Solo il 40 per cento dei cristiani fuggiti nella notte tra il 6 e il 7 agosto 2014 oltre i confini del Califfato è tornato e molti sono i rimpatriati che decidono di emigrare

Maria è stata uccisa per essersi ribellata a un matrimonio combinato e per aver deciso di abiurare l’Islam e convertirsi al Cristianesimo

In meno di un mese i curdi iracheni, dopo aver vinto contro l'Isis, stanno perdendo la guerra con un Iraq a maggioranza sciita. Diversa la sorte dei curdi siriani che continuano a espandersi, forti dell'appoggio degli Usa. Ma proprio per questo sono nel mirino della Turchia.

L'Isis, asserragliato sull'Eufrate nelle sue ultime roccaforti, al confine fra Siria e Iraq, è stretto fra l'offensiva dei regolari siriani (appoggiati dai russi) e dei ribelli siriani (appoggiati dagli americani) oltre che da quella dell'esercito iracheno. Ma iniziano i nuovi conflitti fra gli ex alleati. E ricomincia l'esodo dei cristiani iracheni.

Dopo il referendum per l'indipendenza del Kurdistan iracheno, ampiamente vinto dai secessionisti, Baghdad minaccia concretamente un intervento armato. Già ci sono scaramucce nei pressi di Kirkuk. I cristiani denunciano una nuova minaccia di pulizia etnica, stavolta da parte dei curdi. Gli Usa tentano una mediazione.

Con l’Isis ormai alle corde, è il referendum per l’indipendenza curda a surriscaldare gli animi in tutto il Medio Oriente con il rischio di una nuova guerra sovrapposta a quelle già esistenti.