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il caso dallari

Da quattro anni a processo per aver curato il Covid: «Accanimento su un medico»

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Nuova udienza nel caso di Alberto Dallari, il medico a processo per aver curato il Covid in un paziente difficile poi morto in ospedale a 40 giorni dal ricovero voluto proprio da lui. Il Legale alla Bussola: «Un accanimento che dura da quattro anni per processare le cure domiciliari»

Attualità 01_07_2025

«Si tratta di un accanimento impressionante e mai visto nei confronti di un bravo medico che a differenza di molti altri durante la pandemia ha curato i suoi pazienti». Non usa tanti giri di parole l’avvocato Linda Corrias per commentare l’assurda situazione del suo assistito, a processo ancora oggi per una vicenda che lo vede sul banco degli imputati da quasi quattro anni con l’accusa di omissione di soccorso nei confronti di un paziente Covid di cui lui, e solo lui, si era preso cura.

La vicenda di Alberto Dallari, il medico reggiano che nell’estate 2021 venne indagato dalla Procura di Ferrara dopo la morte in ospedale di un paziente che lui aveva curato per Covid precedentemente, ha conosciuto l’11 giugno una nuova tappa in tribunale. La prossima udienza sarà in ottobre prossimo, quando saranno ormai 4 anni dall’inizio di questa vicenda assurda, nella quale, la Procura sembra essersi accanita nei confronti dell’unico medico disposto a curare un paziente difficile, abbandonato come tanti dal suo medico di base, e assistito anche ben oltre il ricovero disposto proprio da Dallari quando si accorse che le cure predisposte non avevano dato esito positivo.

L’avvocato Corrias ha spiegato alla Bussola l’esito dell’ultima udienza e non ha potuto non constatare che nei confronti di Dallari è in atto un vero e proprio accanimento.

«Un’altra persona al posto suo sarebbe stata distrutta – ha spiegato - apprezzo il cuore di medico di Dallari perché ha una grande resistenza e tenacia».

Nel merito dell’udienza, l’avvocato Corrias ha notato che di questo procedimento sono davvero pochi - se non assenti - gli elementi che tecnicamente stanno in piedi per sostenere l’accusa. «La vicenda risale all’estate 2021 e parte da una segnalazione dell’ospedale di Ferrara dove il paziente è deceduto dopo oltre 40 giorni dal ricovero: mi chiedo come si possa attribuire una qualunque responsabilità a Dallari quando il paziente è stato ricoverato proprio dopo che il medico che assisto lo aveva convinto a farsi ricoverare, vincendo le sue resistenze e lo aveva aiutato nel disbrigo delle pratiche. Questo è sicuramente paradossale».  

Durante l’udienza il legale ha contestato anche l’approccio del medico legale nominato dalla Procura di Ferrara: «Per sostenere l’accusa assurda di omissione di soccorso si è detto che il medico non aveva avuto molti contatti telefonici con Dallari, ma noi abbiamo dimostrato che dai tabulati risultano 28 telefonate del paziente col medico: non si capisce per quale motivo sia imputato per omissione di soccorso il medico specialista che lo curò e non il curante ufficiale».

Ma ciò che sta a cuore alla Corrias è affermare un principio di libertà disconosciuto durante il Covid: «Era una deliberata scelta del paziente quella di non essere ricoverato e di seguire un protocollo di cura domiciliare che aveva già dato buoni risultati se non ottimi, in questa vicenda c’è un intento fortemente punitivo nei confronti della libertà dei pazienti di scegliere come meglio curarsi e dei medici di poterlo fare in scienza e coscienza. Anche il modo emerso in udienza di denigrare alcune terapie suggerite da Dallari - e avallate dal medico di medicina generale che ne era informato – sono state schernite come se fossero fuori luogo, rimedi quasi da stregoneria, mentre invece c’è moltissima letteratura mondiale che conferma l’utilizzo delle terapie suggerite da Dallari. In questo modo si punta il dito lasciando passare in silenzio che in realtà si trattasse di un paziente difficile, obeso, iperteso e dal carattere forte e determinato dove nessuno gli ha imposto alcunché. Quel paziente era ben seguito da Dallari e Dallari si interessò di lui anche dopo il ricovero, diventando il suo punto di riferimento e di sfogo anche quando la responsabilità medica era in capo ai medici di Ferrara».

La speranza è quella di arrivare all’udienza di ottobre e poter ascoltare finalmente Dallari: «Cercheremo di fare chiarezza definitivamente».

