Matrimonio e convivenza: per i figli non sono così uguali
Uno studio su convivenze e matrimoni. Da cui traspare un'ovvietà non accettata: i bambini vivono una vita prospera quando sono in un contesto stabile e quando i genitori portano avanti relazioni stabili. Perché ai fini della stabilità dei figli il matrimonio è ben diverso dalla convivenza.
A Roma giovedì prossimo verrà presentato il Rapporto Annuale: Mappa mondiale della Famiglia 2017. Il documento contiene dati molto interessanti relativi al diverso grado di benessere e di stabilità di cui usufruiscono i bambini in due situazioni diverse, quelle del matrimonio e dalla convivenza. Dati che vanno contro l’idea sempre più diffusa – anche da fonti di Chiesa – che in fondo matrimonio e convivenza, se c’è amore e fedeltà, si equivalgono.
In tutto il mondo, la convivenza è in aumento, con sempre più bambini nati in famiglie guidate da una coppia convivente. La Mappa Mondiale della Famiglia 2017 (WFM) – un rapporto annuale stilato dalla Social Trends Institute e da Institute for Family Studies, cerca di rispondere, alla domanda: quali sono le conseguenze che tutto questo comporta nella stabilità delle famiglie in tutto il mondo?
L’attenzione è particolarmente centrata sugli Stati Uniti e sull’Europa, – specialmente negli Stati Uniti e in Europa – dove convivere è un fenomeno sempre più diffuso, ma non sembra che ci siano variazioni significative in altre realtà geografiche. Il rapporto ha preso in considerazione più di 60 paesi di tutto il mondo: Ecco alcuni risultati:
1 - I bambini nati in Europa e negli Stati Uniti da coppie che convivono sperimentano livelli di instabilità più alti durante i primi 12 anni di vita rispetto ai bambini nati da coppie sposate.
2 - Dati a livello nazionale dimostrano che la crescita e l’aumento della convivenza tra coppie è associata ad una maggiore instabilità nei paesi di tutto il mondo.
3 - La convivenza normalmente è meno stabile per i bambini rispetto al matrimonio in tutti i paesi dove le famiglie che convivono sono più diffuse di quelle sposate.
4 - Per esempio, in Italia, praticamente nessun bambino nato da genitori sposati sperimenta la rottura della relazione dei genitori prima dei 12 anni. D’altra parte più del 10% dei bambini nati da coppie che convivono, vivono questa rottura prima di compiere i 12 anni.
“Sappiamo che i bambini vivono una vita prospera quando sono in un contesto stabile e quando i genitori portano avanti relazioni stabili” ha detto IFS W. Bradford Wilcox, Senior Fellow, uno dei principali autori del rapporto e professore di Sociologia presso l'Università di Virginia. La WFM 2017 fornisce nuove prove del fatto che è più difficile che la convivenza nelle relazioni porti alla stabilità famigliare in confronto al matrimonio – anche in Italia.
“Non è stata trovata nessuna evidenza in questo rapporto che supporti l’idea che il matrimonio e la convivenza si eguaglino in termini di stabilità per i figli, anche se questa convinzione è sempre più comune nei vari paesi” ha riferito Laurie DeRose, direttrice in Ricerca della WFM e professoressa di Sociologia presso l’Università di GeorgeTown. "In media, il matrimonio è associato ad una maggiore stabilità per i bambini in tutto il mondo – compresi i paesi in cui esso è in declino".
Il documento sarà discusso in una conferenza intitolata “Disuguaglianza familiare: le cause e conseguenze in Europa e nelle Americhe”, che si terrà giovedì 16 febbraio 2017, alle ore 15:00 nell’aula Volpi del Dipartimento di Scienze della Formazione di Roma Tre. Via Milazzo, 11/B -Roma – 00185.
La conferenza è stata organizzata dall’Università di Roma Tre in collaborazione con InterMedia Consulting, RCAI e l’Institute for Family Studies con l’appoggio di Social Trends.
Parteciperanno a questo evento esperti dal Brookings Institution, e dalle università di Johns Hopkins, Georgetown e Virginia.