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A 70 anni dal dogma

L'Assunzione di Maria, segno della Corredenzione

Ricorre oggi il 70° anniversario della Munificentissimus Deus, la costituzione apostolica di Pio XII sull'Assunzione di Maria in anima e corpo che, rifuggendo da ogni minimalismo sulla Santissima Vergine, la chiama anche «generosa Socia del divino Redentore». È proprio quest'altra verità uno dei pilastri del dogma dell’Assunzione.
- COSA ACCADDE QUEL GIORNO? di Massimo Scapin

Ecclesia 01_11_2020

La costituzione apostolica Munificentissimus Deus, di cui proprio oggi ricorre il settantesimo anniversario, proietta una luce candida nel mondo tenebroso. La proclamazione del dogma dell’Assunzione di Maria Santissima in anima e corpo è la prima dichiarazione ex cathedra da quando il Concilio Vaticano I aveva a sua volta definito il dogma dell’infallibilità del Papa: una meravigliosa unione dell’elemento petrino della Chiesa e di quello mariano.

Ogni dogma è certamente un punto di arrivo di una lunga e multiforme maturazione; il dogma non crea una verità, ma la riconosce. Papa Pio XII, nel documento, mostra, coniugando sintesi e chiarezza, come la liturgia della Chiesa - in oriente e in occidente - la pietà popolare, i Padri, i Santi Dottori, molti teologi abbiano custodito, sviluppato, tramandato il nucleo del dogma dell’Assunta. Nel contempo, la proclamazione di un dogma è sempre un punto di partenza per indagare con nuova luce le altre verità della fede ad esso connesse.

Le ragioni teologiche, presenti nella costituzione apostolica, che giustificano il dogma dell’Assunzione di Maria, si possono ricondurre a quattro raggruppamenti. Anzitutto l’Assunzione può essere considerata una sorta di corollario dell’Immacolata Concezione: colei che non è stata vinta dal peccato, non è neppure soggetta alla corruzione del proprio corpo, conseguenza del peccato. Una seconda famiglia di argomenti correla l’Assunzione con la Verginità perpetua, come esprime limpidamente san Giovanni Damasceno, citato nella Munificentissimus Deus: «Era necessario che colei, che nel parto aveva conservato illesa la sua verginità, conservasse anche senza alcuna corruzione il suo corpo dopo la morte». Lo stesso Padre della Chiesa riassume anche il terzo gruppo di argomentazioni, che fa discendere l’incorruttibilità del corpo purissimo di Maria dalla Sua Divina Maternità: «Era necessario che colei, che aveva portato nel suo seno il Creatore fatto bambino, abitasse nei tabernacoli divini».

Tre dogmi della nostra fede – Maria SS. Immacolata, sempre Vergine e Madre di Dio – hanno dunque fatto da supporto a quello proclamato il 1° novembre 1950. Tuttavia la costituzione apostolica non si ferma qui, ma aggiunge una quarta categoria di ragioni teologiche, alla quale dedicheremo particolare attenzione. Pio XII intende sottolineare l’«armonia meravigliosa dei privilegi che il provvidentissimo Iddio ha elargito all’alma Socia del nostro Redentore». Secondo il Pontefice, tutte le prerogative mariane formano un’armonia, sono cioè intimamente legate le une alle altre. In particolare, esse convergono, trovano il loro sostrato, per così dire, nella realtà di Maria come Socia del Redentore.

Per capire la densità di questa affermazione, occorre tener presente che Pio XII richiama non solo il dogma dell’Immacolata Concezione, ma anche l’espressione uno eodemque decreto, contenuta nella bolla Ineffabilis Deus, del 1854: «L'augusta Madre di Dio, arcanamente unita a Gesù Cristo fin da tutta l'eternità “con uno stesso decreto” di predestinazione, immacolata nella sua concezione, Vergine illibata nella sua divina maternità, generosa Socia del divino Redentore, [...] alla fine, come supremo coronamento dei suoi privilegi, ottenne di essere preservata dalla corruzione del sepolcro, e, vinta la morte, come già il suo Figlio, di essere innalzata in anima e corpo alla gloria del cielo». In quell’unico e identico decreto, la Madonna è stata predestinata a un'unione singolare con Cristo, ragione dei dogmi citati nel testo: Maternità divina, Immacolata Concezione, Verginità illibata.

Spunta poi il quarto dogma – il dogma che verrà – quello della sua Corredenzione («generosa Socia del divino Redentore»). Queste quattro verità sono profondamente correlate e indivisibili, perché stabilite in quel “decreto” della Provvidenza, che è la ragione della loro armonia. L’Assunzione è considerata il coronamento di questi quattro privilegi, in particolar modo quello della singolare unione della Vergine all’opera della Redenzione del Figlio. Infatti come la Risurrezione e l’Ascensione di Cristo sono la giusta esaltazione per essersi reso obbediente fino alla morte di croce (cfr. Fil 2, 7-9), così l’Assunzione lo è della sua partecipazione unica e intima alle sofferenze del Figlio.

Per rafforzare ulteriormente la verità della Corredenzione mariana, Pio XII offre alla meditazione della Chiesa quella figura tanto cara ai Padri della Chiesa: Cristo, nuovo Adamo e Maria, nuova Eva: «Maria Vergine viene presentata dai Santi Padri come nuova Eva, strettamente unita al nuovo Adamo, sebbene a lui soggetta, in quella lotta contro il nemico infernale, che, com’è stato preannunciato dal protoevangelo, si sarebbe conclusa con la pienissima vittoria sul peccato e sulla morte». Per mezzo di Eva è venuta la morte, per mezzo della nuova Eva giunge la vita; la prima Eva aveva disobbedito, meritandoci il castigo, Maria obbedisce pienamente, passando dall’Ecce ancilla di Nazareth al Fiat ai piedi della Croce, e ci merita la salvezza. E - di nuovo - così, come è stata partecipe delle sofferenze di Cristo, parimenti lo è anche della sua esaltazione nella gloria (cfr. 1Pt 4, 13).

Chiaramente, ciascuno dei punti accennati può e dev’essere sviluppato, per far apparire il meraviglioso progetto di Dio su Maria Santissima. In questo articolo preme semplicemente far capire che per la Munificentissimus Deus ogni minimalismo mariano, che riduca la SS. Vergine ad una semplice donna e discepola di Gesù, dev’essere respinto, a motivo di quell’unico e identico decreto con cui Dio ha predestinato Gesù ad incarnarsi, per essere il Redentore degli uomini. Minimizzare il mistero della Madre è ridurre il mistero del Figlio. E viceversa, tale e tanta è la loro intima unione.

La vittima preferita di questo minimalismo, soprattutto di questi tempi, è la verità della corredenzione mariana; ma, come si è visto, questa verità è uno dei pilastri che sostiene il dogma definito – e definitivo – dell’Assunzione di Maria. Maria è assunta in Cielo (anche) perché è Corredentrice. E se quello dell’Assunta è verità già definita dalla Chiesa, quello della Corredenzione attende solo di essere formulato. Se l’Assunta è il dogma già venuto, la Corredenzione è il dogma che verrà. Presto.