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La rivelazione

Polonia, fallito un golpe per impedire l’insediamento di Nawrocki

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Il presidente del Sejm, Szymon Hołownia, ha svelato a Polsat News di essere stato incoraggiato da politici e avvocati a impedire a Karol Nawrocki di assumere la carica di presidente della Repubblica, ma lui si è rifiutato. Non ha fatto nomi, ma i sospetti cadono su Tusk & Co. Nell’Ue si continua a tacere.

Esteri 30_07_2025
S. Hołownia (ImagoEconomica), il presidente del Sejm che ha svelato il tentato golpe

Venerdì 25 luglio, il presidente della camera bassa del Parlamento polacco (Sejm) e leader del partito Polonia 2050, Szymon Hołownia, ha ammesso pubblicamente di essere stato incoraggiato a organizzare un colpo di Stato, ovvero a impedire a Karol Nawrocki di assumere la carica di presidente della Repubblica. Per queste dichiarazioni, il presidente Hołownia ha ricevuto una valanga di critiche dai partner della coalizione governativa, cominciando dal primo ministro Donald Tusk. Questo fatto gravissimo fa parte di quel «colpo di Stato strisciante e sistemico» denunciato già all’inizio del 2025 dal presidente del Tribunale Costituzionale polacco, Bogdan Święczkowski.

Lo scorso 5 febbraio, Święczkowski aveva annunciato di aver presentato una notifica di sospetto di colpo di Stato da parte del premier Donald Tusk e altri con lui (i ministri, i membri del Sejm e i senatori della coalizione al potere). «Non si tratta di un colpo di Stato che prevede l'impiego dell'esercito nelle strade, ma di un colpo di Stato strisciante e sistemico», aveva affermato Święczkowski. Sempre Święczkowski spiegava che dal 13 dicembre 2023, cioè dall’inizio del governo Tusk, nei vari luoghi della Polonia queste persone agiscono come un gruppo criminale con l'obiettivo di «cambiare il sistema costituzionale della Repubblica di Polonia», e di «impedire l'azione dell’organo costituzionale, il Tribunale Costituzionale, e altri organi costituzionali compreso il Consiglio Nazionale della Magistratura e la Corte Suprema».

Ebbene, il 25 luglio Hołownia ha svelato alla televisione Polsat News un altro, gravissimo capitolo di questo «colpo di stato» continuo: il presidente del Sejm ha affermato di essere stato sollecitato a non convocare o ritardare la convocazione dell’Assemblea Nazionale prevista per il 6 agosto. Secondo la Costituzione polacca il presidente entra in carica dopo aver prestato giuramento proprio davanti all’Assemblea Nazionale, cioè un organo costituzionale composto da membri del Sejm e senatori che si riuniscono congiuntamente. Evidentemente le forze che appoggiavano la candidatura di Rafal Trzaskowski alle elezioni presidenziali non hanno mai accettato il verdetto delle urne e in questo modo volevano impedire l’insediamento del presidente eletto Nawrocki. Ma a questi “golpisti” serviva la complicità del presidente della camera bassa de Parlamento. Volevano richiamarsi alla Costituzione che dice che il presidente del Sejm potrebbe svolgere temporaneamente le funzioni del presidente della Repubblica nel caso «in cui l'elezione del Presidente della Repubblica di Polonia venga dichiarata invalida o in cui vi siano altri motivi per la mancata entrata in carica dopo le elezioni». Allora, senza la convocazione dell’Assemblea Nazionale e il mancato giuramento del presidente eletto, si sarebbe verificato il caso di «mancata entrata in carica dopo le elezioni» e Hołownia avrebbe potuto svolgere temporaneamente le funzioni del presidente. Ma il presidente del Sejm non si è piegato a questo gioco antidemocratico e illegale.  

