USA, a un anno dalla Dobbs continua la guerra sull’aborto
Il 24 giugno di un anno fa la Corte Suprema, con la sentenza Dobbs vs Jackson, restituiva ai singoli Stati il diritto di vietare l’aborto. Da allora Stati Repubblicani e Democratici camminano in direzioni opposte.
Pillole abortive, la Corte Suprema toglie le restrizioni
Con una decisione di 7-2 (contrari i giudici Alito e Thomas), la Corte Suprema degli Stati Uniti ha accolto il ricorso dell’Amministrazione Biden, ripristinando l’accesso alle pillole abortive senza restrizioni. Ma la battaglia dei pro-vita americani continua nelle corti inferiori.
Netanyahu verrà in Italia, se in Israele lo lasciano partire
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu verrà in Italia, ospite di Giorgia Meloni, in visita di Stato. Molti i punti in agenda, soprattutto la cooperazione energetica nel Mediterraneo. In patria, Netanyahu sta affrontando proteste contro la sua riforma della Corte Suprema. E i piloti della El Al, che lo dovranno portare in Italia, scioperano.
L’aborto in mare, ovvero: l’abortismo USA è alle corde
A seguito della sentenza Dobbs della Corte Suprema, Meg Autry, una dottoressa californiana, sta cercando di piazzare una nave per aborti davanti alle coste meridionali degli USA, così da aggirare il divieto di diversi Stati pro vita. Un’idea infelice, ma per altro verso mostra che il male indietreggia.
Aborto, i Dem USA soffiano sulla guerra civile
Kamala Harris chiede una legge che consenta di abortire fino alla nascita, ma il suo partito non ha i numeri. I Dem hanno scatenato una controffensiva su tutti i livelli – legislativo, esecutivo, giudiziario – per annullare gli effetti della sentenza Dobbs. E soffiano sul fuoco, contro i pro vita.
Liberi su cauzione in Pakistan altri due cristiani
Accusati di blasfemia, uno era in carcere da quattro anni e mezzo e uno da venti mesi; denunciati entrambi per dei post offensivi pubblicati su FB
USA, è ancora caccia ai pro life
Abortisti sul piede di guerra dopo la sentenza della Corte Suprema del 24 giugno che ha annullato la Roe vs Wade. Alle coraggiose decisioni di alcuni governatori repubblicani fanno da contraltare Biden e Harris che moltiplicano gli sforzi per diffondere l’aborto e tacciono sulle violenze contro i pro vita.
Corte Suprema, i Dem vogliono cambiare le regole
Dopo che è stata annullata la sentenza abortista Roe vs Wade, i Democratici spingono sull’acceleratore per cambiare gli equilibri della Corte Suprema, con giudici a loro graditi. Due proposte di legge in pochi giorni. La prima mira a portare le toghe supreme da 9 a 13. La seconda prevede un diverso sistema di nomina e limiti di mandato.
L’aborto è la fissa dei Dem USA. Il Paese non li segue
Il Partito Democratico approva alla Camera due disegni di legge radicali (aborto fino alla nascita incluso) che però hanno scarsissime possibilità di passare al Senato. Aumenta la frattura con la maggioranza dei cittadini, poco inclini all’abortismo estremo dei Dem e sempre più preoccupati per l’inflazione e le altre difficoltà quotidiane.
La task force pro-aborto e la guerra ingiusta di Biden&Co.
L’Amministrazione Biden istituisce una “task force sui diritti riproduttivi” per contrastare gli effetti della sentenza Dobbs della Corte Suprema. È lo scardinamento dell’equilibrio di poteri invocato da Montesquieu, che manca di fondarsi su una verità trascendente. Negli Usa è in atto una guerra civile politica tra chi aggredisce e chi difende i bambini non nati.
Caccia ai giudici pro vita. I Dem fomentano le violenze
Taglie fino a 250 dollari per chi, tra i lavoratori di bar e ristoranti di Washington, segnala dove si trovino i giudici della Corte Suprema che hanno cancellato la sentenza abortista Roe vs Wade. Questo l’annuncio via Twitter del gruppo ShutDownDC. Nuovi incendi alle chiese. E il gotha del Partito Democratico - da Biden a Buttigieg - appoggia le proteste.
Google, l’aiuto all'aborto e la tecnocrazia
In risposta alla Corte Suprema, la società di Mountain View cancellerà in automatico la geolocalizzazione per aiutare le donne che commettono il reato di aborto a cancellare le proprie tracce. Un fatto che mostra che oggi il vero potere non è quello democratico, bensì quello tecnocratico, che incide anche più di leggi e sentenze e non si cura se va contro esse.