I Cattosauri, per credenti a prova di luogocomunismi
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La Bussola dà alle stampe le strip a fumetti di Buh e Gnuh, personaggi anacronistici che credono in un solo Dio, una sola Chiesa, convinti che i bambini nascono da una mamma e papà... Li chiamano cavernicoli ma sono semplicemente liberi da mode, ideologie o conformismi.

Se il tuo collega di lavoro davanti alla macchinetta del caffè ti rivela che ha deciso di divorziare anche per il bene dei suoi figli e tu pensi che se chiedessi a loro cosa preferirebbero di certo risponderebbero «Vogliamo che papà e mamma stiano insieme per sempre!»; se la tua amica all’aperitivo ti dice che è stata con un “tipo” conosciuto in discoteca, ma «niente paura, ho preso la pillola del giorno dopo» e tu pensi che la tua amica il giorno dopo e quello dopo ancora sarà sempre più stupida; se il tuo parroco afferma con sicumera che la morale cambia e tu pensi che invece l’insipienza non cambia mai e speri che, se la morale non cambia, almeno che sia il parroco a cambiare con un altro nuovo; se il teologo invitato in parrocchia a tenere una conferenza se ne esce con il dire che bisogna rifarsi alla Chiesa delle origini e tu pensi: «Ma allora perché tutti sono contrari alla Messa in rito antico?»; ecco se tu pensi tutte queste cose sei un Cattosauro.
Per anni su queste stesse colonne una volta alla settimana sono state pubblicate le strip a fumetti dei cattosauri Buh e Gnu. Ora La Nuova Bussola Quotidiana ha dato alle stampe un albo a fumetti, dal titolo I Cattosauri. Esemplari di credenti estinti (per acquistarlo clicca qui), che raccoglie le 126 strip pubblicate su questo sito e sul mensile La Bussola Mensile, più dieci strip inedite. Teof e l’Uomo delle Taverne sono rispettivamente il disegnatore e lo sceneggiatore dei Cattosauri.
Iniziamo da lei, Teof. Ci descrive in sintesi Buh, Gnu, Don Danno e Màteo, personaggi principali dei Cattosauri?
Buh è spesso considerato un personaggio anacronistico, “a una sola dimensione”: crede in un solo Dio, una sola Chiesa, una sola moglie (tutte e tre cattolici). Vive secondo leggi ancestrali e segue un’etica paleolitica: per lui i bambini nascono da mamma e papà, i sacramenti non sono superstizione e la croce non è follia. Difende la vita con la sua lancia, dalla culla alla tomba, e si affida a un capo tribù vestito di bianco. Lo chiamano cavernicolo, ma è solo coerente. Il suo migliore amico è Gnu.
Gnu è della stessa tribù e ne condivide i principi, anche se con uno stile più sognante. È uno spirito bambino, candido, puro, privo di malizia. Vede il mondo per com’è davvero, e questo gli vale l’etichetta di ingenuo. È il Forrest Gump dei cattolici: semplice, diretto, disarmante. Legge Il Capitale di Marx al contrario “perché così tutto torna”. Il suo miglior amico è Buh.
Màteo è un ateo orgoglioso, sempre pronto a proclamare la sua visione sul bus, dove incontra spesso Buh e Gnu. È sicuro delle sue idee, ma finisce spesso col fornire ai due amici spunti per ironizzare sui cliché dell’ateismo moderno. La sua fede nell’assenza di fede è così assoluta da sembrare quasi... religiosa.
Don Danno è il parroco di Buh e Gnu. È un esemplare di prete post-conciliare: preferisce la giustizia sociale al Vangelo, la democrazia alla gerarchia, il dialogo eterno alla verità, il condono alla giustizia. È il paladino del compromesso e del “tutti salvi comunque”. Buh e Gnu non gliene fanno passare una.
Buh e Gnu vivono nel nostro mondo, ma non sono del nostro mondo. È d’accordo?
Sì, è un’ottima definizione. Buh e Gnu vivono nel nostro tempo, ma è come se venissero da un’era geologica diversa, non tanto per l’aspetto quanto per la visione delle cose. Sono fuori moda, fuori tempo, fuori tendenza. Ma proprio per questo riescono a guardare la realtà con uno sguardo “altro”, non inquinato da mode, ideologie o conformismi.
Non si sono adattati: restano ancorati a leggi più antiche e profonde, come se sapessero che il progresso non sempre è sinonimo di evoluzione. Guardano il presente con curiosità e perplessità, come esploratori in una terra straniera.
