Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Francesco Saverio a cura di Ermes Dovico
GUERRA IN UCRAINA

Fuga di documenti dal Pentagono, Usa in imbarazzo

Ascolta la versione audio dell'articolo

Documenti trapelati su social network di secondo ordine stanno mettendo in crisi il Pentagono. Si tratta della più grande fuga di informazioni segrete americane sull'Ucraina, da quando è iniziata la guerra. Pochi i dettagli importanti sulla guerra, ma imbarazzanti le rivelazioni sugli alleati.

- UE E USA, MACRON PONE UN PROBLEMA REALE di Gianandrea Gaiani

Esteri 13_04_2023
Pentagono

In un social network poco conosciuto e frequentato soprattutto da gamers, chiamato Discord, un gruppo di giocatori di Minecraft inizia un’accesa discussione sulla guerra in Ucraina. Uno di loro, a un certo punto, forse per far valere i suoi argomenti, posta foto di documenti top secret del Pentagono. “Eccovi alcuni documenti trapelati”, è il laconico commento. Era il 4 marzo e i documenti, come risulterà in seguito, erano autentici. Forse questo è stato il vero inizio del Pentagon Leaks. Oppure è stato, il giorno stesso o poco prima, in un’altra discussione su Discord, sul canale dell’influencer filippino-britannico che si fa chiamare WowMao. Una delle sue fan, “per scherzo”, ha postato le foto di altri documenti.

Sono poi finiti su 4Chan, un altro social network di nicchia, noto per aver diffuso le teorie cospirative di QAnon. Ma stavolta i documenti che sono finiti in rete non erano quelli dell’agente con accesso ai segreti più segreti, con livello di sicurezza Q, bensì documenti reali, del Pentagono, fotografati su una tavola da pranzo. Da un social network all’altro, quelle foto sono finite su Twitter e su canali Telegram americani di filo-russi. E poi ai grandi media, la settimana scorsa, dove sono tuttora oggetto di dibattito. A malincuore fonti del Pentagono hanno ammesso la fuga di documenti segreti. Almeno uno è stato alterato, in modo abbastanza grossolano, ma il grosso delle informazioni è vero. Negli Usa il governo federale ha lanciato un’indagine per capire chi possa aver fotografato e diffuso quei cento documenti che avrebbero dovuto rimanere segreti.

Sembrano lontanissimi i tempi in cui le carte top secret venivano fotografate e mandate all’estero in microfilm, nascosti in qualche piega d’abito, in una penna stilografica o in qualche altro oggetto d’antiquariato. È già passato anche il Cd di Lady Gaga in cui Bradley Manning, in Iraq, nascose i segreti militari che poi fece arrivare a Julian Assange, provocando un primo terremoto. Ora sono i social network il veicolo di diffusione dei segreti, fra i nerd di Internet, dove tutto è talmente alla luce del sole che è quasi impossibile notarlo, mischiato com’è con strampalate teorie del complotto. È anche impossibile risalire alla fonte. Chi sa dove e come quei giocatori di Minecraft o quei fans di WowMao hanno trovato quei documenti? Nemmeno Bellingcat, occhiuta agenzia di intelligence “open source” privata è riuscita a risalire all’origine della rete.

Per ora, oltre che a trovare il colpevole, il Pentagono e lo stesso presidente Joe Biden devono correre ai ripari, perché la fuga di informazioni di danni ne ha già fatti molti.

Prima di tutto è meglio capire cosa sia e cosa non sia importante delle informazioni che hanno fatto più notizia. Il documento più recente risale alla prima settimana di marzo, dunque le informazioni vanno lette come relative a quel periodo, un mese e una settimana fa. Nel frattempo, di poco, ma la situazione è cambiata. Quel che si sapeva già era la stima delle perdite delle due parti: i russi avrebbero perso, complessivamente (morti, feriti e dispersi) dai 189mila ai 223mila uomini, gli ucraini dai 124mila ai 131mila. Ma si tratta di stime, appunto, a cui i redattori del rapporto attribuiscono un basso livello di approssimazione (“low confidence”), mancando i dati ufficiali delle due parti.

Più dannoso, soprattutto per gli ucraini, è scoprire, attraverso i rapporti americani, che le difese aeree stanno esaurendo le munizioni. Entro maggio, salvo nuovi rifornimenti, la contraerea delle forze di Kiev potrebbe rimanere a secco. Cosa che consentirebbe ai russi di conquistare il dominio del cielo, finora negato soprattutto dalla contraerea. Nemmeno le analisi sullo stato delle forze di terra sono molto generose e gli americani appaiono più pessimisti di quel che mostrano in pubblico sulla futura, molto annunciata, controffensiva ucraina.

Ieri è stata molto evidenziata la notizia sulla presenza di forze speciali della Nato in territorio ucraino, 97 uomini in tutto, di cui la metà britannici. Il secondo contingente più grande è quello lettone (17 uomini), seguito da quello francese (15 uomini), americano (14) e infine olandese (1 solo militare). Tuttavia è una notizia monca, perché non si sa dove e come siano utilizzati i militari di questi Paesi Nato. Gli Usa hanno già dichiarato di averli tutti impiegati nella propria ambasciata, dunque territorio statunitense, e così hanno risolto l’imbarazzo.

Quel che veramente può creare danni è l’insieme delle rivelazioni sulle vere politiche dei Paesi alleati degli Usa. Si scopre, ad esempio, che l’apparentemente filo-russa Serbia sta segretamente fornendo armi all’Ucraina. Mentre l’alleato tradizionale degli Usa in Medio Oriente, l’Egitto, stava, almeno allora, progettando di fornire 40mila razzi alla Russia. E la Russia starebbe costruendo relazioni sempre più strette anche con gli Emirati Arabi Uniti, altro alleato importante degli Usa nel Golfo. Belgrado, il Cairo e Abu Dhabi negano tassativamente, ma vale la massima giornalistica che una smentita è una notizia data due volte. La Corea del Sud, da quel che si scopre, era riluttante a fornire armi agli ucraini, perché armare un Paese in guerra è contro la sua legge. Abbiamo appreso dai documenti quante e quali pressioni abbia subito Seul dagli Usa e poi abbiamo visto come sia stata risolta la questione: prestando mezzo milione di proiettili agli Stati Uniti, che poi verranno girati all’Ucraina.

Può destabilizzare ancora maggiormente la scoperta di quanto gli Usa stiano spiando i governi alleati. A partire dal governo ucraino stesso: le conversazioni tra Zelensky e il suo ministero della Difesa sarebbero intercettate, a quanto pare. Sono rivelazioni che minano la fiducia reciproca fra alleati. L’informazione più grave riguarda, però, la rete di agenti infiltrata in Russia, anche dentro la compagnia Wagner (la “legione straniera” russa che sta combattendo a Bakhmut). Se emergessero più dettagli, quegli agenti sarebbero morti. E questa vicenda, iniziata per gioco su qualche chat, finirebbe in tragedia, nel sangue.