Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Teresa di Gesù Bambino a cura di Ermes Dovico
Mezzo di salvezza

Il Rosario in famiglia, l’arma per la pace

Ascolta la versione audio dell'articolo

Mentre il mondo è segnato da guerre che rischiano di allargarsi, l’inizio del mese di ottobre ricorda l’importanza di pregare il Rosario per ottenere la pace, come chiesto dalla Madonna a Fatima. L’esempio dei santi e la chiamata per i genitori: recitare il Rosario in famiglia.

- San Michele invocato alla Casa Bianca, censurato in casa sua, di Stefano Chiappalone 

Ecclesia 01_10_2025 English Español

Mancano pochi giorni al secondo anniversario dell’inizio della guerra tra Hamas e Israele (7 ottobre 2023), con le diplomazie al lavoro, tra innumerevoli stop, per trovare un accordo di pace. Simile dramma si vive per il conflitto Russia-Ucraina, in corso da oltre tre anni e mezzo e con picchi di tensione tra Mosca e l’Occidente che hanno fatto evocare più volte il pericolo di una terza guerra mondiale. Se le vie diplomatiche non vanno certo trascurate, al tempo stesso i cristiani sanno di avere nella preghiera il più grande mezzo – insieme al digiuno – per ottenere la pace.

Ogni preghiera è gradita a Dio, ma una lo è particolarmente: il Santo Rosario. E può risolvere o scongiurare ogni tipo di conflitto, come spiegò la Madonna già nella sua prima apparizione ai pastorelli di Fatima, il 13 maggio 1917: «Recitate il Rosario tutti i giorni per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra». Una pace, quella recata dalla meditazione costante dei misteri della nostra salvezza, che non è solo assenza di conflitti armati, ma avviene innanzitutto nei nostri cuori e permette di portare Cristo nei vari ambiti del vivere sociale, premessa indispensabile perché la pace sia vera e duratura.

Quantomai opportuno è giunto dunque il richiamo di Leone XIV, che nell’udienza generale di mercoledì 24 settembre ha ricordato che ottobre è specialmente dedicato al Rosario e ha invitato perciò tutti, per «ogni giorno» del mese che inizia oggi, «a pregare il Rosario per la pace, personalmente, in famiglia e in comunità». E proprio la dimensione della famiglia è quella su cui vale la pena soffermare la nostra attenzione, perché essa è la culla per la trasmissione della fede e quindi anche dell’attitudine alla preghiera.

Nelle vite dei santi vediamo non di rado descritta l’importanza dell’educazione cristiana ricevuta in casa, di come questa o quell’altra persona abbiano tratto grande giovamento dall’esempio dei genitori che in momenti precisi della giornata – al mattino e anche alla sera, magari davanti al focolare – radunavano i figli per pregare insieme. Gli esempi si sprecano, ma senza andare troppo indietro nel tempo possiamo ricordare la biografia di una santa vicina a noi, Gianna Beretta Molla (1922-1962). Tra le varie pratiche di pietà a cui la formarono i suoi genitori – che andavano a Messa ogni giorno (con eroiche levate alle 5 del mattino), nonostante i mille impegni – c’era l’appuntamento fisso del dopocena. Allora, come scrive uno dei fratelli di santa Gianna, don Giuseppe, «arrivava un altro momento importante nella vita della nostra famiglia, quello della recita del Santo Rosario. Il papà in piedi dinnanzi all’immagine della Madonna con accanto i più grandicelli, e noi più piccoli attorno alla mamma che ci aiutava a rispondere fino a che non ci addormentavamo appoggiati sulle sue ginocchia».

Riunita tutta insieme a pregare era anche la famiglia di un’altra santa dei nostri tempi, Teresa di Calcutta (1910-1997): anche i suoi genitori avevano una speciale devozione per il Rosario. E lei, ormai adulta, raccomandava: «Portate il Rosario nella vostra famiglia, consacrate la vostra famiglia al Sacro Cuore. Genitori, insegnate ai vostri figli a pregare e pregate con loro».

Nello stesso solco le parole scritte da un suo famoso amico, san Giovanni Paolo II (che pure la citava), nella lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae (2002): «La famiglia che prega unita, resta unita. Il Santo Rosario, per antica tradizione, si presta particolarmente ad essere preghiera in cui la famiglia si ritrova» e facilita la comunicazione tra i suoi membri, la capacità di perdonarsi, proprio perché, se recitato con cura, aiuta a gettare «lo sguardo su Gesù». Papa Wojtyła aveva ben chiaro che l’influsso potente di questa preghiera tanto cara a Maria vale sia per le singole famiglie che per le intere nazioni e che essa è capace di propiziare quell’«intervento dall’Alto» che solo può cambiare le sorti del mondo. Perciò, nella stessa lettera, scriveva: «Il Rosario è preghiera orientata per sua natura alla pace, per il fatto stesso che consiste nella contemplazione di Cristo, Principe della pace e nostra pace (Ef 2,14). Chi assimila il mistero di Cristo – e il Rosario proprio a questo mira –, apprende il segreto della pace e ne fa un progetto di vita. Inoltre, in forza del suo carattere meditativo, con il tranquillo succedersi delle Ave Maria, il Rosario esercita sull’orante un’azione pacificante che lo dispone a ricevere e sperimentare nella profondità del suo essere e a diffondere intorno a sé quella pace vera che è dono speciale del Risorto». Una pace, questa, che si riflette quindi nei rapporti con il prossimo e fa vedere nell’altro il volto di Cristo.

Da quanto visto, si capisce perché il demonio cerchi in tutti i modi – ispirando norme e stili di vita contrari alla legge morale naturale (divorzio, aborto, fecondazione artificiale, unioni gay, convivenze, ecc.) – di distruggere l’identità della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio e perché tema molto il Santo Rosario. I genitori hanno dunque il grave compito di riscoprire questa preghiera e di educare i figli a recitarla insieme. È un compito tanto delle madri quanto dei padri. I quali sono chiamati a recuperare quel sano ruolo di guida – anche nella pratica della fede in famiglia – che la secolarizzazione e l’attacco alla figura paterna hanno contribuito a liquefare. Una chiamata che è al cuore della loro stessa missione educativa, il cui fine ultimo non può che essere uno: portare i figli a Dio (cioè a Colui a cui davvero appartengono), instradandoli sulla via dei sacramenti, della preghiera e dell’amore a Maria, così da aiutarli a realizzare il progetto di salvezza eterna che il Padre celeste ha su di loro. La pace in terra, tassello dopo tassello, può arrivare solo da qui.



ARMA SPIRITUALE

Il segreto del Rosario, spiegato dal Montfort

27_05_2022 Ermes Dovico

In uno dei suoi ispiratissimi scritti, san Luigi Maria di Montfort confuta gli orgogliosi che screditano il Santo Rosario, la cui nobiltà discende direttamente dalla SS. Trinità. Se recitato devotamente, meditandone i misteri, fa vincere le tentazioni, converte i cuori e «ci rende conformi a Gesù», attirando ogni tipo di grazia.