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L'INTERVISTA

Sacerdote arrestato nella "nuova" Polonia anticlericale

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A La Bussola parla l'avvocato di p. Olszewski, in carcere dal 26 marzo. Si sospetta il movente politico dietro l'arresto, per appropriarsi del suo centro di aiuto alle persone in difficoltà e "regalarlo" a fondazioni di sinistra.

Libertà religiosa 11_04_2024

Quest’anno la Settimana Santa per la Chiesa in Polonia è stata particolare: martedì 26 marzo è stato fermato dalla polizia un sacerdote, padre Michal Olszewski: fermato e subito condannato dal tribunale distrettuale di Varsavia-Mokotów a tre mesi di arresto temporaneo in relazione al caso del Fondo Giustizia. Il difensore di padre Olszewski, l'avvocato Krzysztof Wąsowski ha comunicato che non c'erano motivi per l'arresto e che le accuse rivolte alla Fondazione Profeto diretta dal sacerdote sono infondate. Perciò ha fatto ricorso contro la detenzione del sacerdote. La faccenda riguarda la costruzione del centro “Arcipelago – Isole libere da violenza” destinata ad aiutare le persone in situazioni economiche difficili, socialmente escluse e vittime di violenza e crimini, che viene finanziato principalmente dal Fondo Giustizia gestito dal Ministero della Giustizia.
Nemmeno i confratelli di padre Olszewski, i padri del Sacro Cuore di Gesù, potevano contattarlo nel giorno dell’arresto. Lo stesso giorno, gli agenti dell'Agenzia per la Sicurezza Interna (ABW) sono entrati in tre case appartenenti alla congregazione. P. Płatek, portavoce della congregazione, ha dichiarato che il giorno dell’arresto «gli ufficiali dell'ABW sono venuti e hanno fatto delle perquisizioni nelle loro case a Varsavia, Stopnica e Stadniki: erano luoghi dove la Fondazione Profeto svolgeva temporaneamente le proprie attività».
L’arresto di p. Olszewski è stato preceduto ed accompagnato dall’odiosa campagna mediatica di denigrazione del sacerdote che l'avvocato ha stigmatizzato fermamente. Purtroppo questo modo di agire contro padre Olszewski assomiglia ai “vecchi” metodi dei servizi segreti nella Polonia comunista che spesso fabbricavano falsi materiali per screditare il clero. 
Per capire meglio che cosa è successo a padre Olszewski, abbiamo chiesto alcune spiegazioni all'avvocato Wąsowski.

Quando ha saputo dell'arresto del sacerdote di cui è difensore?
Martedì 26 marzo, alle 6:30 di mattina circa un agente dell'ABW (Agencja Bezpieczeństwa Wewnętrznego, Agenzia di Sicurezza Interna) mi ha chiamato informandomi che il mio cliente era stato arrestato e mi ha chiesto di essere presente durante le attività che lo coinvolgevano.

Ne aveva il diritto, penso...
Ciò è garantito dalla legge ad ogni persona detenuta, non solo ad un sacerdote detenuto.

Dove è stato arrestato?
Padre Michal è stato fermato nella casa della famiglia di uno dei dipendenti di Radio Profeto (la Radio che fa parte della Fondazione Profeto), dove ha trascorso la notte perché ha terminato i suoi doveri sacerdotali molto tardi (era la Settimana Santa) e non poteva tornare al convento in un orario "accettabile".

Ma la televisione di Stato, in mano all'attuale governo, ha dato una “scandalosa” notizia che era stato fermato in qualche "SPA" o "hotel"...
Non è affatto vero! Ha passato la notte in casa degli amici dormendo da solo in soffitta. Pertanto ho appreso con grande indignazione le manipolazioni e le insinuazioni apparse nei media su questo argomento.

Quando ha potuto incontrare il suo assistito?
Come ho detto sono stato informato dell'arresto di p. Olszewski, ma è stato impossibile contattarlo fino alla fine della giornata: l'ufficiale che indagava sul caso del mio assistito non sapeva dove fosse stato portato, e i pubblici ministeri non hanno risposto né alle e-mail, né al telefono. Solo mercoledì mattina, cioè 24 ore dopo l'arresto, ho potuto vederlo. Ma prima che mi fosse permesso di vedere padre Olszewski, mi è stato chiesto d’incontrare un altro pubblico ministero che si è rivolto a me con una sorta di proposta per rinunciare alla difesa del mio cliente.

