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DOPO IL GREEN PASS

E ora, cos'altro potranno farci fare?

Se ci hanno fatto fare questo, cosa altro potrebbero farci fare? Questa è la domanda che oggi molti si pongono davanti a un potere che in meno di due anni di gestione della pandemia ha letteralmente asservito la popolazione. È la domanda sulla diabolicità del potere avanzata da Carl Schmitt: “In qual misura, in generale, sia possibile ad un dittatore politico, prendere in mano la produttività spirituale di un intero popolo”.

Editoriali 19_10_2021
Carl Schmitt

Se ci fanno fare questo, cosa altro potranno farci fare? È questa la domanda allarmata e, diciamo pure, angosciata, che molti oggi si fanno. Che è poi la domanda sulla diabolicità del potere. Carl Schmitt, che di potere se ne intendeva perché lo aveva studiato a fondo, poneva così la questione: “Sarebbe da domandarsi in qual misura, in generale, sia possibile ad un dittatore politico, prendere in mano la produttività spirituale di un intero popolo sino a far sì che non sopravviva alcun libero pensiero, né più sussista alcuna riserva nei suoi confronti”. Chi conosce il pensiero di Schmitt sa bene che egli si riferiva anche alle democrazie parlamentari.

Da noi, il potere ha indotto a vaccinarsi il 90 per cento di una popolazione che per il 90 per cento dei contagi non presentava sintomi. Su queste basi ha bloccato la vita economica per molto tempo e poi ha sostenuto l’obbligo del vaccino per far riprendere la vita economica. Ha introdotto il green pass nella forma più dura e pressoché unica al mondo pur non avendo questa disposizione alcun senso sanitario, ma solo per obbligare alla vaccinazione. L’obbligo si è così trasformato in ricatto. Se vuoi fare questo o quello devi avere il green pass.

Non solo il ricatto ma anche l’inganno: l’Unione Europea afferma che non si può obbligare il cittadino ad assumere un vaccino? Ma il governo italiano non obbliga a vaccinarsi, obbliga “solo” ad avere il green pass, e così l’ostacolo è superato. Se il green pass è richiesto per andare a teatro pazienza, ma quando viene richiesto per lavorare lo sfregio si fa serio. I sindacati stessi prendono parte al ricatto dei loro rappresentati. Gli italiani che tengono duro e si fanno tre tamponi a settimana vengono paragonati agli individualisti narcisisti e anarcoidi che dicono che il corpo è loro e ne fanno quello che vogliono. I cattolici costituzionali osano perfino dire questo dei cattolici refrattari.

Che poi, per fare tre tamponi alla settimana bisogna spendere una cifra, prenotare, alzarsi presto, bisogna essere eroi e pagare per poter lavorare. Ci fosse l’emergenza – uno dice – ma l’emergenza non c’è, i contagi sono pochi, le guarigioni molto alte, i reparti di terapia intensiva vuoti. Non ci sono i monatti a girare per le strade con i carretti pieni di cadaveri. Carl Schmitt, se fosse ancora vivo, senza dubbio applicherebbe la sua domanda ai giorni nostri, al nostro governo, al nostro Paese.

Il potere ormai è sistemico, oggi più di un tempo. La convergenza organica di tutte le sue diramazioni verso lo stesso obiettivo di “prendere in mano la produttività spirituale di un intero popolo” è evidente e palpabile. Sulle dimostrazioni in giro per l’Italia l’informazione Rai di regime non dice nulla e i suoi giornalisti – per quanto uno possa veramente considerarsi tale nel servizio pubblico – minimizzano e portano l’attenzione altrove, soprattutto sui “fascisti”. Alle dimostrazioni dei camalli di Trieste il Prefetto si affretta a dire che è una manifestazione illegittima e ci si chiede se avrebbe detto lo stesso se a promuoverla fosse stata la CGIL e i partecipanti avessero cantato Bella Ciao.
I giornali nazionali sono completamente allineati e perfino Avvenire titola scandalosamente a piena pagina “L’Italia è sì pass”. Gli ordini professionali allontanano i medici dissenzienti, premi Nobel vengono diffamati. Gli intellettuali di punta tacciono, a parte i “soliti” Cacciari e Agamben. I dati, come già avveniva all’inizio della pandemia, continuano ad essere forniti in modo distorto con la connivenza combinata di molti. Ancora oggi si danno cifre assolute senza esaminarle e si parla di tot morti senza dire di che cosa sono morti.

Le componenti del sistema che maggiormente danno da pensare in ordine alla domanda di Schmitt sono i sindacati e la Chiesa cattolica. Tutti sapevamo che i grandi sindacati fossero, per motivi storici, per prassi e per ideologia, contigui al potere, non solo ma soprattutto quando questo è di sinistra. Lo abbiamo visto nella loro completa assenza durante le misure anti-pandemiche. Ma non si pensava giungessero ad abiurare sul proprio campo: il lavoro. Non si pensava che accettassero che per poter lavorare e mantenere una famiglia, un lavoratore dovesse fare una cosa imposta dall’alto, contro-coscienza, non motivata da nessuna emergenza, funzionale ad altri interessi. Oggi i sindacati e la sinistra lodano Draghi che “finalmente sa dire di no” ai lavoratori, e lo paragonano addirittura alla Thatcher.    

La Chiesa cattolica non si è collocata dalla parte della verità ma da quella del potere, è diventata “costituzionale”, accettando tutti gli slogan della propaganda del sistema e addirittura gonfiandoli di significati morali e religiosi di solidarietà, quando invece erano soprusi, inganni e ricatti. In molti casi le disposizioni ecclesiastiche si sono fatte ancora più rigide di quelle governative, ai fedeli è stato imposto di non pensare con la propria testa: libero pensiero e parresia sono diffusi e promossi nella Chiesa di oggi su tutti i temi del Credo, ma non sul green pass: lì il papa è Draghi.

La domanda di Schmitt è quindi profonda e non raggirabile: “in qual misura, in generale, sia possibile ad un dittatore politico, prendere in mano la produttività spirituale di un intero popolo”. Se ci hanno fatto fare questo, cosa altro potrebbero farci fare?