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Unione Europea

Donne uccise, i dati smentiscono la narrazione sul patriarcato

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I dati di Eurostat mostrano che Lettonia (17 ogni milione di persone) e Lituania (10) sono di gran lunga i Paesi dell’UE con il tasso più alto di omicidi di donne. Tra le meno peggio le nazioni cattoliche, compresa l’Italia (2,4). Smentita la narrazione della sinistra sul “patriarcato”.

Attualità 10_12_2025
Manifestazione "Il patriarcato uccide", nov 2023, Milano (LaPresse)

Nei Paesi dell'Unione Europea si segnalano tassi più alti di omicidi di donne, rispetto a quelli degli uomini, ma l’Italia è tra le meno peggio del continente e così la narrazione sul cosiddetto “patriarcato” viene falsificata. Gli ultimi dati di Eurostat mostrano che nell'UE le donne uccise sono quasi il doppio più degli uomini quando l'autore del reato è il partner o un familiare: il tasso è di 4,1 donne uccise ogni milione di persone, mentre per gli uomini abbiamo 2,2 omicidi ogni milione di persone. Le statistiche ufficiali ignorano però l’omicidio di bambine e bambini nell’utero materno, uccisi con l’aborto volontario.

Un'ulteriore analisi, pubblicata nei giorni scorsi da Europe in Motion, ha rilevato che la Lettonia ha registrato il tasso di omicidi di donne più alto dell'Unione sia nel 2022 che nel 2023: circa 17 donne uccise ogni milione di persone. La vicina Lituania ha registrato il secondo tasso più alto in entrambi gli anni, con 10 donne uccise ogni milione di persone, seguita dall'Austria con 4,7 sia nel 2022 che nel 2023. Oltre alla cattolicissima Malta, che conta il minor tasso di donne uccise, i tassi più bassi nell'UE sono stati riscontrati nell’ortodossa Grecia (1,8 nel 2022 e nel 2023), nella cattolica Spagna (2 nel 2023 e 2,1 nel 2022) e nei Paesi Bassi (2,3 nel 2023 e 2,4 nel 2022).

E l’Italia? Nonostante la vulgata della sinistra radicale che ci trasciniamo dietro dagli anni Sessanta, secondo cui il nostro Paese sarebbe culla del “patriarcato” cattolico e perciò carico di violenza padronale verso le donne, l’Italia è con la cattolica Slovenia al sestultimo posto della graduatoria, con 2,4 omicidi di donne su un milione di abitanti: sempre troppi, ma in ogni caso ben meno di quelli delle nazioni ritenute più “emancipate”: 4,4 Inghilterra, 4 Germania, 3,9 Francia.

Nell'ultimo decennio, il numero di tali omicidi è rimasto relativamente stabile nell'UE, con un picco nel 2022, quando sono state uccise 4,4 donne ogni milione di persone, mentre nel 2023 la media è, come detto, di 4,1 donne. 

A livello globale, l'Africa si distingue negativamente come il continente con il più alto tasso di omicidi di donne (30 per milione di persone) e con il più alto numero assoluto di vittime: si stima che saranno 22.600 nel 2024, secondo le Nazioni Unite. Le Americhe e l’Oceania hanno registrato tassi elevati di donne uccise in ambito familiare o dal partner nel 2024 (rispettivamente 15 e 14 per milione), mentre i tassi risultano più bassi in Asia (7) e nell'intero continente europeo (5). Il recente rapporto dell’Onu sulla violenza contro le donne registra che nel 2024, ogni 10 minuti, un partner o un familiare ha ucciso intenzionalmente una donna: si tratta di dati elaborati dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) e da UN Women. Dati che ancora una volta escludono volutamente la violenza contro le bambine uccise nell’utero materno, attraverso l’aborto, ovvero con pratiche falsamente spacciate come “contraccettive”.

Per reazione alle proteste femministe e alla pressione degli organi di stampa, diversi Paesi europei – tra cui Francia, Spagna e Italia – hanno recentemente proposto o introdotto leggi più severe per combattere la violenza contro le donne. Nei giorni scorsi, Roma ha approvato una legge che introduce l'ergastolo quando il femminicidio è conseguenza, ad esempio, del rifiuto della donna di avere una relazione o di accettare restrizioni alla propria libertà personale. La legge è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 2 dicembre 2025, entrando così in vigore. I punti chiave della nuova legge includono: il “femminicidio” come reato autonomo nel Codice Penale, specificamente nell'articolo 577-bis; la pena dell'ergastolo per chiunque cagioni la morte di una donna "in quanto donna", ovvero per motivi di discriminazione, odio di genere, o per reprimere i suoi diritti e la sua libertà. Un segnale di coesione politica che tuttavia discrimina palesemente tra donna ancora nell’utero materno e donna nata, e tra omicidio verso una donna in quanto donna e omicidio di un uomo in quanto uomo. Nei giorni precedenti l'approvazione della nuova legge italiana, dopo che il 20 novembre era stato segnato da ben quattro omicidi di donne, i parlamentari francesi avevano proposto un disegno di legge con oltre 50 nuove misure per contrastare la violenza domestica, anche a causa dell’aumento dell'11% delle aggressioni mortali contro le donne tra il 2023 e il 2024. In Francia, l’aborto volontario è addirittura stato inserito nella Costituzione, quindi è ancor più palese l’ipocrisia politico-istituzionale.

Per finire, suona ridicola la definizione che l’Onu dà del cosiddetto “femminicidio” come un omicidio intenzionale motivato da ragioni di genere – diverso dall'omicidio, dove la motivazione può non essere legata al genere femminile – e causato dalla discriminazione nei confronti delle donne e delle ragazze, da “rapporti di potere” iniqui, da “stereotipi di genere” o da “norme sociali” dannose.

In ogni caso, i dati mostrano chiaramente che non è il retaggio cristiano a far crescere il numero di donne vittime di omicidio, bensì l’ateismo e le follie individualistiche dei liberal.



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