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IMMIGRAZIONE

Il fantasma dell'immigrazione isola la sinistra italiana

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Proteste pittoresche in Parlamento per chiedere più visibilità alla campagna referendaria. E il quesito è il dimezzamento del tempo per diventare cittadino italiano. Il contrario di quel che chiede Starmer, accortosi che l'immigrazione è fuori controllo.

Politica 16_05_2025
Riccardo Magi (La Presse)

Un fantasma si aggira per il parlamento. O meglio: un radicale, Riccardo Magi, si aggira per il parlamento vestito da fantasma, protestando perché i referendum dell’8-9 giugno non hanno abbastanza visibilità sui media, a suo dire. Succedeva il 14 maggio, nell’aula della Camera. La protesta si è conclusa in fretta, quando Magi è stato portato via a forza dai commessi, su richiesta del presidente Fontana.

Riccardo Magi fa sua una tipica protesta pannelliana. Magi accusa la Meloni di voler sabotare la campagna referendaria, dopo che la maggioranza ha dato chiara indicazione di non votare. Ma qual è il testo del referendum promosso da +Europa? Dimezzare il periodo di residenza in Italia dei cittadini extracomunitari per ottenere la cittadinanza. Oggi è 10 anni, Magi lo vuol portare a 5. Si parla di immigrazione regolare, non degli sbarchi, dei barconi e dei veri e presunti rifugiati. Di fatto, però, viene confermata la linea politica della sinistra italiana, che è sempre quella dell’accoglienza, della porta aperta. La tendenza è sempre la stessa e anche gli esiti dei voti in tutto il mondo occidentale non la cambia di un millimetro.

Eppure la sinistra italiana, che va da +Europa a neo-post-comunisti di Avs, passando per il Pd di Elly Schlein, rischia di rimanere un caso unico. La Germania, ad esempio, sta dando segnali che intende procedere verso la chiusura delle frontiere, nonostante ci sia ancora il Partito Socialdemocratico al governo, assieme alla Cdu/Csu. Nel solito gioco di affermazioni e smentite, la settimana scorsa, in Germania, era circolata la notizia che il governo Merz volesse chiedere lo stato d’emergenza nazionale e chiudere le frontiere, invocando l’articolo 72 del Trattato per il funzionamento dell’Unione Europea. La notizia è stata smentita ufficialmente dallo stesso cancelliere Friedrich Merz. Ma funzionari del governo tedesco, parlando con i reporter di Euronews, hanno però confermato che Merz vuole davvero dichiarare lo stato di emergenza nazionale per intensificare le espulsioni delle persone che tentano di entrare illegalmente in Germania attraverso un paese sicuro dell'UE.

Mercoledì 7 maggio, il ministro dell'Interno Alexander Dobrindt ha dichiarato di aver dato istruzioni alla polizia federale di rafforzare i controlli alle frontiere con l'obiettivo di respingere un maggior numero di migranti irregolari, compresi quelli che intendono chiedere asilo.

La svolta più drastica arriva però da un governo di sinistra, fuori dall’Ue: quello del laburista Keir Starmer, nel Regno Unito Il quale, non solo mette da parte tutte le critiche alla linea dura tenuta dai suoi predecessori conservatori, ma li bacchetta in pubblico per aver parlato troppo e fatto troppo poco. «Quando si ha un sistema di immigrazione che sembra quasi progettato per consentire abusi – dichiarava il premier Starmer nella conferenza di presentazione del nuovo Libro Bianco sull’immigrazione - che incoraggia alcune aziende a portare lavoratori con salari più bassi piuttosto che investire nei nostri giovani, o semplicemente un sistema venduto dai politici al popolo britannico sulla base di premesse completamente false, allora non si sta promuovendo la crescita, non si sta promuovendo la giustizia, o comunque si voglia difendere lo status quo. In realtà stai contribuendo alle forze che stanno lentamente distruggendo il nostro Paese. Quindi sì, ci credo. Credo che sia necessario ridurre significativamente l'immigrazione».

Tweet del premier laburista come: «Stabilirsi nel Regno Unito è un privilegio che si guadagna, non un diritto», sembrano scritti da Nigel Farage. Nella conferenza stampa del 13 maggio ha dichiarato cosa che potrebbero benissimo esser state pronunciate da un leader conservatore: «Questa strategia ci consentirà finalmente di riprendere il controllo delle nostre frontiere e di chiudere un capitolo squallido della nostra politica, della nostra economia e del nostro Paese».

In che cosa consiste questa nuova strategia? Alzare gli standard richiesti per poter immigrare legalmente nel paese: «Quando le persone arrivano nel nostro Paese, dovrebbero anche impegnarsi a integrarsi, a imparare la nostra lingua, e il nostro sistema dovrebbe distinguere attivamente tra coloro che lo fanno e coloro che non lo fanno. Penso che sia giusto. Pertanto, come stabilito nel Libro bianco, ogni aspetto del sistema di immigrazione – lavoro, famiglia e studio – sarà rafforzato per garantire un maggiore controllo. I requisiti di qualifica saranno innalzati al livello di laurea. I requisiti di conoscenza della lingua inglese saranno applicati a tutti i percorsi, compresi i familiari a carico. Il tempo necessario per ottenere lo status di residente permanente sarà esteso da cinque a dieci anni. E l'applicazione delle norme sarà più severa che mai, perché le regole eque devono essere rispettate».

Quindi è esattamente l’opposto di quel che chiede la sinistra italiana nel referendum sulla cittadinanza. Una sinistra che non ha capito che la tendenza è cambiata, che l’opinione pubblica non può essere ignorata e che rischia di restare il fantasma di se stessa.