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neo-militarismo

Il superesercito tedesco, il sogno insostenibile di Merz

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Un disegno di legge per attrarre volontari a suon di benefit senza escludere la leva obbligatoria in Germania per far fronte alla minaccia russa quotidianamente evocata. Ma le infrastrutture non ci sono più e nemmeno le risorse, che hanno preso la strada di Kiev.

Esteri 29_08_2025
LaPresse (Jens Büttner/dpa via AP)

La Russia «è e rimarrà nel lungo periodo la più grande minaccia alla libertà, alla pace e alla stabilità in Europa», ha dichiarato il 27 agosto il cancelliere tedesco Friedrich Merz, ribadendo che la Germania «è fermamente al fianco dell'Ucraina» e accusando la Russia di «condurre da tempo attacchi ibridi». 
Gli attacchi ibridi alla Germania non sono certo mancati da quando Berlino si è schierata al fianco di Kiev fornendo aiuti militari e finanziari inferiori solo a quelli stanziati dagli Stati Uniti dell’Amministrazione Biden. Ma se guardiamo agli attacchi “meno ibridi” e più “cinetici”, la più grave aggressione strategica al cuore della Germania dopo la resa del Terzo Reich l’8 maggio 1945 l’ha scatenata l’Ucraina, distruggendo nel settembre 2022 i gasdotti Nord Stream sotto la superficie del Mar Baltico. 

A Berlino ne sono consapevoli, dato che hanno chiesto all’Italia l’estradizione di uno degli ufficiali di Kiev considerato tra i responsabili di quell’attentato ma né il governo attuale né quello precedente del cancelliere Olaf Scholz hanno mai tratto le dovute conclusioni. Né si sono neppure sognati di cercare prove della complicità di alcune nazioni alleate nella NATO, anglosassoni e baltiche, che dai molti indizi emersi in questo tre anni potrebbero aver avuto un peso determinante in quell’azione. 

Le parole di Merz sono state pronunciate dopo che il governo ha approvato un disegno di legge che introduce il servizio militare volontario ma che minaccia di portare alla coscrizione obbligatoria se non si raggiungessero gli obiettivi di reclutamento. Il disegno di legge deve ancora ottenere l'approvazione del Parlamento dove le opposizioni daranno battaglia forse insieme a una parte della SPD, partito di governo con la CDU/CSU di Merz ma con molti esponenti in disaccordo con un neo-militarismo che cozza con la sempre più grave crisi economica e sociale tedesca. 
Anche perché gli obiettivi di reclutamento annunciati ben difficilmente potranno venire soddisfatti dai volontari, considerato che Merz punta a portare il numero dei militari, tra effettivi e riservisti, a 460mila effettivi, almeno 260mila militari in servizio permanente e 200mila riservisti. 

Obiettivo ambizioso ma che, se anche fosse perseguibile sul piano politico e sociale, richiederà giganteschi investimenti di risorse e molti anni tenuto conto che oggi Berlino dispone di 180mila militari (inclusi i 14mila del comando cyber e i 22mila del servizio sanitario) di cui appena 60mila nell’esercito. 
Dati a cui aggiungere 34mila riservisti, di cui un terzo nell’esercito e oltre 7mila nella cyber-defense e nel servizio sanitario. In tutto meno di 215mila militari che dovrebbero più che raddoppiare (per l’esattezza + 114%) per far fronte alla quotidianamente evocata “minaccia russa”.  

L'iniziativa, ha spiegato il ministro della Difesa Boris Pistorius, mira ad attrarre volontari per la Bundeswehr con benefit e stipendi più alti, forse puntando anche sulla crescente disoccupazione in Germania, ma il ministro dell’SPD come il cancelliere della CDU hanno lanciato lo stesso monito: in caso non si arrivi a un numero di reclute sufficiente, scatterà la leva obbligatoria. 

