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LETTERA

Medici specializzandi, qualche precisazione

Donata Lenzi (Pd): la norma sulla specializzazione dei medici è stata corretta, ma il vero scandalo sono gli stanziamenti insufficienti. Vincenzo Luna: Il danno purtroppo non è stato evitato e le risorse si sarebbero potute trovare.

Politica 31_12_2013
La protesta degli specializzandi

Caro Direttore, 

la ringrazio per aver sollevato il tema dei medici specializzandi, sul quale da mesi stavamo cercando di attirare l'attenzione, Mi permetta di correggere e completare quanto riportato dal suo giornale online nell'articolo di Vincenzo Luna.

La norma a cui si fa riferimento (il brusco e lineare taglio degli anni di corso) era contenuto nella prima stesura della legge di stabilità, quella uscita dal Consiglio dei ministri. E' stata subito cassata al Senato grazie al fatto che alla Camera (in accordo con i colleghi senatori) nel frattempo abbiamo inserito con emendamento all'art. 21 del decreto 104 avente ad oggetto "istruzione università e ricerca", la previsione di una riduzione degli anni di specialità omogenea a quanto previsto dalla normativa europea. testualmente:

«La durata dei corsi di formazione specialistica viene ridotta rispetto a quanto previsto nel decreto del  Ministro dell'istruzione, 1º agosto 2005, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 258 del 5 novembre 2005, con l'osservanza dei limiti minimi previsti dalla normativa europea in materia».

E i risparmi utilizzati nei prossimi anni andranno a copertura dei contratti di formazione medica. 

Questo infatti è il vero scandalo: gli stanziamenti previsti sono insufficienti. Si tenga conto che ogni anno in Italia 90.000 ragazzi tentano di entrare alla facoltà di Medicina, i posti disponibili sono stati negli anni tra i 7.550 e i diecimila a seconda delle previsioni di fabbisogno, quindi ogni anno circa 8000 giovani si laureano in Medicina. Bene, quest'anno la ministra Carrozza a dicembre ci ha informato che «il numero dei contratti di specializzazione è stato ridotto negli ultimi anni, dai 5 mila contratti attivati per l'anno accademico 2011-2012 ai 4.500 attivati per l'anno accademico 2012-2013. Al momento, la previsione per l'anno accademico 2013-2014 è di circa 2 mila contratti». 

E senza tener in alcun conto una seria programmazione del fabbisogno pur sapendo che ad oggi non si assumono medici senza specializzazione. E poi si parla di fuga dei cervelli all'estero! La Commissione affari sociali alla Camera ha, unanimemente, sollevato il problema nel parere alla legge di stabilità e con quattro giorni e quattro notti di presenza continuativa mia e del collega Crimi durante il voto degli emendamenti in Commissione bilancio siamo riusciti ad ottenere 30 milioni di euro nel 2014 e 50 milioni dal 2015 per finanziare altre 1200 borse di studio destinate a giovani medici specializzandi.

Non bastano ancora anche se è meglio di prima. In un paese normale lo stanziamento di cento milioni di euro all'anno per la formazione specialistica di medici e altri professionisti della sanità sarebbe considerato un investimento per il futuro, da noi ha dovuto competere con tante piccole micro-priorità.

Per questo la ringrazio per aver sollevato il problema e mi auguro rimanga alla vostra attenzione.

on. Donata Lenzi
capogruppo Pd Commissione affari sociali 

Risponde Vincenzo Luna:

Gentile On. Lenzi,

grazie a lei per l’attenzione che ha dedicato a quanto pubblicato su questo giornale: esso è stato peraltro ripreso e rilanciato da Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera di sabato 28 e, per la parte riguardante i prefetti, dal suo collega Davide Faraone, componente della nuova segreteria del Pd, e dallo stesso segretario Matteo Renzi.

È certamente da apprezzare lo sforzo suo e del Parlamento, teso a contenere il danno che sarebbe derivato dalla prima stesura della legge di stabilità. Esso tuttavia non ha evitato che, in un provvedimento che, per mole e tempi rapidi di approvazione non tollera il necessario approfondimento, giovani medici siano stati privati di un anno di lavoro sul quale confidavano (per il quale lo Stato aveva assunto un impegno all’inizio della specializzazione) e reparti ospedalieri già in affanno vedano ridotte del 25% tali professionalità.

Il danno, comunque, c’è. Lei stessa opportunamente lamenta la scarsa consistenza delle disponibilità finanziarie per la formazione specifica dei medici, per la quale è previsto uno stanziamento di appena 30 milioni di euro per il 2014. Quello che resta poco chiaro – lo scriviamo senza alcuna polemica – è per quale ragione il partito, di cui lei è esponente e di cui è segretario Renzi, che è il socio di maggior peso dell’attuale governo, da un lato non abbia puntato i piedi fino in fondo su una questione così importante, dall’altro non abbia voluto recuperare risorse da voci, contenute nella medesima legge di stabilità, sulla cui utilità è lecito nutrire dubbi: 2 milioni di euro per assunzioni a Palazzo Chigi in vista del semestre europeo (non basta la pletora di dipendenti e di funzionari già radicati alla Presidenza del Consiglio?), 100 milioni di euro per l’ente Eur spa (più del triplo di quanto previsto per la formazione dei medici), 2 milioni di euro per i mondiali di pallavolo femminile (sic!), 2 milioni di euro per la lavorazione delle scorze di agrumi (ancora sic!), e via dissipando… Ciò senza nulla aggiungere sulla nomina dei 22 nuovi prefetti, che ne fa arrivare il numero totale al doppio delle prefetture italiane: non dipende dal Parlamento, ma da quel Governo nel quale il Pd è tutt’altro che marginale nel Consiglio dei ministri.

Saremo ben lieti di proseguire il confronto su un tema così importante con lei e con chi riterrà di dare il proprio contributo. Conservando la libertà di non apprezzare – non è il suo caso, ma quello di Renzi sì – le denunce e le recriminazioni del giorno dopo, quando i provvedimenti sono già stati adottati e i danni provocati: invece che intervenire prima, nei tempi e nei modi che evitino sprechi e tagli ingiustificati.