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Il vaccino anticoncezionale, così si perverte la medicina

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È in fase di sperimentazione clinica il primo vaccino contraccettivo, sviluppato dall’immunologo indiano Pran Talwar. È solo l’ultima tappa della perversione della medicina e dell’idea di vaccino: da forma di prevenzione di una malattia, a impedimento di un normale processo fisiologico, come la gravidanza.

Vita e bioetica 15_05_2023

Da alcuni decenni esiste un settore della Medicina impegnato con grandi sforzi anche economici nella direzione di un obiettivo preciso: avere il pieno controllo sulla fecondità. La storia della contraccezione chimica potrebbe essere arrivata ad un punto di svolta fondamentale, utilizzando quei prodotti che sono già entrati nell’immaginario collettivo come la panacea del Terzo Millennio, la soluzione ad ogni problema: i vaccini.

La notizia della realizzazione del primo vaccino contraccettivo nella storia della Medicina, già in fase di sperimentazione clinica, ovvero su cavie umane, è stata data in un articolo recentemente pubblicato sulla rivista The Atlantic, dove viene intervistato l’immunologo indiano Gursaran Pran Talwar, che ha dedicato cinquant’anni del suo lavoro alla ricerca di un vaccino contro la gravidanza. Tale scoperta porterebbe ad un’ulteriore rivoluzione nel campo della vaccinologia, dopo che la messa in commercio dei prodotti genici a mRNA ha già modificato radicalmente la definizione di vaccino, che non è più un prodotto che a partire da materiale di provenienza virale o batterica è in grado di indurre una risposta anticorpale da parte dell’organismo, ma - com’è noto - un messaggio genetico in grado di determinare la produzione di una componente del virus, cioè la proteina Spike, da parte delle nostre stesse cellule.

Nel caso del vaccino contro la gravidanza, siamo di fronte ad un cambiamento epocale del concetto di vaccino, che non è più una forma di prevenzione nei confronti di una malattia, ma un impedimento a che un normale processo fisiologico - la gravidanza - abbia luogo. Questo sarebbe il primo vaccino progettato per provocare una risposta immunitaria contro un processo corporeo normale e sano.

Talwar, ex direttore dell’Istituto Nazionale di Immunologia dell’India, ha spiegato di avere a lungo cercato una soluzione finale al problema della contraccezione, un prodotto che superasse in efficacia ogni tipo di contraccettivo esistente. Ciò che l’ha mosso, ha spiegato, è stato il cercare di aiutare le donne a “liberarsi dal problema di avere famiglie troppo numerose”. Così è arrivato dopo anni di tentativi a produrre un farmaco, chiamato vaccino, un termine che oggi gode di grande popolarità e di indiscusso sostegno mediatico, che neutralizzasse la gonadotropina corionica umana (HCG), noto come “l’ormone della gravidanza” perché è necessario per l’impianto degli ovuli fecondati.

Invece di interrompere il ciclo mestruale, come fanno le forme ormonali di controllo delle nascite, il vaccino utilizza il sistema immunitario per prevenire la gravidanza bloccando la fecondazione. Una nuova forma di contraccezione che potrebbe bloccare la gravidanza anche per tutta la vita. Una scelta che il professore dice che potrebbe essere “reversibile”, qualora una donna volesse un figlio, anche se tale possibilità in realtà sembra essere molto dubbia. Lo scienziato illustra tutti i benefici della sua scoperta: il vaccino sarebbe a lunga durata d’azione, economico, discreto e facile da somministrare, meno invasivo di un dispositivo intrauterino e più comodo di una pillola quotidiana. E a differenza della pillola contraccettiva non avrebbe quegli effetti indesiderati che per anni molti medici hanno cercato di far presenti, arrogantemente zittiti in quanto tacciati di pensiero retrogrado e oscurantista, e che invece ora il professore elenca implacabilmente: aumento di peso, sbalzi d’umore e i rari ma rischiosi trombi e ictus. Mentre questo vaccino - secondo il suo scopritore - non avrebbe alcun effetto collaterale.

Non ne è così sicuro il dottor Brian Hooker, responsabile scientifico della Children’s Health Defense, presieduta da Robert Kennedy. “È molto difficile spegnere una risposta immunitaria completa di cellule B di memoria dopo che è stata attivata. Il mio timore è che questo tipo di vaccino possa lasciare molte persone sterili in modo permanente” ha dichiarato il dottor Hooker. Inoltre, ci sono molti problemi posti da questa tecnologia in relazione all’autoimmunità: “Essenzialmente, spingendo l’organismo ad attaccare le proteine umane, si mettono anche i tessuti umani, tra cui soprattutto gli organi riproduttivi vitali, sulla linea di fuoco di molti processi infiammatori associati alla risposta immunitaria”. Ci potrebbero essere quindi conseguenze a lungo termine rispetto al comportamento del sistema immunitario.

Questo prodotto farmacologico è il risultato di un lungo periodo di ricerche e studi. Gli immunocontraccettivi sono stati usati per decenni dagli scienziati della fauna selvatica per prevenire le gravidanze principalmente su animali in cattività, ma anche per il controllo della popolazione di alcune specie selvatiche. Ora si è arrivati alla sperimentazione umana. Per molto tempo, i fautori dell’antinatalismo si sono dovuti preoccupare degli ostacoli posti da chi - come la Chiesa Cattolica - poneva delle serie obiezioni etiche a questo tipo di pratiche. Oggi questa voce si è fatta molto flebile, perlomeno a livello gerarchico istituzionale, e quindi il progetto della drastica riduzione della fertilità può procedere molto più spedito, approfittando anche dell’aura di sacralità di cui gode oggi la parola vaccino, un termine dietro il quale si può ormai trovare ogni sorta di intervento a modifica dell’organismo umano.