Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Alberto Magno a cura di Ermes Dovico
Cristiani Perseguitati
a cura di Anna Bono
Asia

La Sjmj celebra i 125 anni di attività in Indonesia

La Società di Gesù, Maria e Giuseppe ha festeggiato l’anniversario con la pronuncia dei voti di nove novizie alla presenza dell’arcivescovo di Jakarta

 

 

Nei giorni scorsi in Indonesia, con 282 milioni di abitanti il più popoloso paese musulmano, le suore della Società di Gesù, Maria e Giuseppe(Sjmj) hanno celebrato i 125 anni di attività missionaria nel paese. Il momento centrale è stata la pronuncia dei voti di nove novizie durante la messa presieduta dal cardinal Ignatius Suharyo, arcivescovo di Jakarta. L’istituto religioso femminile è stato fondato in Olanda nel 1898. In Indonesia è presente in tre province e con oltre 300 suore è l’istituto religioso più numeroso. L’Sjmj svolge numerose opere nella pastorale sociale, nella sanità e nell’istruzione. Di recente sono stati creati un santuario dedicato alla preghiera e un centro vocazionale femminile nell’isola di Lembata. Intervenendo alle celebrazioni – riferisce l’agenzia di stampa AsiaNews, “ la superiora generale suor Theresia Supiyati ricorda come, all’inizio, di 400 novizie che volevano diventare missionarie in Indonesia solo sei sono state scelte al termine del percorso. Oggi, invece, sono le suore indonesiane che vanno in missione in Olanda dove è nata la congregazione e dove “scarseggiano” le religiose - ne sono rimaste solo una decina e molto anziane - e le nuove vocazioni. Da qui anche la scelta di trasferire la casa generalizia dal cuore del Vecchio continente all’arcipelago indonesiano e una missione che cambia prospettiva: ad aprile di quest’anno, infatti, due suore indonesiane Sjmj sono state inviate in Olanda per “rilanciare la missione” laddove è nata 125 anni fa e “altre ancora ne saranno mandate nei mesi a venire”. In Indonesia i cristiani sono poco più di 34 milioni e costituiscono il 12,2% della popolazione. Il paese è 33° nell’elenco 2023 dei 50 stati in cui i cristiani sono più perseguitati dell’associazione Open Doors che ne definisce molto elevato il livello di persecuzione.