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a cura di Stefano Fontana

La posizione

Divorzio, il “no” controcorrente dei vescovi delle Filippine

Un disegno di legge vuole introdurre il divorzio nelle Filippine. I vescovi cattolici intervengono giustamente contro la sua approvazione, spiegandone i motivi.

Dottrina sociale 16_08_2024

Le Filippine sono l’ultimo Paese al mondo dove la legge non prevede il divorzio. Ora un disegno di legge lo vuole introdurre e i vescovi cattolici sono intervenuti contro la sua approvazione. In un documento essi spiegano perché.

Non è tuttavia questo – il divorzio – che voglio qui sottolineare, quanto piuttosto la differenza tra i vescovi cattolici delle Filippine e quelli, che so, dell’Italia o dell’Olanda o della Germania. I vescovi filippini lottano contro il mondo intero e difendono le posizioni: anche se tutti hanno approvato il divorzio non è un motivo per non difendere la verità sul matrimonio e la famiglia. Qui da noi nessun vescovo o quasi dice più una parola contro il divorzio che è ormai dato come acquisito.

Se spostiamo la visuale sulla Chiesa universale e la Santa Sede, comprese le indicazioni di Francesco, non solo notiamo la stessa cosa, ossia l’assoluta trascuratezza dell’argomento divorzio (Francesco, tra l’altro, riceve in udienza anche le seconde mogli o le conviventi dei personaggi famosi che lo incontrano, cosa che non accadeva in precedenza), ma si parla ormai di “divorzio cattolico” a seguito delle nuove norme sull’annullamento, si accettano le unioni civili anche tra persone dello stesso sesso e si sostengono le iniziative cattoliche tese non ad evangelizzare i gruppi Lgbt ma ad avvalorarne la natura e a chiedere il loro riconoscimento giuridico. Francesco, come si sa, ha inviato a padre James Martin già quattro lettere autografe.

I vescovi filippini sono allora eroici: combattono contro il mondo intero e senza il minimo sostegno della Chiesa. Perderanno, ma intanto possono avere la serena gioia di aver fatto (veramente e non per finta) i vescovi.

Stefano Fontana