«Mi è stato ripetutamente proposto, suggerito o chiesto se fossi pronto per un colpo di Stato. Ma con me non si farà un colpo di Stato», ha dichiarato Hołownia alla televisione. E ha aggiunto: «Parlo di "colpo di Stato" tenendo conto che il presidente è stato eletto; invece io dico: questo presidente non mi piace, quindi forse non lo farò giurare, sarò presidente, perché quelli erano i piani, dopotutto».

Alla domanda su chi avesse avanzato la proposta di cui sopra, Hołownia ha rifiutato di fare nomi. Tuttavia ha parlato di politici, avvocati e persone «insoddisfatte dei risultati delle elezioni presidenziali». «Verrà il momento in cui discuteremo anche di questo. Nelle nostre memorie», ha detto il presidente del Sejm.

Le dichiarazioni di Holownia hanno suscitato, giustamente, vive reazioni in Polonia cominciando dall’attuale presidente della Repubblica, Andrzej Duda. Il suo consigliere Stanisław Żaryn ha avvertito che «la situazione è drammatica». Ha sottolineato che «grazie al Presidente Hołownia, abbiamo ricevuto la conferma che l'attuale sistema di governo polacco sta generando le minacce più gravi per la Repubblica di Polonia». «La situazione descritta dal Presidente Szymon Hołownia porta i segni di un colpo di Stato», ha aggiunto. Il consigliere presidenziale ha anche ricordato un precedente post del primo ministro Tusk. Alla fine di giugno, il capo del governo ha annunciato su X che i leader dell’attuale coalizione avrebbero dovuto affrontare una dura prova. «Lo so, è difficile trovare modi legali ed efficaci per agire in questo caos politico», ha scritto Tusk, suggerendo che magari bisognerebbe trovare modi «non legali», come un colpo di stato.

Żaryn ha osservato che le prime notizie di pressioni sul presidente del Sejm hanno coinciso proprio con queste parole pubblicate su X e ciò rende il primo ministro uno dei principali sospettati in questo caso. Più esplicito è stato l'ex vice primo ministro ed ex ministro della Cultura e del Patrimonio Nazionale, Piotr Gliński. «Poiché la seconda carica di Stato in un grande Paese europeo – il Presidente del Parlamento (Sejm) – afferma di essere stata istigata a commettere alto tradimento, e tutti sanno che il Primo Ministro è coinvolto, allora abbiamo già a che fare con un tentato colpo di Stato. Ogni funzionario è quindi esonerato dall'eseguire gli ordini dei golpisti! Siamo tutti tenuti alla disobbedienza civile! Perché la ragion di Stato della Polonia è minacciata dal Primo Ministro!», ha detto Glinski. Più chiaro di così…

In questa situazione l'avvocato Bartosz Lewandowski ha presentato una richiesta formale di interrogare il presidente del Sejm; e tale richiesta non è solo una reazione alla recente dichiarazione di Hołownia, ma deriva anche da precedenti notizie di stampa che suggerivano il coinvolgimento di alti funzionari governativi nel tentativo di impedire il giuramento di Karol Nawrocki. «La richiesta formale è stata presentata non tanto dopo la dichiarazione del Presidente del Parlamento di venerdì, quanto dopo le prime notizie di stampa riguardanti la questione, che indicavano lo stesso Primo Ministro come persona che avesse suggerito e incoraggiato tentativi di impedire il giuramento di Nawrocki. Ciò rende la dichiarazione pubblica del Presidente del Parlamento ancora più convincente, a mio avviso, perciò ritengo che Szymon Hołownia debba essere interrogato nell'ambito di questa indagine».

Nasce la domanda: come spiegare i silenzi di Bruxelles e delle cancellerie europee? La Polonia non è la Bielorussia: si tratta di un grande e importante Paese dell’Unione europea. Allora dove sono i difensori della democrazia, dello Stato di diritto, dei valori europei? Dove sono i media mondiali? Il silenzio è complicità.



SCONTRO ISTITUZIONALE

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