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Nazioni Unite

L’Oms si impegna a prevenire ulteriori casi di abusi sessuali

Durante un incontro a porte chiuse con i rappresentanti dei paesi membri dell’Onu il direttore generale dell’Oms ha spiegato che è stato avviato un dettagliato programma di prevenzione

Svipop 19_10_2021

Durante l’epidemia di Ebola scoppiata nell’est della Repubblica democratica del Congo nel 2018 e terminata nel 2020, 83 operatori umanitari, un quarto dei quali alle dipendenze  dell’Organizzazione mondiale della sanità, hanno abusato sessualmente di molte donne locali. Ultimo di una lunga serie, questo scandalo ha deciso l’Oms a prendere provvedimenti per evitare che casi del genere si ripetano. Il 14 ottobre il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ha reso noto come intende procedere durante una sessione a porte chiuse con i rappresentanti dei 194 stati membri delle Nazioni Unite. Li ha informati che per prevenire altri scandali l’Oms ha deciso di mandare degli esperti in 10 paesi “ad alto rischio”. Il progetto al quale lavoreranno prevede interventi immediati o a breve scadenza per completare entro il marzo 2022 le indagini in corso e una serie di verifiche e ispezioni interne per garantire “una completa riforma delle strutture e della cultura dell’Oms”. Il direttore generale ha spiegato che “l’Oms ha anche già stanziato un primo fondo di 7,6 milioni di dollari per rafforzare immediatamente la propria capacità di prevenire, individuare e reagire”. Inoltre l’agenzia Onu attuerà un programma a lungo termine con un costo doppio annualmente”. Gli Stati Uniti e gli altri maggiori paesi donatori hanno insistito sulla necessità che i vertici dell’Oms usino immediatamente tutti i mezzi a disposizione dell’Onu per prevenire, individuare e sanzionare chi commette abusi e violenze sessuali. “È evidente – ha commentato il rappresentante dell’Unione Europea – che l’Oms ha un lungo lavoro da fare”. Almeno un esperto in prevenzione di abusi e sfruttamento sessuale ha già raggiunto l’est del Congo dove sono stati da poco individuati dei nuovi casi di Ebola. Fa parte di una squadra inviata dall’Onu composta da 15 persone. L’esperto istruirà i dipendenti dell’Oms e i loro collaboratori su come “prevenire ogni comportamento inappropriato e offensivo”. Altri esperti saranno mandati in Afghanistan, Repubblica Centrafricana, Etiopia, Nigeria, Somalia, Sudan del Sud, Sudan, Venezuela e Yemen.