Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Venerdì Santo a cura di Ermes Dovico
INTERVISTA A RAINISIO

Scuola sicura, abbiamo le prove: folle vaccinare i giovani

Vaccini obbligatori a insegnanti e studenti, mascherine in classe, ripresa della DaD: governatori e ministri tornano a prendere di mira la scuola in vista di settembre. «Ma è una follia, non riesco a spiegarmelo se non per ragioni politiche». Parla alla Bussola l'epidemiologo Rainisio, coautore dello studio pubblicato su Lancet che ha convinto il governo a riaprire ad aprile. «Sui vaccini under 18 non abbiamo dati sulla sicurezza e in classe non c'è alcun rischio focolaio come abbiamo dimostrato autorevolmente anche se Palù sta provando a smentirlo, senza riuscirci». E le mascherine? «Non ci sono studi che siano utili in aula». 

- L'INGHILTERRA RIAPRE E NOI CHIUDIAMO di Ruben Razzante

Attualità 07_07_2021

L’ultimo a unirsi al corso è stato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che ha chiesto al Cts un parere per dare la caccia agli ultimi 215mila docenti ancora non vaccinati. Prima di lui ero stato il sindacato dei presidi che aveva detto di togliere le mascherine in classe ai soli ragazzi vaccinati.

Ma, in ordine sparso, Regioni e sindaci negli ultimi giorni sulla scuola ne hanno sparate parecchie e, spesso a casaccio: in Emilia la Regione vuole somministrare i vaccini fuori dalle scuole, tra il bibitaro e la rastrelliera della bici; il governatore campano De Luca non poteva essere da meno e l’ha sparato più grossa di tutti: «Senza studenti vaccinati non si riapre»; e in Veneto, Luca Zaia pensa addirittura di posticipare la prima campanella a ottobre (come si faceva una volta, con i remigini) perché la campagna vaccinale under 18 sta andando a rilento.

«Follie – spiega in questa intervista alla Bussola l’epidemiologo Maurizio Rainisio – abbiamo già dimostrato al Governo che le scuole non sono fonte di contagio né veicolo di focolai».

Rainisio, lei è uno degli autori dello studio che convinse in aprile il governo Draghi a riaprire le scuole. Perché si torna a parlare di Didattica a Distanza, mascherine in classe e studenti con obbligo di vaccino?
Guardi, mi sembra una vicenda assurda, davvero non la capisco. Credo che ci sia di mezzo, come sempre la politica perché, diversamente, non saprei spiegarmela. Di sicuro non so spiegarmela dal punto di vista epidemiologico.

Lei sui vaccini ai ragazzi è stato tranchant.
Ho già detto in tutte le salse che sono a favore del vaccino, io stesso l’ho fatto, e ho spiegato quali dovrebbero essere le categorie che dovrebbero fare il vaccino, ma sui giovani il no è deciso.

Ci spieghi perché.
A meno che non ci siano fragilità particolari o motivi legati a condizioni di salute il vaccino non serve per i ragazzi, i giovani e bambini. Ma guardi che lo stano dicendo tutti: l’Ente tedesco di vaccinazione, il comitato etico francese, gli inglesi e ormai anche l’Oms dice che i ragazzini vanno vaccinati solo se c’è un bisogno concreto.

Il motivo è sempre quello legato alla bassissima mortalità covid, giusto?
Esatto: una mortalità dello 0,00003 % dei ragazzi sotto i vent’anni: 30 su 10 milioni e 500mila, ma c’è dell’altro.  

Cosa?
Abbiamo vaccini Pfizer e Moderna approvati per la fascia 12-15 anni (Moderna in realtà è fino a 18) però questa approvazione è basata su pochissimi dati: Pfizer ha trattato mille ragazzini col vaccino, Moderna 2000. Con questi dati non si possono trarre conclusioni sulla sicurezza del vaccino. Con 1000 ragazzi trattati si può escludere un effetto collaterale grave che abbia un’incidenza di 1 su 500, ma non possiamo trattare 10mila persone con una sicurezza così poco caratterizzata.

