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LA RIABILITAZIONE

Il ritorno a sorpresa di Silvio, l'immortale della politica

Oltre alle trattative per un governo fra Lega e 5 Stelle, la vera notizia è il ritorno di Silvio Berlusconi. Ha ottenuto dal Tribunale di sorveglianza di Milano la “riabilitazione”, quella che cancella tutti gli effetti della condanna che aveva subito nel processo sui diritti tv Mediaset. Ora è di nuovo candidabile. Punterà a tornare alle urne?

Politica 13_05_2018
Silvio Berlusconi

Una ventina i punti del contratto per il nuovo governo. Il vertice Lega-Cinque Stelle ieri a Milano ha redatto una bozza di documento condiviso, che registra la piena convergenza su reddito di cittadinanza, flat tax, legge Fornero, lotta al business dell’immigrazione, conflitto di interessi. Ma il nome del premier rimane avvolto nel mistero, anzi pare non sia stato ancora deciso. Evidentemente, la scelta di una figura terza,  equidistante dalle due forze politiche e gradita al Quirinale e all’Europa, non mette d’accordo Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Ma oggi potrebbero esserci novità.

Intanto Sergio Mattarella, commemorando a Dogliani Luigi Einaudi, ha sottolineato quali siano le prerogative del Presidente della Repubblica secondo la Costituzione e ha ricordato come nel 1953 il suo predecessore non esitò a nominare un Presidente del Consiglio diverso da quello indicato dal partito di maggioranza relativa, la Democrazia cristiana. "Il Capo dello Stato non è un notaio, il Presidente del Consiglio lo nomina il Presidente della Repubblica, che può anche rifiutarsi di firmare leggi che non abbiano copertura finanziaria", ha tenuto a puntualizzare l’inquilino del Quirinale, con evidente riferimento alle trattative di questi giorni tra Lega e Cinque Stelle.

Ma il fatto del giorno per la politica italiana è un altro: Silvio Berlusconi può di nuovo candidarsi alle elezioni, perché ha ottenuto dal Tribunale di sorveglianza di Milano la “riabilitazione”, quella che cancella tutti gli effetti della condanna che aveva subito nel processo sui diritti tv Mediaset e l’incandidabilità imposta dalla legge Severino. Esattamente due mesi fa i legali di Berlusconi, gli avvocati Franco Coppi e Niccolò Ghedini, avevano depositato nella cancelleria al settimo piano del Palazzo di giustizia di Milano l’istanza con la richiesta firmata dal loro assistito. La Procura generale di Milano ha 15 giorni per opporsi alla decisione, ricorrendo in Cassazione. Ma intanto dentro Forza Italia si è registrata una sinfonia di gioia alimentata da tutti i fedelissimi del Cavaliere. Berlusconi era stato condannato definitivamente per frode fiscale a 4 anni di reclusione il primo agosto 2013 dalla Corte di Cassazione, che aveva confermato la sentenza emessa dalla Corte d’appello di Milano nel processo relativo ai diritti tv Mediaset. Tre dei quattro anni erano stati però cancellati dal condono. Il resto della pena il Cavaliere l’ha espiata in affidamento in prova ai servizi sociali recandosi per quattro ore, un giorno alla settimana, nell’istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, hinterland milanese, dove ha svolto fino all’ 8 marzo del 2015 “attività di volontariato” a favore degli anziani ricoverati. 

Il Cavaliere non è in realtà mai uscito di scena, anzi nell’ultima campagna elettorale, pur non essendo candidabile, si è dato molto da fare, giocando sull’equivoco del simbolo “Berlusconi presidente” che compariva sui manifesti elettorali di Forza Italia. Molti suoi elettori, infatti, non hanno in alcun modo tenuto conto del fatto che non potesse andare in Parlamento, ma hanno comunque scelto di votare il suo partito. Ora, però, questa riabilitazione potrebbe presto consentirgli di rioccupare uno scranno alla Camera o al Senato. Se un parlamentare azzurro eletto il 4 marzo in un collegio uninominale si dimettesse, bisognerebbe convocare elezioni suppletive in quel collegio e Berlusconi potrebbe candidarsi. Basterebbe che quel parlamentare venisse magari eletto membro laico del Consiglio superiore della magistratura e liberasse lo scranno a Montecitorio o a Palazzo Madama. Ma a quanto pare dentro Forza Italia non si farebbe alcuna fatica a trovare un volontario pronto a immolarsi per il suo leader, dimettendosi dal Parlamento. Tuttavia, non è detto che ciò avvenga a breve.

A onor del vero, il leader di Forza Italia è ancora coinvolto in vari procedimenti penali legati al caso Ruby e all’accusa di corruzione in atti giudiziari per aver pagato una ventina di testimoni affinchè dicessero il falso nei processi sulla finta nipote di Mubarak. Tuttavia, l’ordinanza del Tribunale di sorveglianza è immediatamente esecutiva, per cui fin da ieri Silvio Berlusconi ha riacquistato la piena agibilità politica.

Ci si interroga su quali effetti potrà avere questa notizia sull’andamento del negoziato per la formazione del governo giallo-verde e sulla durata di tale esecutivo. Vien da pensare che probabilmente, se si andasse alle urne fra qualche mese, il centrodestra, a maggior ragione dopo la riabilitazione di Berlusconi, raggiungerebbe il fatidico 40% e avrebbe da solo i numeri per governare, stante soprattutto l’ascesa della Lega nei sondaggi. C’è chi addirittura ritiene che il leader di Forza Italia intenda a questo punto forzare la mano e giocare sull’effetto emotivo della sua riabilitazione per propiziare un rapido ritorno alle urne, considerato anche il fatto che a Palazzo Madama un governo Lega-Cinque Stelle si reggerebbe soltanto su 6 voti di maggioranza. Questi numeri risicati presentano, però, anche il rovescio della medaglia: rendere in alcune votazioni indispensabili i voti di Forza Italia, con conseguente accrescimento del potere di condizionamento di Berlusconi sull’esecutivo. Appare comunque assai più probabile che Forza Italia e Pd decidano di mettere alla prova Lega e Cinque Stelle, facendoli governare. In questo modo potrebbero utilizzare il prossimo anno per rigenerarsi e riorganizzarsi, cercando di sfruttare eventuali debolezze, divisioni e passi falsi dei due vincitori delle elezioni del 4 marzo.