Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Pentecoste a cura di Ermes Dovico
SCHEGGE DI VANGELO

Due certezze

Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui (Mt 17, 3)

Schegge di vangelo 08_03_2020

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti». (Mt 17, 1-9)

Tutta la Parola di Dio contenuta nell'Antico Testamento, ossia nella Legge (impersonificata nell’episodio dal più grande dei legislatori, Mosè) e nei Libri dei Profeti (nella trasfigurazione richiamati da quello ritenuto il più grande di essi, Elia), converge e trova pieno compimento in Gesù, glorificato quale Luce del mondo a cui riferirsi per ogni discernimento. La trasfigurazione, ricordata nel quarto mistero della luce del santo rosario, costituisce sia un anticipo del primo mistero glorioso (la resurrezione di Cristo), senza il quale vana sarebbe la nostra fede in Gesù, sia il presupposto del quinto mistero doloroso, poiché non si risorge se prima non si passa dalla morte. A ben vedere, quindi, la trasfigurazione ricorda al cristiano due certezze: come uomo quella naturale di morire in retribuzione del peccato; come discepolo di Cristo quella soprannaturale di risorgere dai morti.