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LA POLEMICA

L'Annunziata si arrabbia col ministro e parte la parolaccia (e noi paghiamo)

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Utero in affitto: in studio a Mezz'ora in più, volano gli stracci fra la conduttrice Lucia Annunziata e il ministro Eugenia Roccella. Dopo innumerevoli interruzioni, l'Annunziata sbotta e parte l'insulto. In Rai e in un orario di fascia elevata di ascolti, il comportamento della conduttrice è diventato un fatto politico grave. 

Politica 21_03_2023
Annunziata e Roccella, scambio di cortesie apparente

Un conduttore televisivo, tanto più se iscritto all’Ordine dei giornalisti, non dovrebbe lasciar trapelare da che parte sta. Se poi conduce una trasmissione molto seguita e che va in onda sulla tv pubblica, pagata con i soldi di tutti i cittadini attraverso il canone, dovrebbe usare ancora maggiore cautela nell’esternare il suo punto di vista, altrimenti rischia di penalizzare quella parte di pubblico che la pensa diversamente.

In verità gli esempi di giornalismo fazioso si sprecano sulle reti Rai, non solo in campagna elettorale. Quello che è accaduto domenica pomeriggio, però, è per certi aspetti la punta dell’iceberg perché Lucia Annunziata, nel suo contenitore Mezz’ora in più, non ha solo mostrato disappunto per le posizioni espresse da un ministro ma ha anche utilizzato un linguaggio volgare nei suoi confronti.

“Stiamo parlando di una scelta ideologica, ed è legittimo”, ha puntualizzato Lucia Annunziata in diretta durante un’intervista al ministro della famiglia, Eugenia Roccella sul tema della trascrizione delle nascite dei figli delle coppie gay. “Questo si può fare senza surrettiziamente… mi perdoni… senza chiudere in Commissione del Senato le politiche europee per poi bloccare la trascrizione dei certificati di nascita dei figli già nati e vietare la maternità surrogata: prendetevi la responsabilità di farle queste leggi, c…o!”, ha aggiunto la conduttrice, che si è subito ripresa, scusandosi: “Oddio! Scusate! Chiedo perdono ai nostri telespettatori”.

La frase volgare, oltre che offensiva e arrogante nei confronti del ministro, ha infiammato i social e anche coloro che sui temi etici la pensano come la Annunziata ne hanno preso le distanze per l’atteggiamento smaccatamente di parte. Lo sfogo fuori controllo della Annunziata, con la scurrile esclamazione pronunciata sulle reti Rai di domenica e in una fascia di elevati ascolti, ha scatenato il centrodestra ma anche l’Associazione utenti dei servizi radiotelevisivi, che ha annunciato un esposto all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom).

L’episodio è davvero deprecabile, tanto più perché si è consumato su un canale della tv pubblica e nell’ambito di una intervista su un tema sensibile, quello della maternità surrogata, rispetto al quale un giornalista con il pallino del gioco in mano non può imporre il suo punto di vista e demonizzare quello dell’intervistato, addirittura offendendolo. “In un programma di informazione della rete pubblica, dove sono presenti ospiti istituzionali e rappresentanti di governo e parlamento, non è tollerabile l’utilizzo di linguaggi scurrili - rincarano i vertici di quell’Associazione - I termini utilizzati sono forse più adatti a trasmissioni trash come il Grande Fratello e, oltre ad essere inopportuni, potrebbero rappresentare una violazione delle norme che regolano il servizio pubblico radiotelevisivo”. In effetti appare configurabile una lesione dei valori posti a fondamento del Contratto di servizio che la tv pubblica è chiamata a rispettare nella sua programmazione.

Fratelli d’Italia ha giudicato “inaccettabile” l’atteggiamento mostrato in diretta dall’Annunziata. “La conduttrice – tuonano i meloniani – ha più volte interrotto il ministro Eugenia Roccella impedendole di parlare, fino a scivolare nella volgarità. Che senso ha invitare un esponente politico, peraltro ministro, ad un’intervista e poi impedirgli di parlare perché non si condividono le sue tesi? Faziosità e ideologia si pongono agli antipodi rispetto al servizio pubblico. È arrivato il momento di cambiare pagina. Il rispetto dei contribuenti che pagano il canone Rai non può più venire meno”.

Più duro ancora Maurizio Gasparri: “La Annunziata ha dimostrato, con protervia e arroganza, di fare un uso ideologico degli spazi che, purtroppo, il servizio pubblico le riserva. Ha usato il turpiloquio quasi volesse intimidire il ministro Roccella, è una vergogna che una persona del genere abbia in mano spazi del servizio pubblico. La stagione di ricambio dei vertici Rai diventa urgente perché c’è un abuso costante di cui l’Annunziata è soltanto l’emblema più grave, più vetusto, più fazioso. Ora basta”. La Annunziata non è nuova a queste cadute di stile ed è in buona compagnia perché un altro personaggio di punta di Rai 3, Luciana Littizzetto, già dieci anni fa, in una delle sue intemerate su Berlusconi, aveva attribuito all’eterno ritorno del Cavaliere la “pragmatica sensazione di avere rotto il c…o”.

La pretesa che certi conduttori hanno di poter utilizzare gli spazi della tv pubblica per combattere battaglie culturali, ideologiche e politiche è un vero e proprio abuso che andrebbe censurato dagli organi competenti. Anche sul piano strettamente deontologico il conduttore giornalista è chiamato ad applicare nell’intervista i principi dell’imparzialità e del contraddittorio, rispettando il punto di vista dell’intervistato e lasciando al cittadino-utente-spettatore la libertà di formarsi un’opinione sull’argomento. Tutto questo è impossibile con conduttrici come la Annunziata, che amano tendere trappole verbali e dialettiche agli ospiti in studio, lasciando trapelare la loro vera finalità: mettere in cattiva luce chi non la pensa come loro. Altro che servizio pubblico.