A partire dal 1° gennaio 2026 verrà inviato un questionario a tutti i giovani tedeschi, maschi e femmine, per sondare il loro interesse a servire nelle forze armate. Saranno incluse domande sul livello di forma fisica, competenze e interessi. Secondo il disegno di legge gli uomini saranno obbligati a compilare il questionario, mentre per le donne sarà facoltativo. 
In attesa delle proteste di femministe e uffici competenti per le pari opportunità, si apprende che dal 1° luglio 2027, tutti i tedeschi di 18 anni dovranno sottoporsi a una visita medica obbligatoria, anche se non avranno deciso di arruolarsi come volontari. 
La Germania, ha spiegato Merz, mira ad avere il più grande strumento militare convenzionale d’Europa ma la leva obbligatoria, sospesa in Germania nel 2011 sotto il cancellierato di Angela Merkel, già da tempo aveva ridotto i flussi di giovani chiamati alle armi. 

Al di là dei proclami va fatto notare che non esistono più (in Germania, come in Italia e nel resto d’Europa) le infrastrutture (caserme, ospedali, magazzini, poligoni di tiro, centri addestrativi) idonee a ospitare, curare, vestire, armare, equipaggiare e addestrare così tanti coscritti. Anche perché quel poco che veniva mantenuto in riserva nei magazzini è stato già donato agli ucraini. 

Il tema del ripristino della leva obbligatoria è stato al centro del dibattito ma pochi l’hanno finora attuato pienamente proprio per queste ragioni. Ad esempio, ieri la Spagna ha escluso la possibilità di ripristinare il servizio militare, volontario e obbligatorio, respingendo quanto deciso dalla Germania. Il ministro della Difesa, Margarita Robles, ha più volte escluso pubblicamente un ritorno alla leva – abolita in Spagna nel 2001 dall'allora governo conservatore di José Maria Aznar – a fronte del ripristino del servizio militare deciso o annunciato dopo l'invasione russa in Ucraina da Paesi come Lettonia o Lituania.

Per incoraggiare l’arruolamento in Germania è stata annunciata una campagna sui social media per pubblicizzarne i vantaggi: stipendio minimo di 2.300 euro al mese, assistenza sanitaria gratuita e altri vantaggi come l’ottenimento di patenti di guida.

Pur aumentando le spese militari fino al 3,5% del PIL entro il 2035 non è certo che tali risorse siano sufficienti: quest’anno Berlino ha stanziato 80 miliardi per la Difesa. 
Anche perché rinforzare stipendi e benefit sociali a chi si arruola, proprio oggi che il cancelliere Merz ha appena dichiarato che «lo stato del benessere universale nella forma in cui esiste oggi non può più essere finanziato con ciò che possiamo permetterci dal punto di vista economico», non aiuterà il governo sul fronte dei consensi. 

Alla conferenza della CDU il cancelliere ha affermato che il sistema di sussidi non è più sostenibile poiché quest’anno ha già superato il record dello scorso anno di 47 miliardi di euro. 
È vero che l'economia tedesca è in crisi con una contrazione dello 0,2% lo scorso anno dopo un calo dello 0,3% nel 2023 e fosche prospettive quest’anno dopo il crollo della produzione industriale e con un PIL diminuito dello 0,3% nel secondo trimestre del 2025. 

Ma è altrettanto vero che lamentare il calo delle risorse da dedicare al welfare quando la Germania ha versato 50,5 miliardi di euro all’Ucraina tra il 2022 e il 2024 non aiuta a rendere popolare il governo. 
Di questi, 25 miliardi sono stati spesi per mantenere i rifugiati ucraini (inclusi parte rilevante dei 650 mila maschi ucraini in età di reclutamento che continuano a restare nei Paesi europei per non farsi arruolare), altri 17 miliardi per aiuti militari. 
Nel 2025 la Germania ha destinato 9 miliardi di euro a Kiev per l'assistenza militare, e nel 2026-2027 prevede di aggiungerne altri 17 miliardi. Il vice cancelliere e ministro delle Finanze Klingbeil ha detto il 25 agosto che Berlino manterrà un sostegno militare annuo di 9 miliardi di euro all'Ucraina, devastata dalla guerra. 



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