Cronache dalla Chiesa svizzera
«Nella Svizzera tedesca avevo oramai visto di tutto, ma una gestione totale femminile mi mancava». Un lettore ci scrive raccontandoci l’esperienza desolante della sua ultima domenica, senza prete.
Cari amici,
sono un vostro assiduo lettore e vi ringrazio per il vostro coraggio. Non vi nascondo che alcune volte mi siete sembrati un po’ talebani in alcune prese di posizione, specie quelle sull’Ucraina. Mi accorgo però sempre più quanto preziosi e necessari siano i vostri contributi, chiari e senza sconti. Mi sono convinto a scrivervi (pur volendo restare nell’anonimato), dopo aver letto il vostro articolo sulla newsletter del 15 luglio scorso, “Quanti danni fanno i cattolici della riduzione del danno”, a firma di Stefano Fontana.
Leggendolo, la mente è andata all’esperienza vissuta domenica 13 luglio, quando mi sono recato alla “messa” di Luthern Bad, nel Canton Lucerna (Svizzera), un luogo di pellegrinaggio localmente molto conosciuto. Ricorrevano i 444 anni dalla guarigione miracolosa di un contadino e dalla contestuale richiesta di Maria di erigere una chiesa per venerare la Madonna di Einsiedeln. È stato un teatro deplorevole. Chiesa piena, con il coro Jodler a sostegno. A presiedere, una “pretessa”, due chierichette e due lettrici. Qui nella Svizzera tedesca avevo oramai visto di tutto, ma una gestione totale femminile mi mancava. La pretessa ha fatto tutto, tranne la consacrazione. Grandi applausi, ritmati, per il sostegno musicale, ad invocare il bis. Oramai siamo allo sbando più totale, e tutto tace, per non creare dissidi che possano portare a scismi e abbandoni di fedeli, ossia per… il danno minore, proprio come scrive Fontana, che null’altro è se non la sottile opera del diavolo. Ad aggravare la situazione sta il fatto che, in questo caso, vi è la complicità ATTIVA dei Vescovi, che vivono in spregio al magistero della Chiesa e alle norme liturgiche. In una funzione di tale solennità non si trova uno straccio di prete? Non sono riuscito a prendere la Comunione, non sapendo se il gesto fosse sacrilego. Sono stato male per due giorni, vivendo una ribellione che non mi lasciava pace. Oggi, sento il bisogno di un orecchio che ascolti e sappia, da qui queste poche righe amare e tristi. Così si fomenta la confusione e si lascia penetrare la convinzione che tutto sia giusto, solo per soddisfare le manie di protagonismo di queste donne e la mancanza di attributi dei preti. Voi non vi rendete conto dello sconquasso che si vive a nord delle Alpi, soprattutto nell’area tedescofona, dove si inneggia esplicitamente - nei bollettini parrocchiali - alla disobbedienza al Papa, ripeto, con il beneplacito del Vescovo. Rispetto proprio a quest’ultimo episodio, risalente a qualche anno fa, mi ero permesso di scrivere al Nunzio, oltre che al Vescovo di Basilea. Da nessuno ho avuto mai un cenno di risposta. Difficile vivere la speranza in queste condizioni. Mi convinco sempre più che occorrono prese di posizioni chiare, come le vostre, e spero che Papa Leone sappia invertire la rotta di questa Chiesa in Svizzera, ridotta oramai a ricco centro sociologico, dove le parrocchie (perlomeno quelle a nord delle Alpi) determinano le linee liturgiche, ricattando i preti a cui pagano - per un sistema perverso - stipendi da banchieri. Tutto è stravolto, si costruiscono chiese ad anfiteatro, per democratizzarle e rendere tutti più compartecipi, mentre negli edifici secolari, per fortuna non modificabili, si fanno avanzare gli altari su pedane provvisorie, per avvicinarli maggiormente ai fedeli. Sennonché le messe sono un deserto, di una noia mortale, sempre meno frequentate. Perché? Perché non si respira più nulla di sacro, tutto è fatto per stare moralisticamente bene e rientrare a casa dopo aver compiuto il dovere domenicale. Non posso giudicare il cuore degli altri, ma confesso che spesso sento questo teatro come mero gesto umano, tentativo disperato di fare qualcosa di bene, ma dove sicuramente non c’è Cristo al centro, bensì i soli buoni sentimenti che Lui ispira. Da ciò scaturiscono una moltitudine di iniziative per elargire fondi ai bisognosi nei quattro angoli del globo, visto che le parrocchie affondano nei soldi e li devono devolvere. Cristo è solo un’idea. Abbiamo imparato i Suoi valori e oggi li proponiamo secondo la nostra interpretazione di bene. Rispetto a quanto precede, vi sono alcune oasi di ortodossia, ma occorre cercarle con il lanternino e solo in comunità religiose o nei movimenti. Ma l’andazzo generale fra il popolo, nelle parrocchie, è purtroppo questo.
Scusate lo sfogo, ma davvero dovreste fare esperienza di questa povertà, per rilanciare il mio j’accuse, che non è nient’altro che sofferenza e grido di aiuto, anche se forse mi agito con i toni. Pregate per noi, fate pregare per noi.
Un cordiale saluto.