicidio assistito nel New Mexico del 2019 includeva l'attivazione di servizi di telehealth e le recenti norme per espandere il suicidio assistito nelle Hawaii includono una disposizione di teleassistenza alla morte.

Pensiamo a cosa potrebbe accadere ad una persona, magari anziana e malata che già si sente d'esser un peso per i propri famigliari e, soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria, si sente depressa ad ascoltare ogni giorno notizie su ospedali pieni e difficoltà con le cure. Ebbene con l'attivazione del teledeath o morte teleguidata, la sua richiesta di morire potrebbe essere valutata, attraverso la teleassistenza, e così gli potrebbero venir prescritti farmaci letali per suicidio. Senza ingombro e senza pena, una reale ricetta diabolica per eliminare l'umano dal mondo senza strilli e senza scandali.

Una ennesima prova di quanto le lobby della morte si concentrino sul facilitare la morte e proteggere sempre più da ogni contenzioso legale i medici che sono disposti certificare l'uccisione dei loro pazienti. In tempi di Coronavirus scompare in taluni, nel tanto bene e tra gli innumerevoli gesti eroici di tantissimi medici e personale sanitario in tutto il mondo, ogni barlume di umanità. La lobby della morte non è per nulla preoccupata di proteggere le persone, anzì non vede l'ora di eliminarle dalla faccia della terra.