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La lettera

Te Deum

Sono poche le persone che ringraziano Dio a fine anno. E nemmeno un presidente cattolico, che parla di diritti, riesce a dire che se non mettiamo Dio al primo posto ogni sforzo è vano. Una lettera da Trento.

Guardando all’1% dei fedeli che hanno partecipato ai Vespri e al Te Deum di ringraziamento nell’ultimo giorno dell’anno civile, in un paese di circa 6000 anime, mi è tornato alla mente il passo evangelico dei 10 lebbrosi sanati da Gesù, di cui uno solo è tornato per ringraziarlo del beneficio ricevuto. Ho voluto associare questo fatto al pianto di Gesù sulla sua amata Gerusalemme che non avendo riconosciuto, se non in una piccola minoranza, il Messia annunciato dai profeti, verrà rasa al suolo dalle truppe romane nel 70 e 130 d.C.

Tornato a casa, ascolto il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, e fra le altre cose gli sento dire che bisogna mettere al centro l’uomo e i suoi diritti. Naturalmente anche i diritti delle donne, spesso calpestati dagli uomini. E i doveri? Insomma, tutta una serie di proponimenti, inviti e auspici che, come vediamo di anno in anno, cadranno nel vuoto di mille commenti.

Come mai, mi sono chiesto, un Presidente cattolico non riesce a dire che se non mettiamo Dio al primo posto, ogni sforzo dell’uomo, e naturalmente della donna, sarà vano, e che anche la nostra millenaria civiltà potrebbe esser distrutta? Non sono forse lì a dimostrarlo i sanguinosi e liberticidi fallimenti dei totalitarismi atei e materialisti del secolo scorso? Purtroppo, per questo accecamento della fede, e quindi anche della ragione, non solo dei vertici, ma anche di gran parte delle basi delle società occidentali, stiamo ripetendo in modo ancor peggiore gli errori del passato. Il Presidente Mattarella, come molti altri politici europei, continuano a parlarci di valori che dovrebbero render migliore il nostro futuro. Ma quali sono questi valori, se non sono legati a nessuna verità assoluta? Mai come oggi l’uomo ha avuto nelle sue mani strumenti tanto potenti. Ma se ormai anche il bene e il male sono qualcosa di relativo, il pericolo che questi strumenti gli sfuggano di mano creando danni incalcolabili è più che possibile. Gli scoppi dei mortaretti, che cominciano a intensificarsi con l’avvicinarsi della mezzanotte, mi ricordano troppo i rumori di guerra per farmeli sentire come espressione di gioia.

Mentre sto scrivendo, in una cappella del mio paese, ma chissà in quanti altri luoghi, diverse persone stanno pregando davanti al Santissimo Sacramento. La loro “arma” contro il male è l’adorazione silenziosa e il Santo Rosario. Nei loro cuori è viva la certezza e la gioia di sapere che non saranno il maligno e i suoi seguaci ad avere la vittoria, ma sarà Cristo, il Principe della Pace, e Colei che domani, primo giorno dell’anno, onoreremo come Madre di Dio!

Claudio Forti

Trento, 31 dicembre 2023