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IL SONDAGGIO

L'impatto psicologico del Covid-19 sugli italiani

Il sondaggio del Barometro Salute Mentale dà una valutazione dell’impatto dell'emergenza sulla popolazione: le persone giovani (<30) riferiscono reazioni ansiose, confermando le comunicazioni confuse e allarmanti prodotte da media, molti medici e governo. Le persone tra i 30 e i 39 anni manifestano rabbia e preoccupazione per le proprie relazioni. Tra i 40 e i 49 anni emerge un maggior attaccamento alla famiglia. Dai cinquant’anni in su si intensificano le preoccupazioni legate a isolamento e solitudine.

Cronaca 10_05_2020

Finalmente abbiamo una valutazione degli effetti psicoogici del Covid-19 sulla popolazione italiana.

Dopo tanti articoli sugli ipotetici danni del virus sulla psicologia degli italiani, ecco presentato uno strumento di valutazione. Si tratta del Barometro Salute Mentale: un progetto dell’Ordine degli Psicologi del Lazio in collaborazione con la Facoltà di Medicina e Psicologia di Sapienza Università di Roma e con l'ENPAP - Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Psicologi.

L’obiettivo dello strumento è fotografare lo stato di salute mentale e il benessere psicologico della popolazione italiana, durante e dopo l’emergenza legata all'epidemia da Covid-19. I partecipanti vengono divisi per sesso e fasce d’età; dopodiché indicano quale emozione prevale durante la quarantena. Dai dati raccolti fino a oggi si nota che l’età è una variabile che influenza molto sul modo di vivere l’emergenza virale.

Le persone più giovani (<30), ad esempio, riferiscono più frequentemente reazioni ansiose. È la reazione più in linea con le comunicazioni confuse e allarmanti prodotte dai media, da molti medici e dal governo. In qualche modo, conferma quanto avevamo osservato circa la maggior vulnerabilità, da parte dei giovani, rispetto ai messaggi mainstream.

Le persone tra i 30 e i 39 anni manifestano più frequentemente rabbia e preoccupazione per le proprie relazioni. Generalizzando, sono le persone che vivono in modo più attivo la loro vita e le loro relazioni; hanno, in poche parole, fame di vita. Sentono che le misure per il contrasto del virus stanno sottraendo loro tempo prezioso, stanno facendo perdere loro incontri, contatti, opportunità.

Tra i 40 e i 49 anni emerge un maggior attaccamento alle relazioni. Hanno costruito una stabilità affettiva e relazionale, hanno raggiunto la maturità emotiva; apprezzano più di altri l’importanza della famiglia e delle relazioni.

Dai cinquant’anni in su si intensificano le preoccupazioni legate all'isolamento e al senso di solitudine. Questa fascia comprende i tanti anziani che popolano la nostra penisola e che ne costituiscono la fascia d’età più fragile. Va considerato anche che il virus colpisce più frequentemente e in modo più violento proprio questa popolazione. Per questo motivo, il tratto più frequente che queste persone manifestano è quello della solitudine.

Lo strumento presenta, ovviamente, delle importanti limitazioni, sia per quanto riguarda la selezione del campione che per il metodo usato (auto-valutazione). Sono dati che, quindi, vanno presi per quello che sono. Tuttavia possono dare una valutazione, per quanto grossolana, dell’impatto dell’emergenza sulla nostra popolazione.

Abbiamo fornito ai nostri lettori un piccolo vademecum per vivere al meglio questo periodo. Ricordiamo inoltre che il governo ha di nuovo dato la possibilità di svolgere attività all’aria aperta (con le dovute precauzioni): approfittiamone.