Nel frattempo, il medico ha però ricevuto il terzo procedimento disciplinare da parte dell’Ordine dei medici. Questa volta a Dallari si rimprovera di non aver visitato il paziente de visu ma solo telefonicamente: eppure, fanno notare dalla difesa dell’uomo era espressamente vietato allora e solo le Usca potevano andare. Anche questa è una modalità di pressione psicologica perché in questo modo si vuole riscrivere secondo il proprio tornaconto una storia della pandemia diversa da quella che tanti pazienti hanno conosciuto.



ferrara

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INTERVISTA A DALLARI

«Ho curato, non ho ucciso: così colpiscono le terapie»

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«Ho insistito io per il ricovero dal giorno prima, ma l'Usca non è mai arrivata e in ospedale lo tranquillizzavo. Come potrei aver provocato la sua morte dopo un mese?». E' indagato dalla procura di Ferrara per la morte di Mauro Gallerani, i media gli danno la caccia in garage, gli hanno sequestrato telefonino e pc. Ma in questa intervista alla Bussola, il dottor Alberto Dallari esce allo scoperto per fare luce su tutto. Preoccupato? «No, ma la Polizia mi ha chiesto se sono no vax (cosa che non sono) e se frequento associazioni cattoliche: ma che cosa c'entra?». «Ho lavorato 40 anni nell'emergenza, so gestire decisioni repentine e restare lucido. Con Ippocrate ho curato 400 pazienti: solo un decesso e tre ricoveri. Vogliono criminalizzare le terapie domiciliari usando questa storia».

LO STUDIO

Cure a casa ok, fu omissione di soccorso di Stato

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Lancet approva gli studi sulle terapie domiciliari precoci a base di antinfiammatori, tra i quali svetta l'indometacina: «Riducono il 90% delle ospedalizzazioni». Corriere e media esultano solo ora, per la Bussola è una notizia "vecchia" di due anni. Anni segnati da cure negate nel nome della vigile attesa di Speranza & Co e nell'imposizione dogmatica del vaccino. Ora chi pagherà per le migliaia di morti curati tardi, per gli ospedali collassati e per i medici sospesi o indagati? 

L'EVENTO

Grati per la Giornata della Bussola

03_11_2022 Riccardo Cascioli

La Giornata della Bussola del 29 ottobre è stata un evento di Grazia, dove si è potuto percepire quel Mysterium lunae di cui ci ha parlato il cardinale Robert Sarah. E quel che abbiamo vissuto diventa un «compito stupendo ed esigente».
- IL VIDEO: UN "ASSAGGIO" DELLA GIORNATA

la testimonianza

Perseguitato, ma in adorazione: cosa ci insegna Dallari

04_11_2022 Andrea Zambrano

La testimonianza alla Giornata della Bussola del dottor Alberto Dallari, indagato per omissione di soccorso di un suo paziente Covid, morto poi un mese dopo in ospedale, ci insegna la fiducia in Dio grazie all'adorazione eucaristica quotidiana e la consapevolezza che laddove c'è un perseguitato per causa della giustizia c'è un cattolico. "Quell'inchiesta ha dato un colpo alle cure di Ippocrateorg perché dava fastidio". 

IL CASO DALLARI

Vogliono processare le cure domiciliari

19_12_2022 Andrea Zambrano

La Procura di Ferrara ha chiuso le indagini sul caso di Alberto Dallari, ora le strade sono due: o il giudizio o l'archiviazione. L'avvocato del medico di Ippocrateorg indagato per aver curato un paziente di Covid: "È caduta anche l'accusa di omicidio colposo, resta l'omissione di soccorso". Una beffa, dato che Dallari intervenne per curare proprio perché il paziente non era assistito dal curante. Se ci sarà un rinvio a giudizio si profilerebbe un processo politico: cure precoci contro vigile attesa. 
- SCHIAFFO DI BASSETTI AI DANNEGGIATI 

In commissione covid

Cure domiciliari, bugie e omissioni: l'Ordine fa il pesce in barile

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Commissione Covid, omissioni e bugie nell'audizione del presidente FNOMCeO, Anelli: «Tachipirina e vigile attesa solo una raccomandazione, ma il medico era libero di curare». Falso: i dottori che curavano a casa con successo sono stati vessati e sottoposti a procedimenti e processi. Buonguerrieri: «Emerge un quadro grave».