Non è disadattamento, è distanza critica. Non sono del mondo, ma ci vivono dentro per portare uno sguardo che, paradossalmente, è più umano di quello “moderno”.
In questo senso, sono davvero dei cattosauri: pressoché estinti, ma, quei pochi superstiti, resistenti. E testardi.
È facile o difficile disegnare i Cattosauri?
Disegnare i Cattosauri non è difficile: il tratto è volutamente essenziale, quasi disneyano, ma proprio per questo richiede precisione e controllo.
La parte più complessa, però, è gestire i personaggi: ognuno ha un’energia diversa e una propria grammatica espressiva.
Buh, ad esempio, ha uno sguardo spesso ironico, ai limiti del cinico, ma che in certi momenti si accende di una profonda allegria. Gnu è puro candore, e le sue espressioni vanno dosate con cura per evitare che appaia tonto. Màteo si agita, gesticola, si infervora: è un concentrato di retorica e saccenza. Don Danno, infine, è una sfida a sé: deve apparire rassicurante e inquietante allo stesso tempo.
Trovare il giusto equilibrio tra semplicità del segno e profondità dei caratteri è forse la parte più stimolante del lavoro.
Nel mondo dei comics, i Cattosauri a quale fumetto potrebbero assomigliare?
Difficile trovare un paragone esatto, ma alcune affinità ci sono. Per certi versi i Cattosauri ricordano Mutts di Patrick McDonnell, per il minimalismo grafico e la profondità nascosta dietro una comicità lieve. Non manca una certa affinità con Calvin & Hobbes, per la capacità di alternare ironia e poesia.
C’è da dire che I Cattosauri affondano le radici anche in una tradizione tutta italiana: quella dei fumetti cattolici, che dagli anni ’50 in poi hanno cercato di coniugare intrattenimento e formazione, fede e narrazione. In un certo senso, i Cattosauri ne sono gli eredi surreali e postmoderni: mantengono il desiderio di dire qualcosa di vero, ma lo fanno con i mezzi del paradosso, del grottesco e di un umorismo che a volte consola e altre volte punge.
Passiamo a lei, Uomo delle Taverne. Perchè ha ideato i Cattosauri?
Ma che domanda! Una volta a Giovanni Paolo II chiesero perché faceva così tanti santi. Lui rispose: «Perché ci sono». Non ho ideato un bel niente. Insieme e soprattutto grazie a Teof abbiamo solo dato un volto e un corpo a quei credenti tenaci e resistenti che ci sono, sempre ci sono stati e sempre ci saranno.
Quali sono i nemici principali di Buh e Gnu e in genere di tutti i Cattosauri?
Infiniti. Prendo spunto da quanto lei ha scritto: il nemico giurato del Cattosauro è l’ottusità dell’amico che ti confida che non porterà il figlio al funerale della nonna altrimenti si traumatizza; è il luogocomunismo del parente che ti dice che lui crede a modo suo e – tu aggiungi mentalmente – non al modo di Dio; è l’insipienza del sacerdote che predica che non importa il fatto storico che Gesù sia veramente risorto, importa solo il suo significato – e tu pensi che senza il fatto non c’è manco il significato che deriva dal fatto; è il candore della collega che ti confida che dà i preservativi a suo figlio per farlo crescere responsabile e tu non ce la fai e le dici: «In effetti il male è meglio farlo in sicurezza».
Una vitaccia…
Guardi, senza la grazia di Dio che infonde speranza, il Cattosauro si aggirerebbe per la sua città come un demente che piange a dirotto nemmeno fosse un poppante. Per fortuna che l’autentico Cattosauro è armato, come Buh e Gnu, della lancia dell’arguzia e della clava dell’ironia. Se la ride e prende giustamente in giro i vagiti dei cattedratici, gli scarabocchi – perché non sono nemmeno pensieri – dei politici, le banalità da sbadiglio degli influencer, gli atti di vandalismo alla dottrina degli ecclesiastici.
Lasciamo l’ultima parola a Buh e Gnu?
Volentieri, ma a vostro rischio e pericolo.
Cari Buh e Gnu lanciate un messaggio pubblicitario per il vostro albo a fumetti.
Gnu: «Come disse una volta il cardinal Giacomo Biffi: “Non m’importa che leggiate i miei libri…»
Buh: «… m’importa che li acquistiate”».