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L'ANTIDOTO

Il santo schiavo

Vincenzo de’ Paoli fu fatto prigioniero dai pirati e venduto come schiavo. Ma fu salvato dai salmi.

Cultura 28_04_2012
vincenzo de paoli
San Vincent de Paul (o Vincenzo de’ Paoli), il fondatore delle Suore della Carità e dei Padri Lazzaristi, nel 1605 fu fatto prigioniero dai pirati barbareschi e venduto come schiavo sul mercato africano. Era in viaggio via mare da Marsiglia a Narbona quando tre vascelli islamici attaccarono la sua nave. Diversi marinai furono uccisi e lo stesso san Vincent si beccò un colpo di freccia, «la cui ferita mi è rimasta come ricordo per tutta la vita», come scrisse a un amico rievocando quei fatti. «Al nostro arrivo fummo messi in vendita con un certificato di cattura su una nave spagnola, ché altrimenti saremmo stati liberati dal console».

In effetti, i regni barbareschi rispettavano i trattati col re di Francia. Può sembrare strano questo patteggiare di Stati sovrani con quelli che non erano altro che covi di banditi, ma i prìncipi europei non riuscirono mai, per secoli, a mettersi d’accordo per risolvere la situazione una volta per tutte. Il santo, venduto più volte, fu alla fine acquistato da un rinnegato di Nizza che aveva tre mogli, una delle quali era una cristiana greca. Ma fu una delle mogli musulmane a divenire «lo strumento grazie al quale suo marito fu strappato all’apostasia per rientrare nel grembo della Chiesa, liberandomi poi dalla schiavitù». La donna, ogni sera, si avvicinava allo schiavo francese che lavorava in un campo e gli chiedeva di «cantarle le lodi» del suo Dio.

Il santo, «con le lacrime agli occhi», intonava i salmi Quomodo cantabimus in terra aliena e Super flumina Babylonis o il Salve Regina. Finché non accadde l’impensabile. «Quella sera stessa non mancò di dire al marito che aveva commesso un errore abbandonando la sua religione, che considerava vera dopo la descrizione che le avevo fatto del nostro Dio e le lodi che io avevo cantate in sua presenza». L’uomo si commosse e, pentitosi, alla prima occasione fuggì insieme all’ex schiavo in direzione della Francia. Qui fu riammesso nel cattolicesimo e mandato a Roma, dove prese i voti nell’ordine ospedaliero dei Fatebenefratelli.

Cfr. Philip Gosse, Storia della pirateria (Gruner+jahr/Mondadori, 2011), pp. 97-99.