Quindi padre Olszewski avrebbe dovuto rimanere senza avvocato?
Ammetto che una cosa del genere mi è successa per la prima volta. Il motivo di questa "proposta" è che la Procura intende interrogarmi come testimone, perché come avvocato collaboro da anni con la Fondazione Profeto, fornendole servizi legali. Alla mia risposta che trattare il legale della Fondazione come “testimone” non è giuridicamente consentito per il divieto espressamente previsto dal nostro Codice (art. 178 comma 1), mi hanno detto che la Procura potrebbe avere un’opinione diversa in questo caso.

Lei, da avvocato, ha avuto l'opportunità di studiare gli atti della causa?Purtroppo la procura ha fatto di tutto per impedirmi di ottenere i fascicoli. In ogni caso, padre Michal è stato accusato di aver commesso un reato amministrativo e gestionale. Si tratta di abuso di potere da parte di un pubblico ufficiale e di recare un danno nelle transazioni commerciali. La pena massima può essere di 10 anni di reclusione.

Vale la pena sottolineare che prima dell'arresto padre Olszewski è stato linciato dai media, che hanno descritto l'investimento della Fondazione (la costruzione di un centro dove svolgere attività di beneficenza) in modo molto critico e hanno avanzato diverse accuse…
La maggior parte delle accuse contro la Fondazione Profeto sono infondate e le distorsioni mediatiche che le accompagnano indicano che non si tratta di stabilire la verità, ma piuttosto d’istituire un processo farsa.
L'accusa principale mossa dalla Procura a padre Olszewski è che la sua fondazione (la Fondazione Profeto, di cui il sacerdote è presidente) ha partecipato ad un concorso per un contributo economico assegnato dal Ministero della Giustizia per la costruzione del più grande centro di aiuto alle vittime dei crimini in Polonia. L'accusa sostiene che la fondazione gestita dal sacerdote non avrebbe dovuto partecipare al concorso perché fornita di "troppa poca esperienza" nella gestione di questo tipo di centri (va aggiunto che nessuna organizzazione in Polonia ha tale esperienza, poiché doveva essere il primo progetto di questo tipo nel Paese). I PM sostengono inoltre che la fondazione gestita dal sacerdote non avrebbe dovuto vincere il concorso per questo contributo, perché altri enti partecipanti avevano – secondo la procura – offerte migliori e più vantaggiose (il che, a nostro avviso, è falso e non è confermato dalla documentazione del concorso). La curiosità più grande, però, è che padre Michal è stato accusato di aver recare danno all’Erario vincendo tale concorso (eppure il sacerdote non doveva e non è obbligato ad agire per conto dell'Erario) e ad agire a scapito degli "interessi privati", cioè degli enti concorrenti in questa competizione.

Il tribunale distrettuale di Varsavia-Mokotów ha deciso di imporre al sacerdote un arresto di tre mesi. Le accuse contenute negli atti giustificano l’arresto?
Secondo me no. La grande campagna mediatica per diffamare padre Olszewski serviva per mettere sotto pressione e condizionare i giudici. Faremo ricorso contro questa ingiusta decisione. Sono profondamente convinto che la Corte accetterà le nostre argomentazioni che sono molteplici.

In Italia la gente è rimasta scossa vedendo un’italiana, Ilaria Salis, in manette davanti alla corte di Budapest. Sono curioso come viene trattato padre Olszewski: gli mettono le manette?
Sì, secondo le procedure.

Allora bisogna dire agli italiani che non soltanto nella Ungheria di Orban gli arrestati sotto processo vengono ammanettati ma questo succede anche nella Polonia di Tusk… 

(Alla fine della nostra conversazione mi permetto di citare Zbigniew Ziobro, ex ministro della Giustizia che disponeva del sopraccitato Fondo Giustizia. Il ministro Ziobro, parlando del Fondo, ha detto che grazie a questi finanziamenti padre Michal Olszewski ha potuto fondare «un grande centro, 45 stanze, 24 ore di assistenza quotidiana, per bambini e donne, vittime della violenza da tutta la Polonia. Beh, ma è gestito da un prete e un prete non ha diritto a fare questo. Deve essere distrutto, distrutto socialmente, deve essere distrutta la sua organizzazione e poi si può rubare ciò che ha costruito e magari regalarlo a qualche simpatizzante del partito al governo». Sono parole amare ma che riflettono cosa succede nella Polonia governata da quelli che volevano, a parole, ripristinare la legalità nel Paese).
Purtroppo nel caso di padre Olszewski c'è il sospetto che in realtà la procura politicamente motivata voglia sottrarre alla fondazione cattolica il centro Arcipelago, già quasi ultimato, e “regalarlo" a qualche fondazione o organizzazione con un profilo di sinistra o anticlericale.



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