Nasce Patto per il Nord, a caccia dei delusi dalla Lega
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Paolo Grimoldi eletto leader della nuova formazione politica ufficializzata tra sabato e domenica con il congresso di Treviglio, per recuperare le intuizioni originarie del Carroccio e quindi gli elettori che si sentono traditi dalla svolta nazionalista di Matteo Salvini.
La nascita del Patto per il Nord, celebrata con l’incoronazione dell’ex parlamentare leghista Paolo Grimoldi come nuovo leader, rappresenta uno degli scossoni più significativi nella storia recente dell’area autonomista e federalista italiana. La nuova iniziativa politica si presenta come il tentativo esplicito di riportare al centro del dibattito quelle intuizioni originarie della Lega Nord che molti militanti storici considerano ormai tradite o abbandonate. La scelta di Grimoldi di costruire un movimento chiaramente alternativo a Matteo Salvini nasce infatti dalla convinzione che il segretario leghista, convertitosi al nazionalismo e proiettato da anni verso una presenza politica che puntava a sbarcare anche al Sud, abbia snaturato il messaggio iniziale del Carroccio, cancellando la centralità delle regioni settentrionali e svuotando quel progetto federalista che negli anni Novanta era stato il tratto distintivo e identitario del movimento bossiano.
Proprio questo sentimento di delusione ha trovato conferma al congresso di Treviglio del Patto per il Nord, celebratosi sabato 15 e domenica 16 novembre. Un appuntamento pensato non solo per legittimare la nuova creatura politica ma anche per misurare l’interesse che gli altri partiti nutrono verso questa scissione, come dimostrato dalla presenza di delegazioni di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Azione, un segnale interpretato da molti come la prova che gran parte del centrodestra – in particolare Forza Italia, da tempo alla ricerca di nuovi margini competitivi – guarda con favore a una deriva centrifuga che rischia di erodere ulteriormente i consensi di Salvini. Peraltro il Capitano è già alle prese con una base agitata e disorientata dall’ondata di “vannaccismo”, un fenomeno che aveva inizialmente galvanizzato l’elettorato ma che col passare dei mesi ha finito per accentuare divisioni interne e malcontento, creando un clima di incertezza che ha reso più fragile il legame tra il leader e la sua storica area di riferimento.
In questo contesto tornano attuali le critiche da parte di Umberto Bossi, che da anni denuncia lo snaturamento della Lega e il tradimento del suo impegno fondativo in difesa del Nord, osservazioni che trovano riscontro nel crollo dei voti del Carroccio anche nei territori più fedeli, dove il travaso verso Fratelli d’Italia e, in misura minore, verso Forza Italia non basta a spiegare la perdita complessiva, poiché la quota più significativa degli ex elettori si è rifugiata nell’astensione, simbolo di una disaffezione profonda che non riguarda solo la linea politica ma anche la percezione di un distacco crescente dalla base.
La nascita del Patto per il Nord, con la sua promessa di riportare al centro valori come autonomia, identità territoriale e federalismo fiscale, ha dunque messo ulteriormente pressione ai vertici della Lega, che vedono aprirsi una falla politica proprio nel momento in cui il loro radicamento territoriale appare più vulnerabile. Non è un caso che Massimiliano Romeo, segretario della Lega in Lombardia, abbia annunciato un congresso straordinario a Brescia nei prossimi giorni con l’obiettivo di compattare le truppe, rassicurare i militanti e ribadire l’idea di una Lega ancora saldamente ancorata alla sua gente. Un’iniziativa che però molti interpretano come una mossa difensiva, dettata più dal timore di un’emorragia di consensi che dalla volontà di rilanciare davvero un progetto politico federalista.
La sfida di Grimoldi e altri parlamentari ex leghisti non è solo simbolica ma verte sulla possibilità di riattivare una promessa politica che molti credevano sepolta e che ora, grazie al Patto per il Nord, torna a circolare nei dibattiti interni, nelle sezioni e nei territori, alimentando la percezione che una parte del Nord stia cercando di ritrovare la propria voce dopo anni di trasformazioni che hanno portato la Lega lontano dalle sue origini e dalle aspettative di chi l’aveva sostenuta sin dai primi passi.

