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IL PROGRAMMA

Decrescita della Schlein. Il popolo ha fame? Vada in bici

Nuovi diritti Lgbt, comunità produttive di energia pulita, mobilità "sostenibile" (tutti in bici). Il programma di Elly Schlein spiegato da lei stessa, nella sua intervista a Vogue, oltre alla celebre armocromista, illustra la nuova ideologia di sinistra. Il tratto che accomuna queste battaglie, anche se innominato, è la decrescita.

Politica 02_05_2023

L’intervista che Elly Schlein, nuova segretaria del PD, ha rilasciato a Vogue, lo scorso 25 aprile, ha fatto molto parlare di sé solo per l’armocromista. Cioè per la professionista che la nuova leader della sinistra, ha ingaggiato per 300 euro all’ora per aiutarla a migliorare il look. Marco Rizzo, comunista, ha prontamente commentato che quella cifra è un quarto dello stipendio medio mensile di un operaio e dunque la Schlein “non ha il diritto politico di parlare di uguaglianza sociale,di lotta alla disparità e difesa dei soggetti deboli”. Ma qualcuno è andato oltre e ha letto il resto dell’intervista? Perché, fra varie risposte su temi squisitamente personali (gusti, abitudini, passioni e ricordi) troviamo tutto quel che ci attende dal fronte di sinistra.

Innanzitutto non è da dimenticare che l’intervista sia stata rilasciata durante la manifestazione delle “famiglie arcobaleno” a Milano. La Schlein dichiara al giornalista Federico Chiara che sulla questione Lgbt “Innanzitutto vorrei ridurre la distanza che ci divide dai Paesi del Nord Europa. Noi non abbiamo nemmeno una legge contro l’odio e la discriminazione, quella che ha portato avanti Alessandro Zan, con cui lavoriamo tutti i giorni, affossata dalla destra con quel vergognoso applauso nell’Aula del Senato”. Ma questo è solo “il minimo sindacale”, perché la nuova leader della sinistra mira a ben di più: “Poi naturalmente ci stiamo battendo per il matrimonio egualitario. Love is love: questo è lo slogan con cui accompagniamo le associazioni nella battaglia. Ma mancano anche i diritti delle figlie, dei figli delle coppie omogenitoriali, per cui abbiamo molti passi avanti da fare”.

La Schlein vuole inserirsi nel filone delle moderne leader della sinistra radicale: Jacinda Ardern in Nuova Zelanda e Alexandria Ocasio Cortez negli Usa, sono citate espressamente fra i suoi modelli. E come attiviste riserva una menzione speciale per Greta Thunberg (e come poteva mancare?) e Vanessa Nakate, entrambe ecologiste radicali. Le battaglie sono molte e fra loro strettamente connesse: “C’è una mobilitazione europea – dice la Schlein - che tiene insieme la giustizia sociale e la giustizia climatica, passando per la dignità del lavoro, contro lo sfruttamento e il precariato e per l’uguaglianza nei diritti, nelle opportunità di partenza”.

Cosa possa tenere assieme tutte queste battaglie, la Schlein lo dà per scontato. Ma merita una piccola spiegazione: la nuova sinistra punta alla decrescita. È questo il filo che tiene unite tutte le battaglie: giustizia sociale va intesa come livellamento verso il basso (meno ricchezza), la giustizia climatica come meno industriosità, la dignità del lavoro è da intendersi come meno lavoro, i nuovi diritti per le nuove famiglie sono premessa per la denatalità. È un progetto completo in cui socialismo, ecologismo e nuovi diritti si tengono per mano. Nell’intervista successiva rilasciata a La Stampa, puntualmente la Schlein propone di alzare le tasse “ai ricchi”, dunque a chi produce di più. E nell’intervista a Vogue vuole una piena armonizzazione fiscale, perché nessun produttore possa sfuggire a una tassazione troppo elevata.

La Schlein condanna i populisti di destra perché ricorrono alla retorica del capro espiatorio, del nemico del popolo. Però fa la stessa cosa, solo cambiando leggermente il bersaglio: “I nazionalisti puntano il dito verso il basso, cioè dicono: se stai male è perché arriva qualcuno che minaccia la tua situazione – di solito è una persona che sta peggio di te, che ti ruberà il lavoro, che prenderà lo spazio che non hai più tu, che avrà la casa popolare eccetera. Invece dobbiamo spostare quel dito verso l’alto. Si vedrebbe allora che in questi anni c’è chi ha continuato ad arricchirsi in modo sproporzionato, mentre larghe fasce della società si impoverivano”. E non si rende conto che la destra, o comunisti come Marco Rizzo, puntano il dito in alto, contro di lei, esattamente per i motivi che indica.

La decrescita (per il popolo) è implicita nelle proposte della leader che fa suo un progetto ecologista radicale dal sapore maoista: le comuni che producono energia pulita. “Altro esempio concreto sono le comunità energetiche, poco conosciute ma molto efficienti: permettono alle persone, alle aziende, ai comuni, alle scuole di autoprodurre energia pulita e rinnovabile, magari con i pannelli solari sui tetti, per condividerla e scambiarla”.

La Schlein risolve il problema delle emissioni personalmente perché non ha l’auto e può permettersi evidentemente di non averne una per lavoro. Per il rilancio della mobilità, oltre a rendere gratuiti (cioè a spese altrui) i mezzi pubblici per i giovani meno abbienti, arriva a dire: “L’Italia è un Paese che può investire moltissimo sul cicloturismo, ormai alla portata di tutti anche grazie alla mobilità elettrica. Chi pensa che sia un argomento di nicchia non ha visto le stime, secondo cui porterebbe un indotto di più di 40 miliardi di euro all’anno in Europa. Inoltre le ciclovie possono generare nuova occupazione: 1 km di pista ciclabile fatta bene può creare 4/5 posti di lavoro. Insomma, investire sul turismo sostenibile, sul turismo lento, è anche una via per fare buona impresa e sviluppare lavoro di qualità”. Tutti in bici, insomma. Quasi come a Cuba, dove per scarsità di carburante, ieri, per la prima volta nella storia del regime comunista, i lavoratori non hanno potuto celebrare il 1° maggio.