In Pakistan l’80% dei netturbini sono cristiani
È uno dei modi in cui nel paese si discriminano le minoranze, costringerle a lavori considerati degradanti, oltre tutto in condizioni pericolose

In Pakistan, paese a maggioranza islamico, fare gli spazzini, pulire le fogne è considerato un lavoro impuro e degradante e i musulmani rifiutano di farlo. Così viene assegnato alle minoranze. I cristiani sono il 2% della popolazione, eppure l’80% dei netturbini sono cristiani. I rimanenti sono indù. Lo rivela un rapporto di Amnesty International diffuso il 29 luglio. Anche questo è un modo in cui i cristiani vengono discriminati nel paese, è una forma di persecuzione. Lo stigma – spiega l’agenzia di stampa AsiaNews illustrando il rapporto – è confermato nel linguaggio. Il termine “chuhra”, che tradizionalmente indicava chi lavorava nella nettezza urbana, è diventato sinonimo di cristiano. Addirittura molti annunci di lavoro per la pulizia delle fogne presentano la dicitura “solo non musulmani”. Trattandosi di persone considerate inferiori, non si fa niente per dotarle di attrezzature adeguate e per metterle in condizione di lavorare in sicurezza. Nelle fogne, quando vi si calano per sturarle, i netturbini hanno a disposizione un bastone e se non basta usano le mani. Secondo l’organizzazione Sweepers Are Superheroes, in Pakistan negli ultimi anni sono morti almeno 84 netturbini. “Bisogna stare attenti quando si scende – ha raccontato ad Amnesty International Adil Masih – non per l’esercito di scarafaggi e la puzza che ti accoglie quando apri il tombino o i topi che nuotano nell’acqua sporca, ma bisogna fare attenzione alle lame e alle siringhe che galleggiano o stanno in profondità”. La condizione dei netturbini pakistani viola i diritti umani, sostiene Isabelle Lassée, vicedirettore regionale per l’Asia del sud di Amnesty International: “molti membri delle minoranze sono costretti a fare questo lavoro a causa di pregiudizi radicati che non lasciano loro alcuna alternativa”.