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Il mistero del volto di Dio secondo Benedetto XVI

Benedetto XVI ha proposto nell'udienza generale del 16 gennaio 2013 una meditazione sul mistero del volto di Dio. Tutti i profeti dell'Antico Testamento ne hanno parlato. E tuttavia nella storia d'Israele a questo proposito c'è veramente un mistero. 

Articoli tematici 17_01_2013
Benedetto XVI

Proseguendo nelle sue catechesi per l'Anno della fede, Benedetto XVI ha proposto nell'udienza generale del 16 gennaio 2013 una meditazione sul mistero del volto di Dio. Tutti i profeti dell'Antico Testamento ne hanno parlato. E tuttavia nella storia d'Israele a questo proposito c'è veramente un mistero.
Da una parte, è costantemente presente «il desiderio di conoscere questo volto, il desiderio di vedere Dio come è, tanto che il termine ebraico p?nîm, che significa “volto”, vi ricorre ben 400 volte, e 100 di queste sono riferite a Dio: 100 volte ci si riferisce a Dio, si vuol vedere il volto di Dio». Ma d'altro canto «la religione ebraica proibisce del tutto le immagini, perché Dio non si può rappresentare, come invece facevano i popoli vicini con l’adorazione degli idoli; quindi, con questa proibizione di immagini, l'Antico Testamento sembra escludere totalmente il “vedere” dal culto e dalla pietà».

Non c'è però, in realtà, alcuna contraddizione. «Da una parte si afferma che Dio ha un volto, cioè è un "Tu" che può entrare in relazione, che non è chiuso nel suo Cielo a guardare dall’alto l’umanità» ma «che si rivela progressivamente all’uomo, che fa conoscere se stesso, il suo volto». Dall'altra, si vuole evitare il forte rischio che Israele, influenzato dai popoli vicini, si costruisca un falso volto di Dio.
Mosé è «una figura a cui è collegato in modo del tutto speciale il tema del “volto di Dio”». Nel Libro dell'Esodo si legge: «Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come uno parla con il proprio amico» (v. 11). Eppure quando Mosè chiede a Dio: «Mostrami la tua gloria!», la risposta di Dio è decisa: «Farò passare davanti a te tutta la mia bontà e proclamerò il mio nome… Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo… Ecco un luogo vicino a me… Tu vedrai le mie spalle, ma il mio volto non si può vedere» (vv. 18-23).

Vedere il volto misterioso di Dio nell'Antico Testamento è propriamente impossibile. Questo mistero si risolve solo nella persona di Gesù Cristo, come leggiamo nel Vangelo di Giovanni: «Dio nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato» (Gv 1,18).
Lo stesso san Giovanni riporta l'episodio dove l’apostolo Filippo chiede a Gesù: «Signore, mostraci il Padre e ci basta» (Gv 14,8). E il Signore risponde: «Chi ha visto me, ha visto il Padre» (Gv 14,9). Qui emerge la novità rispetto all'Antico Testamento: ora «Dio si può vedere, Dio ha manifestato il suo volto, è visibile in Gesù Cristo».

Con l’Incarnazione «la ricerca del volto di Dio riceve una svolta inimmaginabile, perché questo volto si può ora vedere: è quello di Gesù, del Figlio di Dio che si fa uomo. In Lui trova compimento il cammino di rivelazione di Dio», «in Lui il contenuto della Rivelazione e il Rivelatore coincidono».
C'è di più, spiega il Papa. Non solo Gesù ci mostra il volto di Dio: nello stesso tempo «ci fa conoscere il nome di Dio». Due misteri sono svelati insieme. Nell'Ulltima Cena Gesù afferma rivolto al Padre: «Ho manifestato il tuo nome agli uomini… Io ho fatto conoscere loro il tuo nome» (Gv 17,6 e 26).

In verità già a Mosè, presso il roveto ardente, «Dio aveva rivelato il suo nome, cioè si era reso invocabile, aveva dato un segno concreto del suo “esserci” tra gli uomini». Ma «questo in Gesù trova compimento e pienezza: Egli inaugura in un nuovo modo la presenza di Dio nella storia».
Il Pontefice cita san Bernardo (1090-1153), per cui il cristianesimo è la «religione della Parola di Dio»; non, però, di «una parola scritta e muta, ma del Verbo incarnato e vivente». Il Papa ricorda pure che «nella tradizione patristica e medioevale si usa una formula particolare per esprimere questa realtà: si dice che Gesù è il Verbum abbreviatum (cfr Rm 9,28, riferito a Is 10,23), il Verbo abbreviato, la Parola breve, abbreviata e sostanziale del Padre, che ci ha detto tutto di Lui. In Gesù tutta la Parola è presente». Il desiderio di conoscere il volto e il nome di Dio percorre tutta la storia ed è presente ancora oggi. «Il desiderio di conoscere Dio realmente, cioè di vedere il volto di Dio è insito in ogni uomo, anche negli atei. E noi abbiamo forse inconsapevolmente questo desiderio di vedere semplicemente chi Egli è, che cosa è, chi è per noi. Ma questo desiderio si realizza seguendo Cristo».