India. Una scuola cattolica sotto accusa
Con un pretesto, due gruppi fondamentalisti indù hanno denunciato un istituto scolastico sostenendo che ha offeso la religione indù
Il primo ministro indiano Narendra Modi il giorno di Natale ha partecipato a Delhi a una celebrazione religiosa nella cattedrale del Redentore della Church of Northern India, un gesto pubblico, ufficiale. Tuttavia la situazione nel paese si fa sempre più preoccupante per i cristiani. Anche in questi giorni si sono verificati episodi di intolleranza e di violenza contro i fedeli intenti a celebrare la nascita di Gesù di cui sono responsabili i nazionalisti indù. Uno dei più significativi, per l’inconsistenza evidente delle accuse rivolte ai cristiani, è avvenuto il 24 dicembre nell’Uttar Pradesh, a Bareilly. Membri di due gruppi nazionalisti indù, il Bajrang Dal e il Vishwa Hindu Parishad, hanno organizzato una manifestazione di protesta davanti alla cattedrale di St. Alphonsus mentre al suo interno i fedeli stavano celebrando il Natale. Controllati da agenti di polizia, i manifestanti hanno recitato Hanuman Chalisa, un inno indù, e scandito gli slogan religiosi Jai Shri Ram (Gloria a Lord Rama), e Har Har Mahadev, una invocazione a Shiva. La loro richiesta era di aprire una indagine e prendere provvedimenti contro la Bishop Conrad Senior Secondary School, un istituto cattolico gestito dalla diocesi e situato all’interno del complesso della cattedrale, in cui il 21 e 22 gennaio si sono svolte delle rappresentazioni teatrali nell’ambito di Christmas Mahotsav, un evento scolastico che si svolge ogni anno a Natale per promuovere sociali e culturali comuni e che comprende spettacoli realizzati dagli studenti, canti natalizi, danze e una mostra scientifica. Ma secondo i due gruppi induisti durante le rappresentazioni teatrali è stata offesa la religione indù perché alcune scene hanno rappresentato l’induismo in maniera negativa e hanno, seppure indirettamente, proposto la conversione al cristianesimo. “Se davanti a un pubblico di 2.000 persone si proietta uno schermo di circa 30x20 pollici suggerendo che ci sono problemi legati all’induismo, il messaggio indiretto è che si dovrebbe passare al cristianesimo”. Così ha motivato la denuncia un esponente del Vishwa Hindu Parishad, Ashu Agarwal, giustificando la richiesta di incriminare le autorità ecclesiastiche e la dirigenza della scuola. Monsignor Ignatius D’Souza, membro del comitato di gestione della scuola, raggiunto dall’agenzia di stampa AsiaNews, replica che il Christmas Mahotsav in realtà è un evento molto atteso ogni anno dagli abitanti di Bareilly: “è un evento che celebra lo spirito del Natale insieme ai valori sociali e morali dell’India. Quest’anno migliaia di persone hanno partecipato con entusiasmo, apprezzando i programmi presentati dagli studenti. Le esibizioni erano incentrate su temi come l’integrazione nazionale e la dignità umana. Il messaggio complessivo era chiaro: pace, amore, armonia, unità e fratellanza, al di là di ogni confine religioso”. Monsignor D’Souza ha spiegato che l’episodio di Bareilly “si inserisce in un clima più ampio di crescente intolleranza. Non si tratta di un caso isolato. Quest’anno si contano quasi 60 episodi in tutto il Paese in cui delle celebrazioni natalizie sono state disturbate o ostacolate. Gruppi estremisti stanno cercando di farsi giustizia da soli, mettendo a rischio i valori costituzionali della libertà religiosa e della convivenza pacifica”. Il vescovo si dice inoltre preoccupato per il silenzio delle autorità politiche: “è allarmante l’assenza di prese di posizione chiare da parte del governo guidato dal Bharatiya Janata Party. Il primo ministro e il ministro dell’Interno hanno il dovere di intervenire, condannare l’odio e garantire che la legge venga applicata contro chi tenta di dividere la società. Il silenzio di fronte all’intolleranza finisce solo per rafforzare le forze che vogliono dividere il Paese. L’India è forte nella sua diversità e iniziative come il Christmas Mahotsav incarnano davvero l’idea di unità nella diversità”. “Perché qualcuno dovrebbe sentirsi minacciato dalla minoranza cristiana – ha concluso – è una comunità che ha dato un contributo fondamentale all’istruzione, alla sanità e al servizio sociale in India. Celebrazioni culturali pacifiche non dovrebbero mai diventare bersaglio di paura o ostilità”.