Il tema vaccini ai giovani prima si legava al ritornare in discoteca e nei locali, ora si sta legando al ritorno a scuola.
È una fissa tutta italiana. Ma sulla scuola abbiamo già visto che in classe non sono favoriti i focolai. Ma si aggiunge anche l’incertezza sulla sicurezza
I più giovani tra i maschi hanno avuto rischi di miocardite, ma tra i 12 anni non lo sappiamo perché ne abbiamo trattati pochi nell’esperimento. Obbligarli a vaccinarsi senza questa certezza è folle. È un rischio troppo alto che si fa correre ai ragazzi. I quali, tra l’altro, dovrebbero vaccinarsi da sani, correndo il rischio, seppure remoto, di sviluppare una patologia da vaccino. Il vaccino è stato approvato condizionatamente per uso emergenziale per le persone che ne hanno bisogno, mi spiegate qual è l’emergenza nel vaccinare i ragazzi?

Veniamo al vostro studio: con alcuni epidemiologi come Sara Gandini avete dimostrato che la scuola non è un rischio di focolaio. Eppure, c’è ancora chi non è convinto…
Abbiamo pubblicato su Lancet Regional Healts, che è una delle testate di Lancet. Si tratta di uno studio peer reviewed assolutamente autorevole. Un lavoro di cui il Governo italiano ha tenuto conto nel riaprire le scuole, ma che a qualcuno non è bastato.

A chi?
È in uscita per la rivista Virus un articolo di Sebastiani e Palù che pretenderebbe di smontarlo.

Come?
Cercando di dimostrare che il nostro studio non riesce a smentire che la scuola non sia fonte di infezione.

Su quali argomenti di basa?
Prende in considerazione il dato del Piemonte, ma non dice che in Piemonte il contagio ha ripreso a salire a fine agosto, quando la scuola doveva ancora riaprire.

Si sta parlando anche del ritorno in classe con la mascherina. Che cosa ne pensa?
Un’altra sciocchezza. Mentre Germania, Francia e Gran Bretagna stanno ritirando tutte le misure di distanziamento noi addirittura ci proiettiamo verso il futuro. Se non fosse seria ci sarebbe da ridere.

Qual è la sua principale motivazione contro la mascherina in classe?
Nessuno ha mai dimostrato che le mascherine abbiano una funzione preventiva in classe. Non c’è alcuno studio: è solo una cosa psicologica che viene vista come il corno di corallo contro il malocchio.

Eppure, studi ce ne sono stati…
L’unico studio randomizzato è stato fatto in Danimarca: hanno dovuto accertare che è inconclusivo: in pratica non sono riusciti a vedere una differenza tra chi portava la mascherina e chi no nella stessa aula di studio.

Che dice del ritorno in DaD?
La DaD ha avuto ricadute psicologiche, relazionali e didattiche devastanti, come stanno dimostrando le pagelle di questi giorni. Non intendo aggiungere altro.  

Che cosa pensa dell’immunità di gregge?
Continuano a spacciare l’immunità di gregge come un miraggio: se anche ce l’avessimo in Italia, poi che cosa facciamo con La Francia, la Svizzera e gli altri paesi che confinano con noi? È un obiettivo fasullo: l’unica immunità di gregge è stata quella del vaiolo che è stato eradicato col vaccino, ma era un virus diverso, anzitutto non era così mutabile.

A proposito di mutazioni: adesso ci si mettono le varianti a complicare il quadro.
È per questo motivo che il British Medical Journal da tempo sostiene la necessità che i ragazzi si facciano il Covid: hanno un’età che consente loro di farselo senza alcun rischio, sviluppano anticorpi naturali resistenti a tutte le varianti e alle ricadute. E per loro il Covid diventerebbe come un semplice raffreddore, che poi anche il raffreddore è un coronavirus, non dimentichiamolo. Ma evidentemente ci sono ragioni politiche.