Politica jihadista: volevano uccidere Geert Wilders e il premier belga
Ascolta la versione audio dell'articolo
A meno di due settimane dal voto in Olanda, Geert Wilders deve sospendere la sua campagna per una minaccia di attentato. Nello stesso complotto gli jihadisti volevano uccidere anche il premier belga De Wever e il sindaco di Anversa Van Doesburg.

La campagna elettorale di Geert Wilders, leader del partito sovranista olandese Pvv, è stata sospesa per cinque giorni, da venerdì scorso fino a ieri mercoledì 15 ottobre. La causa non è politica: è il terrorismo islamico che si rifà vivo per rovinare la democrazia olandese. Infatti, tre potenziali terroristi sono stati arrestati in Belgio, ad Anversa, prima che portassero a termine il loro disegno criminale. Avrebbero voluto uccidere lui, il premier belga e il sindaco della loro città, usando droni esplosivi. Si voterà il prossimo 29 ottobre per le elezioni generali anticipate in Olanda, ma invece del voto si rischiava di assistere a una nuova strage provocata dagli jihadisti.
Il complotto è emerso a seguito di un’operazione della polizia belga. Giovedì 9 ottobre, gli agenti dell’anti-terrorismo, con l'ausilio di cani antidroga addestrati a individuare esplosivi, hanno arrestato ad Anversa tre sospetti che, secondo quanto riferito, stavano pianificando un attacco contro alcuni politici con un drone. In una delle loro abitazioni, a poco più di cento metri dalla residenza del sindaco della città, è stata rinvenuta una bomba artigianale, non ancora funzionante. In quella stessa abitazione è stato trovato anche un sacchetto di sfere d'acciaio (tipicamente usate per uccidere e ferire più persone possibili negli attentati con esplosivi), mentre in un'altra casa è stata rinvenuta una stampante 3D che si ritiene fosse utilizzata per fabbricare parti dell’ordigno da montare su un drone. Secondo i pubblici ministeri, infatti, “l’intenzione era quella di costruire un drone su cui fissare un carico”. Gli jihadisti stavano preparando un attacco aereo fai-da-te e a costo irrisorio, con materiale costruito in casa.
Gli obiettivi dell’attacco, secondo quanto risulta dall’indagine, erano il primo ministro belga Bart De Wever e il sindaco di Anversa Els Van Doesburg. Il coordinatore nazionale olandese per l’antiterrorismo e la sicurezza (Nctv) ha confermato che Geert Wilders era il terzo obiettivo del presunto complotto.
Sebbene il servizio antiterrorismo olandese abbia affermato che non vi era alcuna “minaccia residua” per Wilders dopo gli arresti, il leader del Pvv ha deciso di sospendere le sue attività perché aveva un “brutto presentimento” riguardo alla situazione, come ha annunciato su X. Il 10 ottobre avrebbe dovuto presentarsi a un dibattito con la leader liberale Dilan Yeşilgöz, ma ha annullato l’appuntamento. Per ragioni di sicurezza, Wilders non ha accettato neppure di collegarsi telefonicamente alla trasmissione della Nos, la televisione nazionale. Per cinque giorni, finché le autorità olandesi non hanno dato un definitivo via libera, la sua campagna elettorale è stata sospesa del tutto.
Wilders è, suo malgrado, un “veterano”. Per vent’anni è stato oggetto di numerose minacce di morte. Minacce che stanno diventando sempre più concrete e pericolose negli ultimi cinque anni, man mano che acquisisce popolarità e voti. Nel 2020 è stato condannato a morte da al Qaeda, assieme ai vignettisti colpevoli di aver raffigurato Maometto e ai sopravvissuti della strage del Charlie Hebdo. Nel 2023, un ex giocatore di cricket pakistano è stato condannato in contumacia a 12 anni di carcere per istigazione all'omicidio sempre nei confronti di Geert Wilders. «Dopo tutti questi anni, non conosco più la sensazione di libertà personale», ha scritto Geert Wilders su X. Vive costantemente sotto scorta, un’unità delle forze speciali olandesi è dedicata alla sua protezione. Si sposta di casa in casa, vivendo protetto da vetri anti-proiettile e camere di sicurezza. Tutti i suoi spostamenti devono essere pianificati con cura ed ogni evento pubblico preceduto da controlli sul luogo e sul pubblico.
Ora, non solo la vita di Wilders è stata rovinata dagli islamisti. L'Olanda è il paese in cui il regista Theo van Gogh è stato assassinato da un jihadista nel 2004 per aver diretto un cortometraggio giudicato “blasfemo”, lo stesso per il quale Ayaan Hirsi Alì, attivista dei diritti delle donne, è stata condannata a morte. Il problema è serissimo, dunque, non è un allarme immaginato e ingigantito da qualche “estremista di destra” (come tuttora Wilders viene definito da quasi tutti i media).
Ora l’islam politico è entrato a gamba tesa anche in una campagna elettorale europea. Un salto di qualità, a modo suo, rispetto alle stragi dei decenni scorsi. Minacciando e provando a uccidere i politici che vogliono porre un freno all’islamizzazione, gli jihadisti “fanno politica”, come nelle peggiori stagioni della guerra alla mafia, o come negli anni di piombo del terrorismo rosso e nero europeo. Per ora non sono riusciti a portare a termine il loro piano e tutto quel che sono riusciti a ottenere è stata l’interruzione temporanea della campagna elettorale di un partito a loro sgradito. Per il futuro, puntano a rovinare il processo elettorale.