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I NUOVI DOCUMENTI

Coronavirus, i cinesi sapevano ma tacevano. Responsabilità anche americane

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Nuovi documenti fatti pubblicare da una Commissione della Camera Usa rivelano come ricercatori cinesi avessero mappato già il coronavirus il 28 dicembre 2019

Vita e bioetica 20_01_2024
Wuhan Institute (La Presse)

Più si cerca di capire come sia nato il coronavirus del Covid-19, più il giallo si infittisce. È nato da un laboratorio a Wuhan? Parrebbe di sì, ma non ci sono le prove. Si sa, però, da questa settimana, quasi per caso, che ricercatori cinesi avevano isolato e mappato il virus alla fine del dicembre 2019, almeno due settimane prima che Pechino rivelasse al mondo i dettagli del virus mortale e quasi un mese prima che proclamasse l’emergenza. In quegli stessi giorni, un coraggioso medico, per aver diffuso informazioni su una forma di polmonite sospetta dei suoi pazienti, sarebbe stato costretto al silenzio dalla polizia. Si chiamava Li Wenliang, il 7 febbraio successivo sarebbe morto di Covid.

I documenti che descrivono la vicenda e permettono di ricostruire questa storia sono stati ottenuti dalla Commissione per l'Energia e il Commercio della Camera, a guida repubblicana, dopo che la commissione aveva minacciato un ordine di comparizione per il Dipartimento della Salute. Melanie Egorin, assistente segretario del Dipartimento per i rapporti con il Congresso, ha scritto il mese scorso alla presidente della commissione, la deputata Cathy McMorris Rodgers, che una ricercatrice cinese, Lili Ren ha inviato la sequenza del virus il 28 dicembre 2019 a un database genetico, GenBank, gestito dall’Istituto Nazionale di Sanità (Nih) degli Stati Uniti.

Ma la sequenza fornita dalla Ren nel dicembre 2019 non è mai stata pubblicata. Infatti l’Nih, seguendo i suoi protocolli ha chiesto alla ricercatrice cinese ulteriori dettagli tecnici a cui lei non ha mai risposto. Dopo quasi tre settimane di attesa, la preziosa sequenza è stata cancellata il 16 gennaio. Nessuno sa perché la Ren non abbia risposto. Ma ormai la sequenza era diventata di dominio pubblico, arrivando alla luce dopo un altro percorso.

La prima pubblicazione nota della sequenza del virus Covid, chiamato SARS-CoV-2, è infatti avvenuta l’11 gennaio 2020, dopo che le autorità cinesi avevano condiviso le informazioni con l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il Dipartimento della Sanità e l’Nih non hanno risposto alle richieste di commento sul perché le informazioni sulla presentazione della Ren non siano state rese pubbliche prima.

«Questa importante scoperta sottolinea ulteriormente il motivo per cui non possiamo fidarci dei cosiddetti “fatti” o dati forniti dal Partito Comunista Cinese e mette in serio dubbio la legittimità di qualsiasi teoria scientifica basata su tali informazioni», ha dichiarato Cathy McMorris Rodgers in un comunicato della sua Commissione. Ma gli Stati Uniti quanto erano al corrente e quanto sono coinvolti nella vicenda (a parte la mancata pubblicazione sul loro database)?

Nei documenti, la Ren è indicata come collaboratrice di un progetto finanziato dagli Stati Uniti per studiare come i coronavirus possano essere trasferiti dagli animali all’uomo. Il lavoro, che comprendeva la raccolta di campioni di pipistrelli in Cina, è stato supervisionato dall'organizzazione no-profit EcoHealth Alliance.

«Il popolo americano merita di conoscere la verità sulle origini della SARS-CoV-2 e la nostra indagine ha portato alla luce numerosi motivi di preoccupazione, tra cui il modo in cui vengono spesi i dollari dei contribuenti, il modo in cui operano le agenzie governative per la salute pubblica e la necessità di una maggiore sorveglianza sulle sovvenzioni per la ricerca a scienziati stranieri», ha aggiunto Rodgers.

Richard Ebright, biologo molecolare della Rutgers University, ha dichiarato al New York Post che le informazioni ottenute dalla commissione parlamentare erano di dominio pubblico dal febbraio 2020, quando il giornale cinese Caixin pubblicò un articolo al riguardo. Che però fu ritirato poco dopo.